VERNOLE (Lecce) – Tre anni e sei mesi per l’incendio dell’auto dell’ex comandante dei carabinieri e di un dottore già sindaco. E’ la richiesta di condanna invocata dal pubblico ministero Roberta Licci in abbreviato per Antonio Cucurachi, il 36enne di Vernole, accusato dell’incendio dell’auto del luogotenente Carmine Schirinzi all’epoca dei fatti al comando della stazione di Vernole. Il verdetto, però, potrebbe essere condizionato da alcuni accertamenti disposti dal gup Simona Panzera. In particolare, il giudice intende chiarire se Cucurachi abbia effettivamente riempito la tanica di benzina prima dell’incendio attraverso la visione di Google Maps. Verrà acquisita una mappa della zona di Castrì, Vernole e Lizzanello per verificare quale direzione si possa imboccare. Per il legale dell’uomo, l’avvocato Silvio Verri, dai fotogrammi di una videocamera di videosorveglianza si vede l’attentatore indossare un giubbotto differente da quello sequestrato dai carabinieri nel corso della perquisizione in casa di Cucurachi che, invece, aveva un cappuccio.
Il 36enne è accusato anche di un altro attentato avvenuto mesi prima ai danni dell’abitazione dell’ex sindaco Ferdinando Pedaci. Anche in questo caso Cucurachi è stato incastrato da una telecamera di videosorveglianza. Servendosi di una diavolina il 36enne avrebbe incendiato la porta d’ingresso in legno dell’abitazione danneggiando le pareti interne. La sentenza è prevista per il 20 aprile. Quel giorno sarà emessa la sentenza. Cucurachi si trova ancora detenuto.
Sotto processo sono finite anche due altre persone: Alessio Mero, 23 anni e Salvatore Brunetti, di 32 entrambi di Vernole. Sono accusati di favoreggiamento. Avrebbero fornito un falso alibi dichiarando ai carabinieri di essere stati in compagnia di Cucurachi in un bar di Pisignano nell’orario in cui si verificò l’attentato ai danni dell’auto del maresciallo.
F.Oli.