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Il forte vento di scirocco ha «rovesciato» sul Salento tonnellate di sabbia del Sahara

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SALENTO – Più che triplicato il valore limite di 50 microgrammi del Pm 10. A Campi Salentina, Arnesano e Guagnano le centraline dell’Arpa hanno sfiorato i 200 microgrammi per metro cubo di polveri sottili. Lo comunica in una nota l’associazione di volontariato Salute Salento.

Nei due giorni della tempesta di sabbia, il 28 e il 29 febbraio, non è andata molto meglio alle centraline di Cerrate (178), Surbo (146) e Lecce (128). Il territorio più colpito è quello del Brindisino, dove diverse centraline hanno superato i 200 microgrammi (Perrino 232, Cappuccini 223, via Taranto 213, Ceglie Messapica 215, Torchiarolo 198).

A lanciare l’allerta è stata la stessa Arpa che sul suo sito ha scritto : «Nei giorni 28 e 29 febbraio, la regione è stata soggetta a fenomeni di avvezioni di polveri sahariane. Gli eventi sono stati individuati mediante le carte elaborate dai modelli matematici. Tale fenomeno ha portato al superamento del valore limite di Pm10 in molte stazioni di monitoraggio».

Per tali giorni – spiegano i tecnici della protezione ambientale – sarà effettuato lo scorporo del contributo naturale dalle concentrazioni di Pm10 registrate. Come dire, “sono fenomeni atmosferici naturali e nessuno può farci niente”. Ma l’effetto cumulativo dei danni causati dalle polveri va messo in conto.

Nel Lazio per esempio, uno studio condotto di recente addebita alle “Saharan dust”, le polveri del Sahara, gli effetti sulla salute di queste grossolane particelle.

Tornando alla provincia di Lecce, gli sforamenti sono stati rilevati anche dalle stazioni Isac del Cnr, l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, diretto dal professore Daniele Contini (nel riquadro).

«Il trasporto di polveri da sud-est, dall’Africa verso la Puglia, ha portato tutte particelle abbastanza grandi, sopra i 2 micron», spiega il ricercatore del Cnr, «Questi fenomeni legati alle correnti in quota si verificano qui da noi almeno 20 – 25 volte all’anno. I casi di saharan dust sono anche di più, fino a 40 – 45. Solo che non tutti causano un superamento dei limiti di Pm10».

Un caso come quello dei giorni scorsi, ricorda Contini, si è avuto a gennaio del 2014.

L’effetto delle polveri sulla salute è importante. «Di questo si è discusso anche a Roma per le ricadute delle polveri sahariane sul Lazio – conferma Contini – Sicuramente hanno un effetto sulla salute. Ovviamente – chiarisce – la composizione chimica è diversa. In ogni caso ci sono dei silicati, ferro, titanio e alluminio. Metalli che secondo questi studi che sono stati fatti sul Lazio possono avere effetti sulla salute» .

Il trasporto delle polveri a lunga distanza non è sempre in concomitanza con il forte vento. Anzi.

«Il trasporto avviene in alta quota – spiega il ricercatore – Ci sono polveri in quota che, a seconda delle condizioni metereologiche, possono arrivare al suolo con un impatto meno intenso… Sono fenomeni variabili. Alcune polveri dal deserto vengono trasportate molto lontano».

Proprio in questi giorni all’Isac- Cnr di Lecce si stanno facendo degli studi di lungo periodo sulle saharan dust e sulle sorgenti naturali e antropiche.

 


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