LECCE – La questione degli alloggi Erp in vendita continua a far discutere. L’attenzione si è concentrata sull’asta in cui è stato «aggiudicato provvisoriamente» il lotto 37 in via delle Giravolte al civico 29: nell’avviso pubblico di spiega che si tratta di un’unità abitativa con destinazione d’uso residenziale, in stato manuntentivo discreto, da vendersi alla cifra di 72 mila euro, previa cauzione pari a 8 mila euro. L’«aggiudicazione provvisoria» poi verrà effettuata il 25 novembre del 2014 in favore di una nota imprenditrice leccese che gestiste alcuni centri di benessere. Si tratta di un alloggio che in origine, secondo alcune indiscrezioni, era stato occupato abusivamente: quindi, chi ne usufruiva non aveva il diritto di prelazione che la legge 560 sull’edilizia residenziale concede agli assegnatari e ai loro familiari. Sulla questione il dirigente del Settore Patrimonio Mobiliare e Immobiliare, Paolo Rollo, si è impegnato a fare ulteriori verifiche, ma spiega che, anche se non si tratta di un bene tra i 174 che la Regione aveva autorizzato ad alienare, si potrà sempre chiedere in un secondo momento la «sanatoria». «Se l’abbiamo messo in vendita, vuol dire che era vuoto – spiega il funzionario – La vendita ce la faremo autorizzare dopo».
Un’autorizzazione ex post che non convince le opposizioni: qualcuno sente puzza di bruciato. «Aver sottratto da circa due anni alloggi destinati all’emergenza abitativa tenendoli vuoti al fine di poterli vendere è stata una operazione politicamente scellerata e socialmente iniqua – spiega il consigliere Antonio Rotundo del Pd – in una città che assiste quotidianamente allo spettacolo triste e disumano di persone costrette a vivere per strada o in macchina e dove le famiglie in graduatoria in attesa dell’assegnazione di un alloggio che non arriva mai superano le mille unità è davvero ingiustificabile il comportamento tenuto dall’Amministrazione Comunale». Domani la Commissione Bilancio di Palazzo Carafa si riunirà per esaminare il Dup e per capire se la giunta su quegli alloggi ha deciso di fare dietrofront. Intanto, l’opposizione fa una domanda all’amministrazione: «Sugli alloggi del centro storico c’è un reale dietrofront oppure il ripensamento è solo di facciata?». La Giunta Comunale, infatti, ha riconfermato appena qualche settimana fa, precisamente il 22 dicembre scorso, nel Documento Unico di programmazione (DUP), la vendita degli alloggi di via Bombarde, via M. Basseo, Vico del Sol, via Ferrante d’Aragona, via Giravolte, Corte dei Carretti, Corte dei Mesagnesi, Corte dei Morosini e altri beni.
«Da alcune dichiarazioni- continua Rotundo – avevamo capito che si revocava tutta l’operazione, anche perché la legge assoggetta la vendita del patrimonio Erp alla normativa della 560/93, palesemente violata in questo caso, perché – come è oramai chiaro a tutti – questi alloggi non rientrano tra i 174 per i quali la Regione Puglia ha concesso la preventiva autorizzazione, così come prescrive la legge». Intanto, anche negli uffici comunali continuano le verifiche. Il Consiglio comunale, insomma, ha votato per la vendita di alloggi Erp, probabilmente senza sapere che potrebbero esserci dei problemi? «È necessario verificare – spiega l’assessore regionale alla Pianificazione Territoriale, Annamaria Curcuruto – Bisogna capire se quel bene fosse effettivamente in origine un alloggio Erp: in quel caso, ci sarebbero un po’ di problemi, perché bisognerebbe autorizzare la vendita». Il giallo è tutto qui: se era davvero necessaria l’autorizzazione regionale, perché non chiederla prima della vendita?
Garcin