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Intimidazioni ai titolari dei lidi per gestire area parcheggio: a processo intera famiglia

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F.Oli.

PORTO CESAREO (Lecce) – Padre e figli a processo per una lunga serie di presunti illeciti, soprusi ed estorsioni ai danni dei titolari degli stabilimenti balneari “Togo Bay” e Bonavista”, finalizzati a poter realizzare e gestire un’area parcheggio abusiva in località Palude a Porto Cesareo. Il gup Sergio Tosi ha disposto il rinvio a giudizio di Cosimo Emiliano, 74 anni e dei figli Alfredo, Luigi e Mario, rispettivamente di 50, 49 e 40 anni, tutti residenti a Porto Cesareo, arrestati ad ottobre e ora liberi. Il giudice ha comunque depennato dalle accuse l’aggravante mafiosa (esclusa già nell’ordinanza dal gip Simona Panzera) che era stata invece inserita dal pubblico ministero Luigi Mastroniani (sostituito in aula dal collega Massimiliano Carducci) nell’avviso di conclusione notificato nei mesi scorsi. Per anni i componenti della famiglia (che avrebbero agito sulla scia di una vera e propria organizzazione) si sarebbero resi responsabili di ripetute e numerose intimidazioni e minacce nei confronti dei proprietari degli stabilimenti.

Anche danneggiamenti e ripicche – come quello di mandare i cani ad espletare i bisogni nei bagni dei lidi concorrenti, o di abbattere con l’auto insegne e recinzioni – col solo obiettivo di intimidire i rivali, per costringerli a chiudere i battenti e, dunque, estendere il territorio abusivamente occupato. Associazione e non solo. Gli Emiliano dovranno difendersi anche dalle accuse di tentata e consumata estorsione, stalking, rapina aggravata, danneggiamento aggravato, invasione di terreni pubblici e la contravvenzione di occupazione abusiva di area demaniale marittima.

Dopo gli arresti i carabinieri del Norm di Campi Salentina hanno poi sviluppato un nuovo filone investigativo. Sono state raccolte le dichiarazioni del titolare del “Baron Beach” vittima, a suo dire, per anni di minacce e intimidazioni sempre con lo stesso obiettivo: impossessarsi dell’area per esercitare abusivamente l’attività di parcheggio per campers e auto. Il tentativo di infiltrazione, però, sarebbe rimasto tale. La vittima non avrebbe ceduto alle minacce iniziate nel 2000 quando l’imprenditore ha avviato la propria attività. Gli abusi e i soprusi sarebbero andati avanti fino a quest’estate. Mario Emiliano avrebbe picchiato un ragazzo mentre vendeva noci di cocco perchè, a suo dire, avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione. Un’aggressione gratuita dettata da un solo motivo: screditare l’immagine dello stabilimento balneare.

Ci sono, poi, i danneggiamenti ai danni della recinzione che delimita l’area dello stabilimento sostituita con una rete metallica e inglobata all’interno dell’area che gli Emiliano avrebbero abusivamente occupato. Una tesi, quella della Procura, che gli avvocati Giuseppe Bonsegna e Giancarlo Vaglio hanno cercato di confutare nel corso dell’udienza preliminare sostenendo la piena legittimità sul possesso dell’area parcheggio confinante con i lidi. Se ne riparlerà il prossimo 16 settembre quando inizierà il processo davanti ai giudici della seconda sezione penale. In aula non ci saranno parti civili.

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