LECCE – «Non siamo personale paramedico, non siamo infermieri». La polizia penitenziaria continua a spiegare questi concetti da anni ormai, ma la situazione peggiora. Il personale, quindi, è costretto a fare di tutto: dallo psicologo, all’intrattenitore e infermiere. L’ultimo caso si è verificato ieri, verso l’1:30 di notte. Ancora una volta in quattro poliziotti si sono dovuti muovere da Borgo San Nicola per accompagnare un detenuto in ospedale al Vito Fazzi. Il nosocomio leccese che già esplode, ora dovrebbe affrontare le emergenze dei detenuti. Sono anni che la polizia penitenziaria chiede che venga creato un presidio sanitario all’interno del carcere per risparmiare sulle traduzioni, ma anche qui la risposta è solo il silenzio. Ieri, l’ennesima odissea per un detenuto nigeriano in stato di confusione mentale. Dopo una visita, «l’uomo è stato letteralmente parcheggiato presso il locale di sosta temporanea riservato alla Polizia penitenziaria, luogo in cui il predetto rimane per tutta la sua degenza, ovvero dalle ore 01:30 del 07/02/2016 al 08/02/2016, letteralmente allocato su di una barella!».
I sindacalisti dell’Osapp sono esterrefatti. «In balia della sorte! – tuonano – Inoltre, il personale di Polizia, è stato costretto a sostare in mezzo al corridoio dove vi era un continuo via vai di persone che venivano sottoposti a controlli medici, senza nessun confort! Costringendo il personale di andare alla ricerca di sedie per potersi adagiare nel predetto corridoio vista la lunga permanenza diurna e notturna per di più, a rincorrere il personale medico nonché, infermieristico affinché quest’ultimi prestassero assistenza al detenuto in questione, a questo ci si chiede e si domanda: molto probabilmente qualcuno sta fraintendendo il ruolo degli Agenti di Polizia con quelli del personale paramedico infermieristico – o cosiddetto OSS. In merito a quanto segnalato, si chiede che le istituzioni, ognuno per la sua materia di competenza, intervengano affinché la Direzione Sanitaria del locale nosocomio ponga rimedio a quanto esposto e verificatosi al fine di poter espletare i servizi di traduzione e piantonamento nella massima sicurezza e nel rispetto delle persone sottoposte a cure nonché, del personale impiegato».
L.B.