Sei anni di reclusione per i 25 grammi di cocaina trovati nella sua auto. E’ la condanna inflitta a Maria Montenegro, 47 anni, di Monteroni con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La sentenza è stata emessa in abbreviato dal gup Carlo Cazzella. Il giudice si è allineato alla richiesta invocata dal pubblico ministero Roberta Licci e non ha concesso le attenuanti generiche. In sede di udienza di convalida la donna, assistita dall’avvocato Angelo Vetrugno, ammise il possesso sostenendo che la droga ritrovata era destinata ad un uso esclusivamente personale.
La Montenegro finì in manette agli inizi di novembre. L’operazione fu eseguita dai finanzieri del Gico (il Gruppo Investigativo della Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza). Già da tempo, gli investigatori seguivano i movimenti della donna. Pedinarono la Montenegro per diverse centinaia di metri prima di fermare la donna alla guida della propria auto all’altezza dell’Università Ecotekne sulla strada per Monteroni. I segnali di nervosismo della Montenegro insospettirono gli investigatori. I finanzieri eseguirono così una perquisizione nell’abitacolo scovando la droga: circa 25 grammi di cocaina contenuta all’interno di un unico involucro.
La Montenegro non era sola in macchina. Viaggiava in compagnia di un’altra donna e di un uomo che, però, furono rilasciati poco dopo. Per la Montenegro, invece, sentito il pubblico ministero Roberta Licci, scattò l’arresto. La donna è moglie di Alessandro Caracciolo, il 52enne di Monteroni, coinvolto nella maxi inchiesta “Vortice Déjà-vu”. Proprio nei giorni il pubblico ministero Guglielmo Cataldi ha formalizzato le richieste di condanna invocando sette anni per Caracciolo.
F.Oli.