Un gol! Un eurogol e il Lecce torna a sognare. È bastata ancora una volta una vittoria di misura per rilanciare i giallorossi in classifica, dopo la batosta di Catanzaro, prima delle difficili doppie trasferte consecutive a Matera e Agrigento.
Surraco al 5’ minuto della ripresa, palla al piede, ragiona, inventa e realizza una rete da cineteca, di quelle che puoi riguardare cento volte senza stancarti mai di esultare.
Diciotto punti, terzo posto in classifica, sempre a meno sei dalla capolista Casertana, vittoriosa anche oggi con l’Akragas per 4 a 0, al pari del Foggia incredibilmente silurato da un ottimo Monopoli, sabato sera per due a zero, in superiorità numerica e con ben due rigori neutralizzati da Pisseri. Benevento e Juve Stabia con una partita in meno fino al posticipo di lunedì sera.
Braglia sa che la partita di campionato con il Cosenza non sarà come quella soporifera vinta mercoledì pomeriggio, e schiera dal primo minuto Abruzzese e Camisa in difesa, come al S. Vito, davanti a Perucchini con Freddi a completare il terzetto. Lepore e Legittimo, titolari inamovibili sulle fasce. Papini e Vecsej a centrocampo. Surraco o dietro le due punte Moscardelli, Doumbia o all’occorrenza pronto a fare il terzo attaccante. Curiale dopo le deludenti e insipide prestazioni fornite si accomoda in panchina. Il tecnico toscano non gli rinnova la fiducia, salvo concederli uno scorcio di partita nei minuti finali al posto di Moscardelli, nervoso al momento del cambio.
Roselli risponde con un 4-4-2. L’allenatore del Cosenza deve rinunciare al capitano Caccetta infortunato oltre a Blondett e bomber La Mantia acciaccati, quest’ultimi utilizzati solo nel finale di partita. Perina in porta e Corsi, Tedeschi, Pinna e Ciancio in difesa. Criaco e Statella esterni di fascia con Fiordilino e Arrigoni in mezzo al campo. Arrighini e Raimondi in attacco.
Squadre intorno al cerchio di centrocampo per un minuto di silenzio, interrotto dagli applausi dei presenti in memoria delle vittime di Parigi.
Cinquanta secondi e Moscardelli si vede annullato un gol per fuorigioco dal direttore di gara il signor Paolini, famoso per la sua propensione a fischiare calci di rigore (una media di uno ogni due direzioni). Al dodicesimo ancora Moscardelli colpisce il palo sempre di testa, alla destra di Perina immobile tra i pali. Al ventiquattresimo Arrighini in acrobazia da fuori area conclude in porta. Perucchini in volo si esalta e devia fuori. A due minuti dalla fine in un primo tempo accesissimo, con botta e risposta da una parte e dall’altra, Arrighini a porta vuota non si gira e con sufficienza colpisce di tacco. Camisa provvidenziale mette fuori come aveva già fatto sulla linea a Perucchini battuto sul tiro di Raimondi. Due minuti di recupero, diventati tre per un’incertezza del direttore di gara su un tiro dalla bandierina e squadre a riposo.
Nel secondo tempo il Lecce ha un atteggiamento diverso rispetto a quello preoccupante fatto registrare in altre occasioni, non cala e riparte all’attacco. Cinque giri di lancetta e Surraco fa esplodere il Via del Mare. Da li in poi la squadra di Braglia gestisce, mettendo pressione quando può alla solida difesa cosentina. Partita che in alcuni frangenti scalda gli animi dei calciatori, con il direttore di gara e i suoi assistenti vigili a dividere le mischie.
Dopo quattro minuti di recupero il Lecce può festeggiare il suo terzo successo interno consecutivo dell’era Braglia.
Il Cosenza continua la sua serie negativa lontano dal S. Vito che dura ormai da sei mesi, con il Via del Mare vero tabù ormai da ventuno anni, cioè dall’ultimo successo dei calabresi nel Salento.
La trasferta di Catanzaro, per i giallorossi, ormai è solo un brutto ricordo da archiviare, ma quanti rimpianti per quei punti lasciati, che alla luce di quanto accaduto in questo fine settimana avrebbero reso ancor più interessante la posizione in graduatoria del Lecce.
Dario Sanghez






