TAURISANO (Lecce) – Una strage sfiorata per colpa dell’eredità. Un’abitazione completamente distrutta dalle fiamme e due presunti attentatori, già bloccati da carabinieri e polizia.
Fuoco e terrore a Taurisano, dove un devastante incendio di natura dolosa ha interessato un’abitazione al pianterreno di via Vittorio Emanuele III, nel centro del paese.
A scatenare le lingue di fuoco sarebbero stati due individui: sono stati fermati ed accompagnati in caserma per essere ascoltati dagli investigatori, prima di essere arrestati. Si tratta di Francesco Preite e Sergio Caputo, di 45 e 50 anni, rispettivamente di Taurisano e Matino. Sono accusati di incendio doloso, tentato omicidio ed atti persecutori.
Tutto è accaduto in tarda serata, mezz’ora dopo le 23, quando i due hanno fatto irruzione nella casa della sorella del primo ed appiccato l’incendio, probabilmente servendosi di qualche tanica di benzina, mentre all’interno si trovava la proprietaria. La donna, dieci minuti che si scatenasse l’inferno, aveva sentito la voce del fratello e quella del suo amico. Spaventata dalla loro irruzione ed intuendo i loro cattivi propositi si era barricata nel bagno, per poi trovare una via di salvezza dopo avere raggiunto il terrazzo della vicina.
Le fiamme, in pochi minuti, hanno ridotto in cenere l’appartamento e tutto ciò che vi era custodito all’interno. L’incendio è stato domato dai vigili del fuoco di Tricase che, allertati dagli altri vicini, sono subito intervenuti sul posto mettendo in sicurezza l’intera zona, evitando al contempo che si venissero a creare situazioni di pericolo per i cittadini e gli altri residenti.
Raccolta la testimonianza della donna (poi soccorsa da un’ambulanza del 118), carabinieri e polizia hanno presto avviato le indagini, riuscendo a rintracciare il Preite ed il Caputo presso l’abitazione del primo: entrambi hanno opposto resistenza, mentre Caputo ha anche sferrato un pugno violento sul cofano della pattuglia dell’Arma, causando un’evidente ammaccatura.
Come è emerso dalle testimonianze raccolte dagli investigatori, i due arrestati si erano resi protagonisti di minacce e danneggiamenti nelle ore precedenti. Già ieri mattina, infatti, Preite si era presentato davanti all’abitazione della sorella e con un panno imbevuto di benzina aveva dato fuoco alla tenda della porta d’ingresso. Il rogo era stato poi spento dalla proprietaria subito dopo.
La sera precedente, invece, come raccontato dai proprietari dell’appartamento, Preite e Caputo avevano raggiunto la loro abitazione e minacciato di dare fuoco alla casa, danneggiando la porta d’ingresso dapprima con un violento calcio e poi con un colpo d’ascia o martello.
Le minacce hanno riguardato anche il legale delle vittime dell’attentato, l’avvocato Sonia Santoro: per i succitati episodi, infatti, era stata sporta formale denuncia in Commissariato e l’avvocato era stato avvicinato con fare minaccioso dai due, affinché venissero restituiti i beni che – a loro dire – erano stati tolti ingiustamente al Preite in favore della sorella. “Altrimenti ci sarebbe stato un funerale”. Sulla dinamica inseriamo la ricostruzione della stessa penalista: “Sono venuti facendo irruzione nel mio studio e minacciando il mio funerale perché mi dicevano che oggi sarebbe stato il mio ultimo giorno di lavoro. Che da oggi non avrei più lavorato”. “E di mattina mi dicevano che mi avrebbero bruciata dopo aver bruciato quella casa”. L’avvocato ha presentato formale denuncia integrata nella misura di arresto spiccata per i due. Ma di certo lo spavento è ancora forte e quelle minacce difficilmente potranno essere dimenticate in breve.
L’escalation di violenza ha raggiunto il culmine nella tarda serata di ieri, quando i due attentatori sono tornati alla carica. A rischio di provocare una strage.
