PARABITA (Lecce) – Rischio di reiterazione del reato e attualità delle esigenze cautelari. Ecco le motivazioni che hanno convinto i giudici del Tribunale del Riesame ad accogliere solo parzialmente il ricorso della difesa di Giuseppe Provenzano concedendo all’ex vicesindaco di Parabita gli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Coltura”. Nelle 83 pagine del provvedimento i giudici del Tribunale per la Libertà sottolineano l’attualità delle esigenze cautelari quando scrivono: “le condotte dell’ex sindaco, ormai dimissionario, in favore del sodalizio appaiono talmente stabili e costanti da fargli rasentare il ruolo di intraneo all’associazione di cui era a totale e completa disposizione”.
Proprio sotto il profilo dell’attualità delle esigenze cautelari i giudici rimarcano che “il fiancheggiamento di Provenzano al clan Giannelli è proseguito fino al suo arresto”. “E che, in assenza di una misura cautelare, l’ex vicesindaco può continuare, anche indirettamente, a favorire il sodalizio proprio attraverso i contatti con amministratori ancora in carica indicati da Massimo Donadei come molto vicini all’associazione”. Questo perché, ed è un ulteriore passaggio contenuto nelle motivazioni, “gli arresti non hanno comunque debellato il sodalizio in questione che è molto ben radicato sul territorio e che proietta i suoi tentacoli fino all’interno dell’Amministrazione comunale”. Provenzano è assistito dall’avvocato Luigi Corvaglia.
F.Oli.