SALENTO – Le trattative per le amministrative di primavera, vero banco di prova per ogni partito, stanno facendo emergere uno scontro in Forza Italia, che i vertici cercano di tenere sotto controllo. È come una partita a scacchi in cui il commissario Luigi Vitali muove le sue pedine per evitare di essere delegittimato da un asse che prende sempre più piede nel partito: quello costituito da Aloisi, Caroppo e Mazzotta. È una specie di botta e risposta continuo, col rischio di far esplodere la guerra aperta. Non si tratta solo di retroscena e indiscrezioni, perché ci sono i fatti che parlano chiaro. Vitali ha cercato di ridimensionare Aloisi, affermando che lo ha rimosso dalla carica di responsabile dei Dipartimenti «per inattività», poi ha messo fuori gioco De Gaetanis nominando a capo del circolo cittadino leccese, Federica De Benedetto, l’anti-Mazzotta per eccellenza. Prima di essere rimosso dall’incarico, l’ex segretario cittadino leccese di Forza Italia ha chiuso un patto di adesione al listone col Pd e alla candidatura di Carla Rugge a Cavallino.
In altre parole ha fatto quello che la sua sostituta, Federica De Benedetto, in ottimi rapporti con l’attuale amministrazione cavallinese in carica, non avrebbe mai fatto. Sì, perché come nella vicenda del Pd cavallinese, che si spacca perché non trova la quadra sul candidato sindaco, qui Forza Italia rischia la spaccatura, perché il diktat di Vitali è quello di essere sempre alternativi alla sinistra. Infatti, negli stessi giorni in cui a Nardò il segretario regionale esaltava «l’unità del centrodestra, il rinnovamento, il mettere in cantina gli inciuci e l’essere alternativi alla sinistra», a Cavallino, i forzisti facevano scelte molto diverse da quelle sbandierate dai «puristi della destra». Oggi, però, arriva la bacchettata di Luigi Vitali: «Il patto tra Forza Italia e il Pd a Cavallino non è valido. Noi siamo alternativi alla sinistra. Se vogliono chiudere questi accordi, lo facciano lasciando da parte il nostro partito».
Si tratta di un vero e proprio altolà a De Gaetanis, dopo averlo rimosso dalla segreteria leccese. Poi, però, il coordinatore regionale cerca di edulcorare la sua uscita, in serata, con un comunicato in cui afferma di essere in sintonia con il coordinamento provinciale e puntualizza: «Per le amministrative i tavoli regionali e provinciali del centrodestra trattano solo i comuni superiori a 15000 abitanti: dove, cioè, si presentano i simboli. In quelli inferiori le trattative sono delegate ai riferimenti territoriali. Questo è quanto»
Anche a Lecce la situazione è piuttosto tesa: la nomina di Ripa a capogruppo dei forzisti indispettisce quelli che non fanno parte dell’asse di Mazzotta, quindi polibortoniani e i fedelissimi di Vitali. La commissaria cittadina, secondo alcune indiscrezioni, si sarebbe sentita esclusa: avrebbe voluto discutere la scelta. Paride Mazzotta, con l’ingresso di Nunzia Brandi in giunta, accontenta Aloisi e insieme cercheranno di supportare la candidatura al Parlamento di Andrea Caroppo: con un’elezione di quest’ultimo si libererebbe quel posto in Regione tanto bramato dal primo dei non eletti leccesi. Insomma, tutto si incastra perfettamente, anche l’avvicinamento del segretario provinciale di Forza Italia a Paolo Perrone.
Agli uomini vicini a Vitali, invece, l’accordo con il sindaco è sembrato «un vendersi per delle briciole», mentre «si poteva aumentare il credito e arrivare al tavolo delle trattative per le prossime elezioni più forti». La guerra interna a Forza Italia tra gli uomini di Vitali e quelli più vicini all’asse Aloisi, Caroppo, Mazzotta si sta spostando su vari fronti. Il circolo di Maglie, ad esempio, si riorganizza intorno a Marcantonio Scarpello, ex fittiano, trombando Antonio Russo, che si appella a Luigi Vitali, «unico commissario in grado di ratificare questa assurda sostituzione». Anche qui è sempre la stessa battaglia tra gli uomini vicini al commissario regionale e quelli vicini a chi tenta la scalata. Vitali, però, ridimensiona la spaccatura, non ha voglia di sfasciare il partito: «A Maglie non è successo nulla: hanno deciso questo sulla base di una scelta interna».
Problemi anche a Gallipoli, perché, essendo un comune superiore a 15 mila abitanti, la nomina del segretario cittadino dovrebbe essere approvata dal segretario regionale. «Non ho insistito su questo percorso – spiega il commissario regionale – per non delegittimare Mazzotta, ma si è assunto una grossa responsabilità. Se dovesse perdere, dovrà pagarne le conseguenze».
LA RIVALITÁ TRA CONSERVATORI E RIFORMISTI:
La nascita del gruppo Lecce 2017 in seno alla maggioranza di Palazzo Carafa ha fatto uscire allo scoperto la rivalità interna tra fittiani. D’Autilia è deluso per il mancato ingresso in giunta: stessi malumori per gli altri che, secondo alcune indiscrezioni, si coalizzano con il placet di Roberto Marti. L’ex presidente di Alba Service, in un’intervista al Corrieresalentino.it, ha addirittura spiegato che al posto di Martini si sarebbe dimesso per onorare il patto che era stato siglato nel 2012. L’alleanza tra i delusi potrebbe trasformarsi in una lista e in un movimento con un peso importante nella scelta del prossimo sindaco. Ieri, si parlava di una conferenza in cui sarebbero stati annunciati due nuovi aderenti, ma la fuga di notizie ha fatto sì che tutti oggi si trincerassero in un silenzio stampa improvviso. La conferenza di Lecce 2017 è rimandata alla settimana prossima, a quanto pare.
Garcin