LECCE – Gli ultimi passi di “Triglietta” nel carcere di Lecce. Una telecamera di sicurezza immortala l’ergastolano Fabio Perrone prima di raggiungere l’ospedale “Vito Fazzi”. Tranquillo, sicuro e con le mani libere. Prima della rocambolesca evasione.
È la mattina del 6 novembre scorso. Il 42enne di Trepuzzi si trova a Borgo san Nicola dove è detenuto oltre un anno e mezzo. Passeggia per i corridoi del piano terra mentre si accinge a raggiungere gli agenti di polizia penitenziaria. Nel video – inviato alla redazione del CorriereSalentino.it – Perrone è da solo. La presenza della scorta non si nota. Visibilmente più asciutto rispetto al profilo della foto diffusa in tutta Italia dalle forze dell’ordine, probabilmente, in quei secondi Fabio Perrone sta pianificando il piano di fuga. L’ergastolano indossa un bomber a gilet ed un maglioncino a righe e si dirige verso gli agenti che lo avrebbero accompagnato nei minuti successivi in ospedale. Sono questi gli ultimi passi di “Triglietta” in carcere, gli ultimi passi prima di tornare libero ad ogni costo.
Quella mattina, Perrone viene trasportato insieme ad un detenuto albanese al Vito Fazzi, scortati da quattro agenti, due per ogni detenuto. Quando gli tolgono le manette dai polsi per sottoposri all’accertamento medico, però, con una mossa fulminea sfila l’arma ad uno dei due agenti e incomincia a sparare all’impazzata. In totale per terra verranno recuperati una dozzina di bossoli. Un poliziotto rimane ferito ad una gamba e, dopo avere perforato le pareti, un proiettilie ferisce di striscio anche un cittadino giunto in ospedale per fare visita ad un parente. Dopo aver percorso tre piani a piedi, “Triglietta” punta la pistola alla tempia di una donna e le rapina la Toyota Yaris parcheggiata nello spiazzo dell’ospedale. A bordo dell’auto travolge un vigilante che gli si para davanti al cancello, a pochi metri da quella libertà cercata ed ottenuta anche a costo di compiere una strage.
Da allora, ad un mese di distanza, nonostante l’imponente dispiegamento di forze dell’ordine messo in campo nei giorni successivi all’evasione, di Perrone si sono perse le tracce. Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Penitenziaria eseguono giornalmente controlli e perquisizioni in tutta la zona del nord Salento dove Perrone potrebbe essersi rifugiato. Le uniche tracce lasciate dall’ergastolano sono state il rinvenimento della Yaris rapinata (ritrovata il 10 novembre in via Campania, a Trepuzzi), e un mazzo di fiori deposto sulla tomba della madre, nel cimitero del comune nord-salentino, corredato da un messaggio: “il figlio”. Scaltro, armato e pericoloso, Fabio Perrone è ancora libero da quella mattina, iniziata in carcere con una tranquilla passeggiata nei corridoi e finita con una fuga rocambolesca.
A cura della Redazione