MELISSANO (Lecce) – Acciuffato subito dopo la rapina messa a segno nel supermercato e ristretto ai domiciliari, sono arrivati nuovi guai per Daniele Buono, 44enne di Casarano. Detenzione illegale di munizionamento e possesso di arma priva di tappo rosso, sono le accuse mosse nei suoi confronti nelle scorse ore dai carabinieri della compagnia di Casarano e della stazione di Melissano, che hanno effettuato una serie di perquisizioni. Dopo il suo arresto e quello del complice, Cosimo Fossanova, 51enne casaranese, con cui lo scorso 7 maggio realizzò la rapina nel supermercato “Conad” di via stazione a Casarano, le indagini dei militari sono proseguite serrate sul loro conto.
Fino a ieri, quando si sono presentati alla porta dell’abitazione di Buono per effettuare una perquisizione alla ricerca di ulteriori elementi che inchiodassero il malvivente per il colpo messo a segno. L’uomo, messo alle strette, ha condotto i carabinieri al luogo dove teneva nascosta la pistola utilizzata per compiere la rapina: era nascosta in un’intercapedine ricavata nello scantinato del condominio dove risiede. Si tratta di una pistola scacciacani calibro 38 con tamburo in metallo di colore argento con impugnatura in plastica e priva di tappo rosso, che è stata subito posta sotto sequestro.
Buono ha inoltre consegnato ai militari tre proiettili inesplosi, di calibro e marca differenti, che però nulla hanno a che fare con l’episodio della rapina. Ma non è finita qui. Il 44enne ha indicato agli investigatori il terreno abbandonato, situato in via Mercantini a Casarano, dove gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto e sequestrato due biciclette, mountain bike marca “Bh” e “Mounty”, insieme ad una felpa, un tuta completa verde tipo militare, un giubbino di nylon e due paia di guanti.
Si tratta dei mezzi e degli abiti utilizzati dai rapinatori per entrare in azione nel supermercato lo scorso 7 maggio. All’appello, ora mancherebbe solo una piccola parte del bottino da duemila euro portato via dagli arrestati, la maggior parte del quale venne rinvenuto in occasione dell’arresto in flagranza dello stesso Buono, a cui è seguito a stretto giro quello del suo complice. Un apporto fondamentale alle indagini è giunto dalle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza della market e della zona circostante, che hanno permesso di avere l’identikit dei due autori e incastrarli con un’indagine lampo.
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