LECCE – Il Comune di Lecce ripresenta per la seconda volta la richiesta di costituzione di parte civile nel processo “Eclissi”. L’atto è stato consegnato ai giudici ai giudici della seconda sezione collegiale nel troncone processuale in cui nove imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. La richiesta di costituzione di parte civile è stata avanzata per i tre imputati accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso: Mario Blago, 63 anni; Luigi Buscicchio, detto “zio Gino”, 58; Ubaldo Luigi Leo, alias “Aldo”, 51, tutti di Lecce. Il presidente del collegio Roberto Tanisi ha però rinviato la decisione sull’eventuale ammissione al prossimo 7 marzo.
Non è la prima volta che il Comune cerca di entrare nel processo che nel novembre di due anni fa consentì di smantellare le ultime consorterie attive a Lecce. La richiesta di costituzione di parte civile venne avanzata già il 15 gennaio scorso nel processo in abbreviato (nel quale il pm Guglielmo Cataldi ha invocato 830 anni di carcere per 80 imputati) ritenuta, però, tardiva dal gup Giovanni Gallo. L’avvocato Tiziana Bello aveva inteso costituirsi parte civile nei confronti di Danilo Piscopo e Manuel Prinari “al fine di ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali conseguenti alla fattispecie di reato contestate ai suddetti imputati, in quanto gravemente lesive dell’immagine della Città di Lecce e della sicurezza del proprio territorio”.
L’operazione antimafia, condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce, svelò l’esistenza di probabili contatti fra esponenti della malavita locale e alcuni candidati al consiglio comunale nella tornata elettorale di cinque anni fa. Nelle carte dell’inchiesta sono contenuti i meccanismi con cui il clan avrebbe gestito il voto: le persone venivano direttamente accompagnate al seggio trattenendo le schede elettorali ed avendo anche influenza sulla nomina dei rappresentanti di lista. Non solo. Il noto medico Severo Martini, candidato con la lista di “Io Sud” e divenuto uno dei consiglieri più suffragati, sarebbe stato costretto ad affidare la gestione della propria campagna elettorale alla criminalità. Avrebbe anche versato nelle casse del clan 1 euro e 30 centesimi per ogni manifesto raffigurante il suo volto e il suo nome.
Sul banco degli imputati compaiono anche Giovanni Bramato, 39 anni, di Torre Pali, marina di Salve; Fabio Lanzillotto, 32, di Galatone; Fahir Cherki, 55enne, di origini marocchine, Ubaldo Luigi Leo, detto “Aldo”, 51; Sergio Marti, 43, di Lecce; Stefano Monaco, 26, di Lecce e Luigi Antonio Rollo, 59, di Lizzanello. Nel corso dell’udienza è stato sollevato un problema di notifica per Rollo mentre sempre il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Guglielmo Cataldi, ha depositato alcune conversazioni che dovranno essere trascritte da un perito. Tutte queste questioni preliminari, compresa la richiesta di costituzione di parte civile, verranno decise fra poco più di un mese. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Antonio Savoia, Paolo Cantelmo, Luigi Rella, Alessandro Stomeo, Giuseppe e Pasquale Corleto, Cosimo Rampino e Roberto De Mitri Aymone.
F.Oli.