Carte, fogli scritti a penna e telefonate centellinate per il rischio di essere intercettati. Il sistema delle assunzioni addomesticate nell’Ato Le/2 veniva gestito nella massima riservatezza.
Incontri defilati nelle stanze del potere lontano da occhi indiscreti e possibili spie. I meccanismi delle raccomandazioni su commissione sono emersi grazie alle rivelazioni delle cosiddette gole profonde. Alcuni dipendenti stessi hanno indossato i panni dei corvi svelando ingranaggi, nomi e luoghi in cui avvenivano i diktat su chi assumere e quando.
Ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce M.P afferma di aver ricevuto direttamente da Macculi la fotocopia dei documenti delle persone da assumere e che vuole essere informato per sapere se ciò avviene: “…L’assunzione avveniva su indicazione di Gianluigi Rosafio e … i quali mi fornivano direttamente i nominativi e la relativa documentazione per poter avviare l’assunzione. In alcune circostanze ho ritirato personalmente da Macculi Silvano incontrandolo presso il suo studio dove mi ero portato per consegnare altra documentazione inerente il servizio non avendolo trovato presso il Comune, la fotocopia del documento di riconoscimento e modello C1 di persone che lui diceva che dovevano essere assunte. Questo è avvenuto solo nell’estate del 2009. In alcune circostanze mi ha anche chiesto “se le persone da lui indicate erano state assunte o meno”.
Conversazioni telegrafiche, contatti telefonici brevi per non destare sospetti. E’ il caso di Giovanni Biasco, uno degli indagati e considerato uomo di fiducia di Macculi. Consapevole delle proprie azioni illegali, annotano i carabinieri, la sua astuzia è certificata dal proprio modo di agire. Il 9 luglio di due anni fa Biasco chiama N.L e gli comunica: “Sì…passa da Botrugno che ti devo dire una cosa che per telefono non te la posso dire” convocando il suo interlocutore presso il Comune di Botrugno. E poi le soffiate sui controlli. Giorni dopo sempre Biasco avvisa Macculi con un sms: “Sono venuti i carabinieri ispettivi di Lecce. Vogliono documenti Atole2. Il segretario ha detto che non c’era nessuno. Verranno domani alle ore 9”. Altre intercettazioni per messaggi o telefonate con cui i politici locali chiedevano le assunzioni di gente fidata. Come l’sms inviato dall’allora consigliere provinciale finito sotto controllo ma non indagato: “Due ragazzi mi devi chiamare per due mesi”.
E i suggerimenti anche a trasferire un lavoratore da un posto al’altro all’interno della ditta Bianco.
Consigliere: (in ambientale) … fessa fessa mò sistemiamo quella …
Interlocutore: Ehi
Consigliere: Mi sono dimenticato di dirti una cosa che polli… … spostamelo ad Aradeo per favore!
Interlocutore: Mo vediamo, mo vediamo
Consigliere: Mi raccomando sai
Francesco Oliva