LECCE – IL PD provinciale è sceso in piazza, questa mattina, per un minuto di silenzio, poi la piazza se la sono presa i sindacati. In Piazza Sant’Oronzo svettano i colori della Francia, anche sul Sedile, con un gioco di luci. Tutti hanno voglia di esprimere solidarietà: si sentono tutti possibili bersagli e hanno ragione. Il prossimo obiettivo potrebbe essere qualsiasi posto. Non ci sono solo gli obiettivi sensibili: anche i semplici bar sono simboli occidentali da debellare per un fondamentalista. Ieri sera, silenzio, per un minuto, anche nei locali da ballo sparsi per la provincia di Lecce. Tutti colpiti dal macello scatenato dalla bestie di Parigi. Anche l’Università del Salento partecipa al lutto con un minuto di silenzio. «Lo sdegno e la rabbia per l’attentato di Parigi, che tutti proviamo in queste ore, non devono farci dimenticare l’importanza del dialogo tra i popoli- spiega il rettore Zara – I principi fondamentali del rispetto della vita, della dignità e della libertà di ciascuno sono e restano universali e non conoscono barriere. “L’arma della cultura” è lo strumento principale per riaffermare con forza e senza paura questi principi fondamentali. Facciamo nostra, per questo, l’iniziativa della CRUI di osservare un minuto di silenzio domani, lunedì 16 novembre, alle ore 12, e invitiamo tutti i cittadini a unirsi alla nostra comunità universitaria in questo gesto di civiltà».
Intanto, le istituzioni e la politica cominciano a interrogarsi sulle falle della politica europea dell’immigrazione: a quanto pare, uno dei terroristi di Parigi era un profugo siriano. «Ci sono tutta una serie di controlli che saranno inaspriti – spiega il deputato Salvatore Capone (PD) – è chiaro che, in seguito a quello che è avvenuto, ci sarà più rigidità e nuove misure. Già da domani i governi dovranno prendere decisioni forti. Domani pomeriggio capiremo che tipo di orientamento avrà il governo italiano. Di fronte a un nemico invisibile non si può far altro che aumentare il livello l’attenzione». Forse Shengen finisce a Parigi. «Va ripresa un’attività di intelligence seria e incisiva– spiega il senatore Francesco Bruni (conservatori e Riformisti) – Il problema dell’immigrazione doveva essere affrontato sulle coste libiche, come facemmo con gli albanesi, ma noi abbiamo una conformazione geofisica che ci espone di più rispetto agli altri paesi». L’allerta è massima, ma bisogna cominciare a superare la retorica dell’accoglienza a ogni costo e per chiunque a favore di una maggiore sicurezza, perché siamo stati catapultati dentro una guerra subdola, che ci piaccia o no.
Garcin