TARANTO/LECCE – Plagiata per otto lunghi anni dal suo fidanzato conosciuto in chat. Costretta a denudarsi, a compiere atti sessuali e a soddisfare ogni desiderio del suo ragazzo “virtuale”. Anche gli appetiti più perversi. R.P., un 55enne milanese è stato condannato a sei anni di reclusione con l’accusa di pornografia minorile nei confronti di una ragazza originaria di un comune della provincia di Taranto. La sentenza è stata emessa dal gup Stefano Sernia nel processo che si è celebrato in abbreviato. Così come richiesto dal pubblico ministero Stefania Mininni. Il giudice ha anche disposto una provvisionale di 10mila euro ciascuno alle parti civili e ai genitori assistiti dall’avvocato Viviana Rago. Il processo si è celebrato a Lecce perchè la procura salentina è competente per questi tipi di reati nel distretto che comprende anche Brindisi e Taranto.
Una storia d’amore sbocciata su Internet nel lontano 2006. Quando la ragazzina non aveva neppure 18 anni. Soggiogata, anche per l’ingenuità dettata dalla giovane età. Da un uomo più grande di lei spacciatosi in rete per un suo coetaneo. L’inchiesta è stata messa in moto con una denuncia della ragazza ora maggiorenne presentata presso il centro antiviolenza di Taranto “Alzaia” nel marzo di tre anni fa. Le indagini sono state condotte dalla terza sezione della Squadra mobile di Taranto (specializzata nei reati contro la persona) hanno squarciato il velo su una storia raccapricciante. Da brividi.
La giovane ha raccontato abusi e soprusi subiti nel silenzio e nella vergogna. Nell’estate del 2005 viene avvicinata su Internet da un individuo con nickname “Gianluca 85”. Tra i due inizia una conoscenza. Poi le telefonate. Fino a quando il ragazzo non incomincia a chiedere foto della minore nuda. La giovane acconsente. Anche perché sotto ricatto. Se non avesse assecondato le sue richieste il 55enne avrebbe pubblicato le foto su Internet.
La relazione, nel frattempo, prosegue. E le comunicazioni avvengono anche su Skype. Non solo conversazioni, però. La ragazza è costretta a simulare rapporti orali in una sorta di “addestramento sessuale” così come viene definito dagli investigatori. In questa galleria degli orrori viene coinvolta anche la sorella più piccola. Insieme realizzano alcuni video e l’ “orco” manifesta la volontà di coinvolgere entrambe nei suoi squallidi “divertimenti”. Come effettivamente avviene. La sudditanza nei confronti di quell’uomo diventa totale. La ragazza, ormai maggiorenne, incontra il milanese in un hotel.
Una volta al mese fino al marzo del 2013. E in una stanza d’albergo la ragazza deve soddisfare gli istinti sessuali del suo aguzzino. Affiorano così i primi problemi di salute. Stati d’ansia e ricoveri in ospedale. Fino a quando la giovane non trova il coraggio di denunciare il 55enne dando così il via alle indagini che hanno consentito di smascherare un “orco” sotto le false spoglie di un ragazzo.
F.Oli.