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Evase dai domiciliari ed uccise 73enne per rapinarlo, scatta l’arresto per una 32enne

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omicidio-arnesanoLECCE – Si aprono le porte del carcere per la 32enne leccese Valentina Piccinonno, ritenuta l’autrice dell’omicidio del 73enne Salvatore Maggi, trovato cadavere nella sua campagna la notte del 28 giugno scorso.

Arrestata inizialmente per evasione (alla data dei fatti si trovava ai domiciliari), la donna fu soltanto indagata per il delitto. Ma nelle scorse ore è stata raggiunta dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di omicidio volontario a scopo di rapina.

Maggi fu trovato cadavere nel suo podere tra Carmiano e Magliano, con numerose ferite alla testa ed in varie parti del corpo. Era stato percosso ripetutamente con calci e pugni, dunque colpito con un oggetto contundente. La donna, impossessatasi di vari oggetti in oro e del portafogli della vittima, si allontanò dalla scena del delitto a bordo della Panda del 73enne.

L’indagine iniziò proprio quando la Piccinonno, dopo l’omicidio, venne controllata da una Volante nella zona 167 di Lecce mentre era a bordo della Panda, con la quale poco prima aveva causato un incidente stradale in Piazzale Rudiae.

PICCISottoposta a perquisizione personale dai poliziotti, le furono rinvenuti nel reggiseno gli oggetti in oro, che dichiarò di avere ricevuto in regalo dal Maggi in cambio di una prestazione sessuale. Nell’auto, però, furono trovati anche alcuni indumenti della 32enne intrisi di sangue.

In sede di interrogatorio la donna dichiarò di essersi allontanata da casa dopo un litigio con la madre e che, dopo avere fatto un lungo tratto di strada a piedi per raggiungere l’abitazione di un suo parente, sarebbe stata avvicinata da un uomo anziano che era alla guida di una Fiat Panda grigia, che le avrebbe offerto un passaggio invitandola anche a consumare una bevanda.

Secondo la ricostruzione della donna, dopo aver bevuto qualcosa nel bar (circostanza riscontrata dagli investigatori durante le indagini) l’uomo avrebbe imboccato una strada di campagna iniziando a palpeggiarle il seno e mettendole nel reggiseno degli oggetti in oro.

Giunti in un appezzamento di terreno, poi, avrebbe tentato di violentarla e lei avrebbe reagito sferrandogli calci e pugni, colpendolo ripetutamente. Subito dopo lo avrebbe lasciato per terra sanguinante, mettendosi alla guida della macchina dell’uomo dopo essersi cambiata i vestiti macchiati di sangue.

Le testimonianze raccolte ed i risultati dell’indagine avviata dalla Squadra mobile, tuttavia, hanno smentito le dichiarazioni rese in fase di interrogatorio dalla Piccinonno, facendo configurare invece il reato di omicidio volontario, commesso al fine di commettere il delitto di rapina.

Le stesse attività investigative hanno portato ad identificare l’uomo che era con la 32enne quando, con la Fiat Panda della vittima, provocò l’incidente stradale. Anche questi ha ricostruito la vicenda in maniera dissimile rispetto alla versione fornita dalla Piccinonno, specificando di avere accettato una richiesta di aiuto della donna che aveva incontrato vicino alla stazione Ferroviaria di Lecce: gli aveva confidato di aver subito un tentativo di violenza sessuale.

Al ragazzo la Piccinonno avrebbe chiesto di accompagnarla a Monteroni per verificare le condizioni dell’uomo che aveva colpito nel tentativo di difendersi. Entrato in macchina ed avvedutosi dei panni insanguinati, però, il giovane si sarebbe spaventato, defilandosi da quella brutta vicenda.

Le conclusioni della consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Pubblico Ministero hanno evidenziato come Maggi sia deceduto a causa delle lesioni conseguenti ad una o più cadute al suolo, subìte nel corso di una colluttazione o di una aggressione e che, in mancanza di gravi traumi cranici, la morte non si sarebbe verificata.

La Piccinonno, inoltre, nel corso dell’interrogatorio ha ammesso di avere colpito con violenza e anche con oggetti contundenti la vittima. Ma il suo comportamento dopo il presunto episodio di violenza sessuale l’ha tradita: anziché chiedere l’aiuto di qualcuno per allertare le forze dell’ordine, cercò invece l’ausilio di un terzo soggetto, per verificare le condizioni di salute dell’uomo, che sapeva di avere sicuramente ucciso.

L’ordinanza applicativa della custodia cautelare, disposta dal gip Alcide Maritati, è stata notificata presso la Casa Circondariale di Borgo San Nicola, dove la donna si trova reclusa per estorsione e lesioni personali commessi in danno della madre, qualche giorno dopo la sua scarcerazione per il reato di evasione commesso il giorno dell’omicidio. L’arrestata è difesa dall’avvocato Giuseppe Talò. I familiari della vittima, invece, da Luigi e Roberto Rella.


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