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Avvocati, un incontro con il Prefetto contro l’ipotesi trasferimento della Corte d’appello

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IMG_3305LECCE – Un incontro esteso ad Istituzioni e Prefetto contro l’ipotesi del Governo di trasferire la Corte d’appello di Lecce a Bari o addirittura fuori dai confini provinciali. E’ quanto deciso dagli avvocati leccesi che, in giornata, sono tornati a riunirsi nell’aula magna della Corte d’appello del Palazzo di Giustizia. La mozione presentata dagli avvocati Walter Zappatore, Paolo Spalluto, Maurizio Pinca ha conglobato tutte le altre anime dell’assemblea ed alla fine è diventata unitaria. L’avvocatura leccese fa squadra, quindi, contro la progettualità governativa di trasferire gli uffici delle Corte d’appello. Per le toghe salentine si tratterebbe di un disagio non solo per gli avvocati ma anche per gli impiegati, i magistrati e i cittadini.

L’assemblea ha così deliberato di indire quanto prima un’ulteriore convocazione a cui parteciperanno i magistrati, gli impiegati, le autorità politiche e il Prefetto per creare una forma di presidio a fronte di “questa ulteriore disfunzione dell’apparato giudiziario”. Un trasferimento della Corte d’appello produrrebbe danni con effetto domino. Il cittadino che si deve rivolgere al sistema giudiziario anche nei processi di secondo grado ha bisogno di un sistema efficiente e di fronte a queste iniziative governative bisogna lottare in maniera compatta hanno spiegato gli avvocati in aula.

“Siamo sull’orlo dell’olocausto dei dritti civili dopo l’eliminazione delle sezioni distaccate”, ha dichiarato in aula l’avvocato Zappatore, “e l’intera avvocatura deve fare fronte comune contro iniziative scellerate nella gestione dell’apparato giustizia”. Il numero dei partecipanti all’assemblea si è sensibilmente ridotto rispetto alle ultime riunioni anche alla luce del lassismo del governo alle tante istanze che sono state presentate negli ultimi mesi. Ha inciso non poco il fatto che gli avvocati debbano essere presenti in udienza in un orario in cui si svolgono la maggior parte dei processi.

Per consentire una partecipazione più ampia alle assemblee e tutelare così i diritti di categoria l’avvocatura ha redatto una mozione che comporti la sospensione di tutte le udienze ad eccezione di quelle in cui è prevista la presenza di detenuti. Una sorta di legittimo impedimento per allargare il numero dei partecipanti all’interno di una classe forense che, mai come in questo delicato momento storico, si sente sfiduciata e demotivata.

F.Oli.


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