LECCE – “A meno di ventiquattro ore dal tragico epilogo della vertenza Alba Service che coinciderà con l’apertura delle procedure di licenziamento collettivo per i 130 dipendenti della società partecipata della Provincia di Lecce, appare più che superfluo continuare a perdersi dietro le polemiche politiche”. Lo dichiara il Coordinatore provinciale di Forza Italia, Paride Mazzotta.
“Dall’inizio della grave crisi aziendale e di quello che per i lavoratori è diventato ormai un vero e proprio calvario – prosegue – di tempo ne è trascorso sin troppo. Così come dannosi e superflui si sono rivelati i rimpalli di responsabilità tra enti e istituzioni coinvolti a tutti i livelli nella vicenda.
Così, di polemica in polemica è trascorso un anno. Dodici mesi in cui di parole ne sono state dette tante ma di soluzioni concrete per garantire un futuro lavorativo certo a queste famiglie non ne sono individuate. Ciò che rimane ora di incontri, tavoli tecnici e interventi politici a tratti infuocati sono 130 dipendenti costretti a fare i conti con sette mesi di stipendi arretrati e un futuro all’insegna della disperazione.
A noi ora non interessa più individuare i responsabili di questo ennesimo disastro occupazionale e sociale che si abbatte sul Salento. Però crediamo ancora che si possa ancora rimediare. C’è ancora tempo, anche se molto poco in realtà, per rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per individuare una soluzione concreta utile a restituire dignità e certezze a queste famiglie salentine.
Purtroppo non abbiamo la bacchetta magica, comprendiamo che la vertenza non è di facile soluzione e non metteremo sul tavolo pseudo-soluzioni fantasiose come se ne sono viste e sentite tante in questi mesi. Ciò che possiamo fare, però – conclude Mazzotta – è metterci a disposizione come singoli amministratori a tutti i livelli istituzionali affinché da qui ai prossimi 60 giorni si ridisegni in maniera seria e concreta il futuro aziendale di Alba Service e si possa restituire serenità a questi lavoratori che rischiano di pagare sulla propria pelle il prezzo più alto di scelte politiche che definire scellerate è quasi un complimento”.