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Minacce e sequestro di persona per droga: minorenne sotto processo, fratello chiede la messa alla prova

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LECCE – Soldi, droga, richieste estorsive e persino un giovane sequestrato con la minaccia di tagliargli un dito o un orecchio. Su questa vicenda in stile gomorra in giornata si è svolta l’udienza preliminare a carico di due fratelli leccesi. Per il più grande, ora maggiorenne, l’avvocato Francesco De Giorgi ha chiesto la messa alla prova su cui il giudice Silvia Minerva (fresca di nomina) si pronuncerà il 30 marzo per consentire così con i servizi sociali di avviare un programma di recupero in modo tale da estinguere il reato e conservare la fedina penale pulita. Il fratello, più piccolo, ancora minorenne, difeso sempre dall’avvocato De Giorgi e dal collega Paolo Cantelmo, non ha aderito al perdono giudiziale fiducioso di poter dimostrare la propria innocenza nel corso e il processo scatterà il 3 aprile davanti ai giudici in composizione collegiale.

Sul banco degli imputati c’è un terzo ragazzo, il più grande della ghenga. Pierluigi Rollo, 29enne, anch’egli residente a Lecce, è già finito sotto processo. A difenderlo l’avvocato Stefano Prontera. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, sequestro di persona e minacce aggravate. “Pericolosi e legati ad ambienti illeciti” si leggeva nell’ordinanza a firma del gip Aristodemo Ingusci con cui i due fratelli vennero arrestati dai carabinieri a maggio del 2018.

A mettere in moto l’indagine è stata la vittima delle richieste estorsive: un 44enne residente a Mesagne, comune in provincia di Brindisi. L’uomo ha denunciato i suoi presunti pusher estorsori di neppure a 18 anni a febbraio integrando la denuncia nei mesi successivi. Ai carabinieri ha raccontato di aver conosciuto i due fratelli durante la sua permanenza a Lecce dove ha vissuto per ragioni di lavoro per circa due anni rifornendosi così di sostanza stupefacente (5 grammi di marijuana a settimana per un totale dall’1 al 31 gennaio del 2018 di 25 grammi). Il 44enne avrebbe anche anche maturato un debito di 250 euro pagato in due rate (di 125 euro a marzo del 2018 e di 155 euro il mese dopo). In più, in un momento successivo, avrebbe sborsato altri 30 euro per non avere più alcun contatto con i suoi pusher. Storia finita? Per niente. Non contenti i due fratelli avrebbero cercato di taglieggiare altri soldi al 44enne così come accerterebbero una serie di telefonate e di messaggi inoltrati al 44enne a febbraio. Con minacce di sparargli con una pistola calibro 9 e di tagliare un orecchio o un dito ad un suo amico di 17 anni sequestrato dai suoi taglieggiatori. In una telefonata collocata intorno alle 20.30 del 10 febbraio i due fratelli avrebbero riferito “…che avrebbero massacrato di botte …”.

Nel corso delle indagini la vittima del presunto sequestro è stata sentita dai carabinieri. Ha escluso di essere stato preso in ostaggio confermando comunque la triangolazione delle minacce denunciata in precedenza dal suo amico brindisino ai carabinieri. Telefonate, messaggi, contatti, però, lascerebbero pochi dubbi. Per gli inquirenti la ricostruzione della parte lesa è stata ritenuta attendibile in quanto adeguatamente riscontrata dalle risultanze dei tabulati.

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