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“Prima che venga domani”: la poesia teatralizzata di Anna Maria Colomba

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LECCE – Si è svolta sabato 23 gennaio 2015 scorso, a Lecce, presso il Fondo Verri in via Santa Maria del Paradiso, la presentazione del libro di Anna Maria ColombaPrima che venga domani (Poetiche tracce)” per le edizioni Editrice Salentina.

Il Fondo Verri, considerato luogo per accogliere e seguire con affetto gli artisti e ogni forma culturale ospita un pubblico molto variegato di cui la poetessa “ha usufruito” nella suo particolarissimo modo di presentare le poesie.

In apertura della serata uno spazio è stato dedicato alla giovane scrittrice e poetessa salentina Claudia Petracca, scomparsa da poco.

Così, la giornalista Pompea Vergaro ha letto una poesia di Claudia sua alleata nei percorsi letterari e artistici: E basta, basta poesia”.

La serata di Annamaria Colomba è stata divisa in due parti: la prima in cui il poeta salentino Gianfranco Serafino e  Pompea Vergaro hanno presentato il libro conversando insieme all’autrice sui suoi versi che sono dedicati e in parte ispirati alle tre madri che hanno formato e segnato la sua vita: la prima, venuta a mancare nei primissimi anni di vita, la seconda che l’ha accolta con cura e amore e la terza, sorella della madre originaria, a cui lei ha voluto molto bene.

La poetessa, secondo il suo solito modo di operare ha coinvolto il pubblico con i suoi versi, il suo motto è accogliere il pubblico e farlo sentire partecipe:

L’emozione palpita attraverso la voce dei presenti perché l’opera poetica di Colomba emoziona e come aveva sottolineato Serafini: “ci si ubriaca di bellezza perché nel libro c’è un’architettura di vita che attraverso i dispiaceri familiari porta la scrittrice a diventare una donna che ama la bellezza”. Sicuramente si intende una bellezza intesa come amore per l’arte e in generale, accompagnato da una forte sensibilità ed amore nei confronti della vita.

La copertina del libro è un’ altra conferma delle abilità artistiche di Anna Maria Colomba, infatti vi è rappresentato  un quadro dipinto da lei stessa e  raccoglie ogni colore delle cinque sezioni poetiche, riconducendo quindi tutto nell’evoluzione del libro.

Una serie di dolori quindi portano Anna Maria Colomba ad avere in un’età matura ma ancora molto giovane un’ urgenza di scrivere anche se nel libro non si esprime solo dolore, ma anche gioia e speranze.

Dopo il dibattito l’autrice ha messo in scena le sue poesie che sono state rappresentate metaforicamente in cinque sfumature di colore espresse con cinque scialli di altrettanti colori corrispondenti ad un emozione diversa.

Il verde per rappresentare la terra e la natura, il nero la mancanza, la terra ,il passato, il buio e la morte, il blu il ricordo, il bianco il sociale, la pace, la luce e la speranza e infine il rosso l’amore e la passione per il teatro. Le poesie hanno scaldato e ognuna a suo modo il cuore dei presenti.

La scenografia e i costumi sono stati curati dalla stessa autrice in collaborazione con Pompea Vergaro, con forte amore e impegno.

La lettura delle poesie è stata inframmezzata da momenti di canto in cui la protagonista rivelava con una voce le cui vibrazioni dolenti e nostalgiche richiamavano il fado argentino e gli antichi canti salentini delle donne che tornavano dai campi.

Teatro, pittura e poesia si sono unite all’unisono facendo vibrare le pareti del Fondo Verri lasciando nella mente degli spettatori immagini evocative di un tempo che fu e di un tempo che ancora deve essere, perché, con la sua voce Anna Maria Colomba è entrata nelle “pieghe” dell’anima seminando germogli di bellezza.

Si conferma Anna Maria Colomba un’artista ad ampio raggio e sono in molti ad attendere le sue nuove creazioni.

 

Jole Passaretti

 


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