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Lottizzazione abusiva “Punta Grossa”: pm invoca sei condanne

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Colpo di scena nel processo sui presunti abusi edilizi nel villaggio turistico “Punta Grossa” sul litorale di Porto Cesareo. Il pubblico ministero Donatina Buffelli ha chiesto l’assoluzione dei 120 titolari degli appartamenti finiti sotto processo con l’accusa di lottizzazione abusiva nell’ambito dell’inchiesta che aveva portato al sequestro. Una svolta. Nei giorni scorsi il pubblico ministero Antonio Negro, titolare del fascicolo d’indagine, aveva depositato una memoria con le conclusioni: condanna ad un anno di carcere oltre a 60mila euro di ammenda. Per il nuovo magistrato, invece, tutti i proprietari sarebbero stati vittima di un raggiro ad opera di Fernando Iaconisi, 64 anni, di Copertino, il costruttore del residence a sua volta tra gli imputati. Una tesi che ha visto la ferma opposizione delle parti civili Italia Nostra e Legambiente che hanno rimarcato la colpevolezza anche dei privati.

La pubblica accusa ha concluso la propria requisitoria invocando la pena più alta proprio a carico di Iaconisi: 3 anni. Due anni di reclusione, invece, sono stati invocati per Claudio Conversano, 67, di Roma, progettista e direttore dei lavori; 1 anno e 6 mesi ad Alessandro Nestola, 61, di Porto Cesareo, progettista; 1 anno e 4 mesi di arresto a Cosimo Coppola, 63, di Torre Santa Susanna, responsabile pro tempore del S.U.A.P.; Luigi Fanizza, 64, di Porto Cesareo, sindaco della cittadina jonica dal 2001 fino al 12 giugno 2006 e Giovanni Razza, 62 di Leverano, responsabile del V Settore Urbanistica del Comune di Porto Cesareo dal 1999 al giugno 2004, all’arresto e il pagamento di un’ammenda di 90 mila euro ciascuno per il danno arrecato all’ambiente.

E’ stata invocata l’assoluzione, invece, per Luigi Ampolo, 68, di Surbo, già responsabile dell’Assessorato all’Urbanistica alla Regione Puglia; Giuseppe Lazazzera, 62, di Bari, già responsabile dell’assessorato all’Urbanistica della Regione Puglia e Luca Limongelli, 60, di Bari, in veste di dirigente del Settore Ecologia dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia con la formula “perchè il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto”. I privati sono finiti sul banco degli imputati per aver messo le mani sugli appartamenti che non potevano essere acquistati con un regolare contratto di compravendita.

E’ stato stilato il calendario delle prossime udienze. Si torna in aula il prossimo 29 febbraio quando inizieranno le arringhe degli avvocati difensori davanti ai giudici della seconda sezione collegiale. La sentenza del Presidente Roberto Tanisi è prevista per il prossimo 18 aprile.

F.Oli.


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