F.Oli.
PORTO CESAREO (Lecce) – Il matrimonio le avrebbe riservato solo dolori e frustrazioni: maltrattamenti (oggetto di un primo processo) ma anche episodi di stalking ed un’estorsione; accuse, quest’ultime, confluite in un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare nei confronti del responsabile: F.V., 46enne, di Porto Cesareo. L’uomo, così come disposto dal gip Michele Toriello, dovrà anche stare lontano almeno 300 metri dall’abitazione sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri di Porto Cesareo avviate dopo la denuncia della moglie. Un clima invivibile. Dal 2017. Nonostante i tentativi di riappacificare il matrimonio. Nulla. L’uomo avrebbe maltrattato la moglie e la figlia (oggetto come detto di un primo processo) e infine compiuto una serie di episodi di molestie, minacce e ritorsioni.
Da gennaio. In un’occasione l’avrebbe apostrofata con epiteti offensivi accusandola di avere relazioni con altri uomini ed estraendo dalla tasca un coltello con cui la minacciava dicendole che l’avrebbe ammazzata tanto da costringerla ad abbandonare casa per rifugiarsi presso l’abitazione della madre. Nonostante la decisione di lasciare il tetto coniugale F.V. avrebbe continuato a perseguitare la moglie per telefono che personalmente. Seguendola per strada, aggredendola, appostandosi sotto l’abitazione della madre, danneggiando la sua autovettura nonché inviandole molti messaggi vocali via WhatsApp e messenger.
Non solo episodi di stalking. Ma anche violenza privata, furto e danneggiamento. Nell’ordinanza con cui viene applicata la misura coercitiva viene ricostruito anche quanto accaduto il 9 marzo. Quel giorno, F.V. avrebbe sferrato un pugno frantumando il finestrino posteriore dell’Alfa 156 strappando dal vano motore la batteria ed alcuni cavi elettrici, Avrebbe così impedito alla donna di utilizzare l’auto rubando le chiavi di un’abitazione che la donna aveva in custodia in assenza dei proprietari. Il giorno dopo si sarebbe verificato il caso di estorsione. F.V. avrebbe costretto la moglie a consegnargli l’auto per riottenere le chiavi dell’abitazione che lei stessa aveva in custodia in assenza dei proprietari. Per il gip, nel capitolo riservato alla sussistenza delle esigenze cautelari, il pericolo di reiterazione non è un concetto astratto ma una possibilità concreta all’interno di un clima di minacce e di intimidazioni ai danni della persona offesa. Non si può neppure escludere che l’indagato possa decidere di fuggire.
In mattinata, davanti al gip Michele Toriello, si è svolto l’interrogatorio di garanzia. F.V., difeso dall’avvocato Mirko De Luca, non è entrato nel merito delle accuse limitandosi a riferire che le tensioni sono ormai un ricordo perché, da tempo, ha abbandonato il tetto coniugale.
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