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Maxi ammanco nelle casse della farmacia comunale: indagato il Presidente

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farmacia-nardoNARDO’ (Lecce) – La Procura chiude le indagini sul maxi ammanco da 135 mila euro accertato nelle casse della farmacia comunale di Nardò. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato nelle scorse ore compare il nome di Giuseppe Spano, l’ex Presidente del consiglio di amministrazione della farmacia. Le accuse ipotizzate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno sono di falso in bilancio e peculato. Spano, quindi, avrebbe fatto tutto da solo senza alcuna complicità. L’inchiesta venne avviata a maggio di un anno fa quando il sindaco di Nardò Marcello Risi depositò in Procura un esposto. Sulla base della revisione dei conti, il primo cittadino segnalò il maxi ammanco nel bilancio della farmacia gestita da una società mista pubblico privata di cui Spano era il presidente.

Il mistero su quell’ammanco venne sciolto il 20 gennaio scorso. Spano si presentò in Procura, accompagnato dal proprio legale Tommaso Valente. In lacrime raccontò di aver prosciugato i conti della farmacia perché affetto da ludopatia arrivando a spendere anche 15 mila euro al mese.“Chiedo scusa a tutti, alla mia famiglia, ai miei amici, ho fallito e ne sono consapevole” dichiarò davanti al procuratore aggiunto De Donno. Spano ripercorse l’odissea della ludopatia, una malattia che, molto spesso, aggredisce la mente rendendo come alienato il giocatore. “Giocavo anche fino a 10-15 mila euro al mese in gratta e vinci. Mi recavo nelle tabaccherie e nei centri scommesse e arrivavo ad acquistare fino a 5-6 blocchetti di biglietti al giorno” dichiarò quel giorno. “Prelevavo dalle casse di continuo e non versavo i soldi sul conto ma li trattenevo”.

Nel corso delle indagini gli uomini della sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza di Lecce, guidati dal colonnello Francesco Mazzotta, eseguirono un sequestro per equivalente dell’appartamento e di una Renault Megane di sua proprietà per un valore pari ai soldi sottratti dalle casse della farmacia comunale di Nardò. I beni sono ancora sotto sequestro in attesa che si concluda il processo penale. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari non corrisponde ad una sentenza di condanna ma va intesa come un passaggio a garanzia dello stesso indagato che rende possibile il deposito di memorie o di testimonianze difensive.

F.Oli.


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