LECCE – Assolto con la formula perché il fatto non sussiste dall’accusa di bancarotta documentale e fraudolenta. E’ quanto stabilito dal gup Stefano Sernia nel processo celebratosi in abbreviato in cui era imputato Antonio Montinaro, 36enne di Lecce. Il giudice si è associato alla richiesta invocata dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta. L’imputato era finito sotto processo nel ruolo di amministratore della ditta “Amr” srl di Lequile dichiarata fallita con una sentenza del Tribunale di Lecce il 20 dicembre di quattro anni fa.
Secondo le indagini condotte dal pubblico ministero Francesca Miglietta, Montinaro avrebbe sottratto tutte le scritture contabili relative agli anni 2010-2011 e omesso di conservare la contabilità aziendale, In tal modo l’imprenditore non avrebbe reso possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari dell’impresa fallita. Secondo il prospetto accusatorio, Montinaro si sarebbe procurato un ingiusto profitto arrecando un danno ai creditori. In udienza l’avvocato difensore Simona Ciardo aveva sostenuto che Montinaro non aveva mai nascosto le scritture contabili in modo tale da non consentire la ricostruzione del patrimonio e i movimenti della società.
Più semplicemente, dopo il blocco dell’attività risalente al 2010, l’imprenditore non avrebbe contabilizzato il rendiconto dell’azienda. Inoltre le scritture contabili, depositate fino a quel momento, sarebbero risultate sufficienti per ricostruire l’intero patrimonio della società. L’avvocato aveva anche prodotto una corposa documentazione per attestare l’inattività della società sin dal 2010. Eppure l’indagine scattò comunque con la relazione del curatore fallimentare che evidenziò presunte irregolarità nella gestione dei conti aziendali prima di dichiarare il fallimento. In ogni caso, il giudice per l’udienza preliminare è stato di avviso contrario.
F.Oli.