La magia del cinema va ben oltre ciò che vediamo proiettato sul grande schermo.
Ogni film è il risultato del lavoro e dei sogni di persone che hanno sfidato le convenzioni sociali dando voce e forma a storie che altrimenti nessuno avrebbe conosciuto.
Proverò a raccontare il cinema dal punto di vista di chi, da sempre, considera la macchina da presa parte integrante della propria esistenza, cercando di condividere con i lettori la stessa grande passione
Il “cumenda” milanese Lorenzo Colombo (Massimo Boldi) e il pizzaiolo terrone Pasquale Caprioli (Biagio Izzo), si trovano, loro malgrado uniti dalla decisione dei rispettivi figli, Teo (Luca Peracino) e Sofia (Fatima Trotta), di convolare a nozze dopo una relazione iniziata a Trento, dove entrambi frequentano l’Università.
Il matrimonio, come tradizione vuole, verrà celebrato al sud, all’ombra del campanile che ha visto crescere Sofia, dal parroco orbo del paese, interpretato da un bravo Beppe Barra, con il valido supporto del suo perpetuo sordo come una campana cui dà il volto Salvatore Misticone.
Per non smentire il cliché dei matrimoni meridionali ufani e Kitsch, la famiglia Caprioli parteciperà ad un programma a tema condotto da Gegè (Paolo Conticini), latin lover con l’ossessione delle milf.
Ovviamente, dopo i soliti fraintendimenti e nonostante il piano della coppia Boldi/Izzo di mandare tutto a monte, il matrimonio verrà celebrato e l’amore trionferà su tutto.
Matrimonio al Sud è la fiera dei luoghi comuni, cosa che potrebbe anche risultare simpatica se venisse (per l’ennesima volta!) messo in evidenza il divario culturale tra Nord e Sud, ma a lungo andare annoia e alcune scene sembrano un déja vu di altre commedie, con gag trite e ritrite che ormai strappano un sorriso solo in ricordo dei bei tempi andati.
I due promessi sposi risultano sbiaditi e grotteschi con la loro ossessione per il sesso praticato nei luoghi più assurdi, non si capisce per quale oscuro motivo ad un certo punto mandano all’aria il matrimonio e non ci si spiega come possa una seconda cerimonia fittizia organizzata dai papà pasticcioni, riaccendere l’amore. Tutto accede, nulla viene spiegato.
Paolo Conticini veste bene il suo ruolo di sciupa femmine che conquista le prede con battute in stile Anni ’80, Enzo Salvi, come al solito viene relegato a ruolo di romanaccio coatto, Gabriele Cirilli e Loredana de Nardis interpretano la coppia di fratelli ciociari in cerca di un sistemazione sentimentale che troveranno con un’altra coppia tipicamente nordista formata da Gisella Donadoni e un Ugo Conti che meriterebbe ruoli di maggiore spessore.
A fronte di una trama che parte bene e sembra convincente nella prima parte del film, ci si trova nella parte finale a far fatica a seguire la successione degli eventi, ponendosi domande che non troveranno alcuna risposta. Si ha l’impressione che ad un certo punto della sceneggiatura qualcosa sia andato storto e si sia perso il filo del discorso, peccato che poi il filo lo perdano anche gli spettatori.
In tutto questo marasma, vera rivelazione che da sola basta a rendere il film degno di essere guardato, è la coppia composta da Debora Villa, mamma dello sposo e Barbara Tabita, mamma della sposa il cui feeling risulta vincente e offre una boccata di ossigeno e ilarità alla pellicola.
Non sarebbe corretto stroncare Matrimonio al Sud perché il successo riscontrato al botteghino avrà pure un significato, se nonostante sia in programmazione dal 12 Novembre scorso, ancora oggi le sale sono piene e le risate abbondano durante la proiezione, ci sarà un motivo, quindi onore a Massimo Boldi e al regista Paolo Costella che quantomeno hanno creato un prodotto leggero la cui simpatia educata, scevra dalla volgarità di un certo filone comico italiano, conquista il pubblico attirando famiglie con figli al seguito, oltre che comitive di ragazzi e nostalgici dei cinepattoni che negli Anni ’90 hanno raccontato l’Italia.
Nasce spontanea una riflessione: sarà magari il caso di promuovere in Italia una nuova cultura della comicità? Meritiamo davvero film simpatici, ma fatti così male?
Claudia Forcignanò
