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No Tav: per la Cassazione non fu terrorismo: tra gli indagati il leccese Mazzarelli

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no-tav-scritta-muriROMA – LECCE – Sono accusati di aver lanciato bottiglie incendiarie, razzi, petardi, bombe carte contro il cantiere della Torino-Lione, all’ingresso del tunnel dove stavano lavorando gli operai. Ma non volevano colpire o ferire nessuno. Ma non fu in ogni caso un atto “con finalità terroristiche”, l’assalto compiuto dai No Tav la notte tra il 13 e il 14 maggio del 2013.

Con queste motivazioni la Suprema Corte ha rigettato il ricorso avanzato dalla procura nei confronti di Lucio Alberti, 25, di Segrate, Graziano Mazzarelli, di 24, di Lecce e Francesco Sala, 27, di Milano (che parteciparono all’azione di danneggiamento insieme ad altre 17 persone). Il tribunale di Torino, il 22 dicembre 2014, aveva infatti annullato l’ordinanza con la quale il gip aveva applicato ai tre indagati la custodia cauteòare in carcere. I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo avevano però fatto ricorso, e oggi è arrivata la decisione. Il reato di terrorismo, tra l’altro, era stato già contestato ai primi quattro arrestati per quell’assalto (Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi) ed era già “caduto” con una prima pronuncia della Cassazione.

Mazzarelli, domiciliato da tempo a Milano, è anche indagato insieme a decine di altri giovani per  la manifestazione autorizzata degli ultras salentini dopo il derby vinto sul campo contro il Bari nel maggio del 2011.


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