LECCE – Usura ed estorsione: sono le due facce della stessa medaglia. Reati infamanti che ritraggono i profili di un giano bifronte malefico, fenomeni illeciti che spesso e volentieri vanno sempre più a braccetto. E con le vittime ormai assuefatte che collaborano sempre meno. Eccolo lo scenario criminale tratteggiato nelle circa 90 pagine della relazione del presidente dell corte d’Appello Marcello Dell’Anna. Dalla relazione del Procuratore Generale, emerge una sorta di stabilizzazione nel periodo 2014/2015 degli interessi sul territorio della criminalità, già segnalata negli anni precedenti, Ma anche manifestazioni di operatività dei clan “storici” e di gruppi gravitanti sebbene molti degli esponenti di maggiore spessore siano detenuti in carcere.
Con riguardo alla situazione di detenzione-scarcerazione, ad avviso del Procuratore della Repubblica si registra qualche vicenda di “benevolenza” giudiziaria, che si estrinseca in “forte riduzione di pena” ad imputati di delitti associativi, sia contestualmente alla condanna sia in sede esecutiva: tanto attraverso il ricorso all’applicazione dell’istituto della “continuazione”, in base al quale il “nuovo” reato viene configurato come ulteriore segmento di partecipazione all’associazione. Ad ostacolare l’azione di contrasto alle manifestazioni criminose concorrono la “scarsa collaborazione di molte vittime di condotte criminose e violente”, la crisi economica, che ha condotto creditori a ricorrere ad ambienti della criminalità organizzata per il soddisfacimento delle proprie ragioni, la solidarietà che le diverse fazioni mafiose mostrano di serbare verso loro esponenti con conseguente accettazione delle regole mafiose.
A questi dati si collegano l’attenzione che le varie fazioni manifestano per il mantenimento degli equilibri e per la eliminazione delle situazioni di contrasto nonché la ripresa della ritualità delle affiliazioni. Il Procuratore Generale, nel ribadire la ripresa dell’interesse della criminalità organizzata verso il territorio della provincia di Lecce, segnala la rinnovata vitalità, non più tanto “sommersa” come negli anni precedenti soprattutto nei settori del traffico di stupefacenti e delle estorsioni. Sintomatici in tal senso sono gli episodi di danneggiamento, intimidazione, violenza, incendi di autoveicoli (aumentati di circa il 40%), esplosioni di ordigni presso esercizi commerciali, stabilimenti balneari, agenzie, studi professionali, ritrovamento di ordigni inesplosi, invio di munizioni, silenzio delle vittime. In questo quadro, il Procuratore Generale – dopo aver riportato gli episodi più eclatanti – ha collocato, in relazione alle elezioni comunali del 2012, collegamenti tra candidati e ambienti mafioso criminale inseriti nell’operazione “Eclissi). Il Presidente della Corte d’Appello Marcello Dell’Anna ha poi menzionato le principali inchieste antimafia Come le operazioni “Vortice – Déjà-Vu” e “Paco” che hanno stroncato nel nord della provincia di Lecce un radicato sodalizio.
CARABINIERI – Sul piano generale il Comando ha sottolineato la limitata operatività sul territorio delle organizzazioni criminali, storicamente aderenti al cartello della “Sacra Corona Unita”, tanto grazie all’azione coordinata della Procura della Repubblica e delle forze di polizia; la rilevanza, anche attuale del fenomeno estorsivo, finalizzato al procacciamento di fondi per il finanziamento delle attività criminali nel campo del traffico di sostanze stupefacenti e per il mantenimento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie; l’attività di prevenzione svolta nel campo dei reati contro il patrimonio e lo spaccio di sostanze stupefacenti; l’operatività contro gli sbarchi di clandestini; il movimento di indagini patrimoniali finalizzate al sequestro di beni ed alla proposizione di misure “interdittive antimafia”; la sottoscrizione del cosiddetto protocollo della legalità presso la Prefettura di Lecce con le pubbliche amministrazioni in funzione di prevenzione di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore degli appalti e delle concessioni di lavori pubblici.
FINANZA – Il Comando Provinciale di Lecce della Guardia di Finanza ha permesso che l’azione svolta nell’anno venisse finalizzata in particolare al contrasto dei fenomeni di illegalità, che, nel loro insieme, integrano una seria minaccia alla stabilità del sistema sociale e produttivo e che in quanto tali mettono a repentaglio interessi collettivi e individuali: in questo quadro si collocano l’evasione fiscale, il sommerso, la criminalità organizzata, il riciclaggio, l’abusivismo finanziario, le truffe ai danni dei risparmiatori, la contraffazione in ambito sia nazionale che europeo. L’azione di contrasto alla criminalità organizzata si è snodata attraverso attività di tipo preventivo con indagini di natura economica-patrimoniale, finalizzate all’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali, di tipo repressivo per la disarticolazione di gruppi organizzati, e di tipo ricognitivo mediante monitoraggio e investigazioni, volte a prevenire l’ingerenza mafiosa nell’economia legale. Il Comando ha poi evidenziato le operazioni più significative: quella denominata “Clean Game” in materia di gioco d’azzardo, nella quale è stata appurato il coinvolgimento di importanti esponenti della criminalità organizzata.
POLIZIA – La Questura di Lecce, in linea con le osservazioni svolte dalla Procura della Repubblica, ha segnalato la persistenza dell’attività della Sacra Corona Unita in funzione del controllo del territorio. In questo senso hanno influito da un lato le scarcerazioni di importanti esponenti dei clan salentini nonché la presenza sullo scenario criminale di figli e parenti dei cosiddetti capi storici. Importanti, numerose e specificatamente indicate in dettaglio sono state le operazioni svolte dalla Questura sia in ordine all’attività investigativa che relativamente all’esecuzione di misure cautelari personali e reali. In particolare l’attività della Questura si può riassumere nei numeri cospicui di persone arrestate (142), di quelle indagate (1061), nel sequestro di sostanze stupefacenti (oltre 16 chili).
POLIZIA MUNICIPALE – Rilevante è stata l’attività della Polizia Municipale, che si è sviluppata essenzialmente nel campo dell’abusivismo edilizio e nella tutela ambientale, come l’evasione di pratiche di contrasto ad amianto e discariche abusive.
F.Oli.