
Le vele di Scampia nel Film “Gomorra”, Foto da Wikipedia
L’incendio in una casa proprio come nel film “Gomorra”. Le nuove leve della criminalità di Parabita foraggiano la propria carriera criminale attingendo dal mito della cinematografia. Con l’emulazione per le “imprese” degli attori del film diretto da Matteo Garrone. Marco Giannelli avrebbe pianificato una serie di attentati rimasti, però, fortunatamente incompiuti ai danni di persone non identificate servendosi di modalità adottate dai protagonisti del film partorito dal best seller di Roberto Saviano. Cinematografia e realtà. Due mondi paralleli ma spesso uniti sotto i vincoli del sangue e della violenza. A Parabita come in tanti altri paesi.
C’è traccia di questa commistione in un dialogo intercettato dai carabinieri del Ros in ambientale all’interno di un’auto il 5 agosto di un anno fa, tra Orazio Mercuri, Besar Kurtalijia e Marco Giannelli, il presunto capo clan preannuncia che di lì a breve si sarebbero dovuti recare per compiere un attentato incendiario nell’abitazione di una persona, già nota ai tre, e della quale non facevano il nome, che doveva essere “il primo della lista”. L’azione avrebbe dovuto ricalcare una sequenza tratta dal film “Gomorra”. Giannelli indica le accortezze da adottare nella fase esecutiva dell’attentato anche per ingannare gli artificieri che avrebbero effettuato il sopralluogo:
OMISSIS Marco: comunque, poi, una sera di queste… Besar… io e te dobbiamo fare una cosa…
Besar: sì sì…
Marco: io e te… ti sei visto il film Gomorra? La prima puntata quando mettono fuoco dentro ad una casa…
Orazio: (incomprensibile)…
Marco: così capiterà al signorino… hai capito chi è?
Besar: sì, come no… (incomprensibile)…
Marco: sì sì, mi devo informare subito… andiamo io e te…
Besar: (incomprensibile)…
Marco: sì sì, tengo tutto…
Besar: (incomprensibile)…
Marco: pure… però così… (incomprensibile)…
Besar: (incomprensibile)…
Marco: però la benzina è solvibile, hai capito? Se vengono gli artificieri poi (incomprensibile)… andiamo io e te andiamo, questo lo dobbiamo sistemare, ha rotto il cazzo… deve buttare il sangue Besar, questo deve essere il primo della lista…
Un altro attentato viene progettato la mattina del 6 gennaio nel corso di un dialogo tra Orazio Mercuri e Marco Giannelli. I due si trovano in macchina. L’intimidazione, però, si doveva compiere esplodendo colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di un’autovettura di un affiliato, che aveva acquistato una macchina utilizzando liquidità a disposizione del sodalizio. Per l’esecuzione materiale dell’attentato si era reso disponibile anche “l’uomo nero”, identificabile in Leonardo Donadei.
Omissis
Marco: questa cosa non mi sta bene sai?
Orazio: quella dei ragazzi?
Marco: eh! Deve saltare compa’, non si può fare così…
Orazio: anche l’uomo nero se lo è messo in testa… ha detto: “basta che mi dici dov’è che vado e gli sparo dentro il motore”…
Marco: eh! E quando?
Orazio: dentro il motore ha detto… bisognerebbe sapere dove sta però… non si sa dove sta, hai capito?
Marco: Save sa dove sta, gli ho già detto all’uomo nero di non rompere i coglioni… dice che sta all’Angella (fonetico) sta…
Orazio: ah là dentro? E come fai ad andare là dentro? C’è il guardiano…
Marco: e comunque mi sono informato, non sanno niente di quella cosa… le hanno nascoste così le macchine, come sempre…
Orazio: per sicurezza…
Marco: per sicu… no perché le hanno sempre bruciate loro le macchine, hai capito? Lo trovo lo trovo, non è giusto che questo con i soldi nostri si deve comprare le macchine, non è giusto proprio… altrimenti.
Francesco Oliva