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Centrale di Monteroni, giovedì mobilitazione popolare a Lecce. Trevisi (M5S): “Ci saremo”

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LECCE – Giovedì 11 febbraio alle ore 9, partirà a Lecce la manifestazione di protesta, a cui stanno aderendo numerosi cittadini ed associazioni contro la centrale a biometano a Monteroni. Il luogo di raduno dei manifestanti sarà via U. Botti, nei pressi del vecchio ospedale Vito Fazzi. Tutto accade mentre RePOL conferma dati preoccupanti sui tumori nel Salento.

Il consigliere regionale M5S membro della Commissione Ambiente Antonio Trevisi, fa sapere che sarà presente alla manifestazione avendo già espresso la sua contrarietà al progetto: “Sono totalmente contrario a questo progetto, in quanto il sito individuato è assolutamente non idoneo ad ospitarlo, non avendo nessuna caratteristica industriale ed essendo troppo vicino alle abitazioni. Ricordo alla ditta proponente (la PAR srl) che questo impianto non è l’unica soluzione possibile per trattare i rifiuti organici, come vorrebbe lasciar intendere il volantino diffuso dall’azienda in tutte le case del paese. Nei contesti più densamente popolati si può utilizzare il compostaggio di prossimità o di quartiere oppure piccoli impianti aerobici come quello presente nella vicina ad Arnesano. Invece, gli impianti di digestione anaerobica come quello che vuole realizzare la PAR srl sono proprio quelli più speculativi e impattanti per i cittadini e, per questo motivo è fondamentale che siano ubicati a giusta distanza dai centri abitati”.

Nel Salento, come dimostrato da diversi rapporti prodotti dagli anni, è emergenza tumori. E’ un problema drammatico e da affrontare con la massima solerzia, occorre intercettare le cause e ridurre i fattori di rischio. Un dato sembra certo e riguarda le pressioni ambientali presenti nell’aria che respiriamo, contaminata da polveri sottili, diossine e altre sostanze cancerogene.

“Nelle penisola salentina – conclude Trevisi – in particolare nella Terra d’Otranto, bisognerebbe lavorare per ridurre drasticamente le emissioni; qui, invece, sembra accadere il contrario. Spuntano fuori di continuo nuovi progetti per la realizzazione di centrali a biomasse, a biogas, inceneritori e perfino il progetto di un tempio crematorio che dovrebbe raccogliere le richieste provenienti da gran parte del Sud Italia.”

 


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