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“Mi ha puntato contro la pistola e mi ripeteva: “Damme tuttu, damme tuttu”

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tronyLECCE – “Mi ha puntato contro una pistola e in dialetto salentino mi ripeteva: “Damme tuttu, damme tuttu”. Nonostante la rapina subita il direttore del negozio Trony appare sereno. Raggiunto telefonicamente ricostruisce le sequenze dell’assalto di ieri mattina poco dopo l’orario di chiusura. “Stavo andando via dal punto vendita. Mi sono avvicinato verso la mia macchina parcheggiata e ho notato affianco all’auto di un nostro collaboratore una moto Kawasaki. Mi sono sporto e ho notato un individuo. Sono riuscito a vedere solo gli occhi. Era nascosto dietro la moto. Un tipo basso, una sorta di nano”.

“Mi sono avvicinato”, prosegue il direttore nel suo racconto, “per capire se c’era un biglietto. Mentre facevo questi passi si è alzato. Aveva il volto travisato da un casco. Mi ha puntato la pistola contro e mi ha minacciato. Io in quel momento non gli stavo dando nulla. Poi però mi ha messo le mani addosso. Con una impugnava l’arma con l’altra cercava di sfilarmi la sacca a tracolla che avevo e il giubbino appeso al braccio. Quando ho visto che faceva questo gesto e non sapendo che tipo di reazione potesse avere gli ho lasciato la borsa in cui erano custoditi tutti i miei effetti personali: telefonini, bancomat, la patente e la carta d’identità, il badge per entrare ed uscire dal negozio. In tasca, poi, avevo appena 10 euro”.

Alla fine, però, per il rapinatore la rapina si è rivelata un flop. Non ha racimolato neppure un centesimo nonostante come dichiara il direttore “fosse convinto di compiere il colpo grosso. E invece gli è andata male. Molto male”.

F.Oli.


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