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L’accordo regionale salta, Vitali: «Fittiani confusi». Poi avverte i suoi: «Chi fa accordi personali con Perrone è fuori»

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luigi-vitaliLECCE – L’attuazione dell’accordo regionale per alleanze organiche tra fittiani e berlusconiani in tutta la Puglia si è rivelata più difficile del previsto. Nel comune più importante della provincia di Lecce, ovvero Nardò, che andrà al voto in primavera, i Conservatori e Riformisti, dopo qualche tentennamento, hanno chiuso su Antonio Vaglio (come vi abbiamo già anticipato sul Corrieresalentino.it): si tratta di un ex un sindaco di sinistra, ma solo per un periodo, perché ha spesso militato nel centrodestra, soprattutto agli esordi della sua carriera politica. Forza Italia, invece, proprio a Nardò, ha messo insieme tutto il resto delle sigle nazionali del centrodestra e corre con un candidato sindaco dell’Udc, Flavio Maglio, realizzando così un’apertura al centro. «A Nardò abbiamo fatto un bel lavoro, anche se l’accordo regionale non sembra tenere. C’è l’accordo, ma in alcuni territori i riferimenti dei Conservatori e Riformisti sembrano non saperlo. I fittiani sono confusi» – commenta il coordinatore regionale forzista, Luigi Vitali.

Le amministrative 2016 sono un importante banco di prova. Fitto non può permettersi di chiudere alleanze con il centrosinistra, dopo aver tuonato contro il patto del Nazareno, e ha bloccato il dialogo che era stato avviato tra Frasca e Risi. La questione aperta a Nardò, però, rischia di aprire altre falle all’interno del centrodestra. Si pensi alla situazione nel Comune di Lecce: Forza Italia è infastidita, «perché il sindaco Paolo Perrone tenta di sedurre i consiglieri forzisti, senza tenere in considerazione veramente il partito». Allora Luigi Vitali ha deciso di dare l’ultimatum: «Se non si raggiunge un accordo, faremo quello che riteniamo più opportuno, senza sentirci vincolati a nessun patto. Entro fine gennaio bisogna decidere se siamo carne o pesce. Non ci sono le condizioni su Lecce, perché il sindaco Perrone non riconosce la parità e tratta con i singoli consiglieri. Chi dialoga da solo, per conto suo e senza autorizzazione del partito, esce da Forza Italia. Il sindaco deve rispettare questo partito e devono farlo anche gli aderenti: non abbiamo bisogno di chi non ha rispetto. A quel punto, se la situazione non si dovesse sbloccare, andremo all’opposizione».

Gaetano Gorgoni


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