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Incendiano l’abitazione della sorella per vendicare un furto: a processo in due

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TAURISANO (Lecce) – Incendiò l’abitazione della sorella insieme ad un complice minacciando anche il suo legale. Per quella notte di fuoco che infiammò la vigilia di Natale a Taurisano, il gip Giovanni Gallo ha disposto il giudizio immediato per i due attentatori: Francesco Preite e Sergio Caputo, di 45 e 50 anni, rispettivamente di Taurisano e Matino. Le accuse sono contenute nel decreto: incendio doloso, tentato omicidio e stalking. Il processo dovrebbe scattare a marzo. Il condizionale, però, è d’obbligo. Gli avvocati Giancarlo Zompì e Luigi Provenzano, avanzeranno a breve richiesta di abbreviato.

Quel giorno di festa rischiò di finire in tragedia. Tutta colpa dell’eredità. L’abitazione della sorella di Preite venne completamente distrutta dalle fiamme in via Vittorio Emanuele III, nel centro del paese. I due attentatori appiccarono l’incendio, probabilmente servendosi di qualche tanica di benzina. E per puro caso non ci furono feriti. La proprietaria aveva sentito la voce del fratello e del suo amico. Intuendo i cattivi propositi si barricò in bagno per poi trovare una via di salvezza raggiungendo il terrazzo della vicina. Le fiamme, in pochi minuti, s’impossessarono dell’appartamento e di tutti i suppellettili custoditi all’interno. Raccolta la testimonianza della donna (poi soccorsa da un’ambulanza del 118), i poliziotti rintracciarono i due attentatori presso l’abitazione di Preite. Come emerso alle testimonianze raccolte dagli investigatori, i due attentatori si erano resi protagonisti di minacce e danneggiamenti già nelle ore precedenti.

Preite si era presentato davanti all’abitazione della sorella e con un panno imbevuto di benzina aveva dato fuoco alla tenda della porta d’ingresso. Il rogo era stato poi spento dalla proprietaria subito dopo. Dalle minacce non è stato neppure risparmiato il legale delle vittime dell’attentato, l’avvocato Sonia Santoro, avvicinato con atteggiamento minaccioso dai due, per reclamare la restituzione dei beni che – a loro dire – erano stati tolti ingiustamente a Preite in favore della sorella. “Altrimenti ci sarebbe stato un funerale”, dichiararono davanti all’avvocato. Entrambi gli attentatori sono ancora detenuti.

F.Oli.


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