ARADEO (Lecce) – Coltivare piantine di marijuana in casa non è reato quando viene accertato l’uso personale. E’ quanto stabilito dal gup Antonia Martalò che ha disposto il non doversi procedere per V.A., 58enne di Aradeo, finito sul banco degli imputati per aver “curato” nella sua abitazione dodici piantine di cannabis. La miniserra venne scovata con una perquisizione. Alcuni arbusto erano alti anche più di un metro. Secondo gli accertamenti tecnici disposti dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, le piantine contenevano un principio attivo da cui si potevano ricavare sedici dosi.
In sede di udienza preliminare, l’avvocato difensore Roberto Tarantino ha chiesto il proscioglimento “per il ridotto potere drogante in relazione anche alla esigua altezza delle piantine; due soltanto avevano superato il metro di altezza mentre altre dieci avevano un’altezza compresa tra i 20 e 60 centimetri. In buona sostanza, la difesa ha sostenuto la scarsa offensività in concreto delle piantine. Il giudice ha abbracciato tale tesi ribadendo nella motivazione della sentenza “che l’inoffensività ricorre per quelle condotte che conclamano l’uso esclusivamente personale e della minima entità della coltivazione tale da escludere la possibile diffusione della sostanza producibile o l’ampliamento della coltivazione”.
F.Oli.