TUGLIE (Lecce) – Telecamere e intercettazioni svelano presunti maltrattamenti in un asilo nido. Sculacciate, rimproveri, strattoni nei confronti di bambini tra i tre e i cinque anni. Un caso è finito all’attenzione della Procura. La vicenda, delicata e complessa, arriva da Tuglie. Una maestra rischia di finire sotto processo con l’accusa di maltrattamenti verso fanciulli: L.D.F., 51enne di Alezio. Il pubblico ministero Stefania Mininni ha chiuso le indagini e ha chiesto il rinvio a giudizio della maestra. Ora un gup dovrà fissare la data dell’udienza preliminare. L’inchiesta è stata lunga e complessa. L’input è stato fornito dalle segnalazioni di diversi genitori che hanno raccolto le confidenze dei figli. I piccoli hanno raccontato i soprusi (al momento presunti) subìti in classe. I carabinieri della Compagnia di Gallipoli hanno avviato gli accertamenti. Nell’istituto sono state installate alcune telecamere che hanno ripreso in diretta le punizioni inflitte dalla maestra ai bambini.
Gli episodi accertati si sono verificati in un brevissimo arco temporale: da dicembre 2014 a gennaio dell’anno successivo. Più casi. Ai danni di bambini ma anche di alcune bambine. Intimidazioni, offese, minacce all’indirizzo dei piccoli tanto che nel capo d’imputazione lo stesso pm sottolinea “i cambiamenti umorali dei piccoli, minzioni involontarie e variazione del comportamento quotidiano”. Il pm tratteggia anche il profilo della maestra quando scrive: “teneva un comportamento improntato a sterile autoritarismo nei confronti degli alunni a lei affidati”.
Tutti gli episodi di presunti maltrattamenti condensano un clima di terrore in classe. Minacce ai bimbi di far loro del male. Offese come “vandali”, “scemo”, “fessa” e “proibizioni” come non andare al bagno. Non solo violenze psichiche ma anche fisiche. Sculacciate, tirate per i capelli, strattoni, minacce di finire su un lampadario o di finire appesi su una finestra. In un solo giorno almeno sei bimbi sarebbero stati minacciati e picchiati. Altri, invece, non sono stati identificati. I carabinieri hanno ascoltato i genitori e acquisito le immagini delle telecamere. Poi una dettagliata informativa è confluita sul tavolo del magistrato. L.D.F. è difesa dagli avvocati Rocco Vincenti e Antonio Lanfranco.
Francesco Oliva