LECCE – Continua in tutta la Puglia la “caccia” all’ergastolano Fabio Perrone, 42enne di Trepuzzi, evaso ieri mattina dall’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce dopo avere seminato terrore e sangue nel reparto di chirurgia endoscopica, dove doveva sottoporsi ad una visita programmata.
Le ricerche delle forze dell’ordine, oltre a concentrarsi nei luoghi “cari” all’evaso (abitazioni di parenti ed amici), proseguono su tutto il territorio regionale, con un massiccio impiego di uomini, pattuglie e l’utilizzo di elicotteri. È proprio in uno dei posti “familiari” all’uomo, precisamente nella marina di Casalabate, che gli investigatori hanno rinvenuto l’auto utilizzata dal trepuzzino per allontanarsi dall’ospedale.
Da mezzogiorno di ieri, centinaia di militari e poliziotti hanno istituito numerosi posti di blocco sulle strade ed eseguito raffiche di perquisizioni, integrando l’intensa attività degli investigatori, che procede senza sosta da oltre 24 ore. Dapprima concentrate nel Brindisino, le ricerche dell’evaso sono state estese anche alle province di Taranto, di Bari e di Foggia. Ed hanno interessato anche porti ed aeroporti.
Condannato all’ergastolo per l’omicidio di uno montenegrino avvenuto nel marzo 2014 a Trepuzzi, Perrone è riuscito a fuggire dopo avere sfilato la pistola ad uno dei due agenti che lo stavano scortando, per poi sparare una dozzina di colpi e ferire uno dei poliziotti ed un cittadino, che era andato per fare una visita ad un parente ed è stato raggiunto di striscio da uno dei proiettili.
Sceso per strada, poi, “Triglietta” (così è conosciuto Fabio Perrone) ha rapinato la Yaris grigia di una donna e travolto con l’auto un vigilante, che aveva incrociato all’uscita del nosocomio. Ora è ricercato in tutta la Puglia, ma presto la caccia all’uomo potrebbe varcare i confini regionali.
Il 42enne era stato condannato al carcere a vita per l’omicidio del montenegrino Fatmir Makovic, ucciso a colpi di pistola in un bar di Trepuzzi davanti al figlio minorenne, che rimase ferito. Perrone avrebbe voluto uccidere anche il cugino della vittima, ospite presso il campo sosta “Panareo”, ma fu fermato in tempo.
Proprio nel campo rom, intanto, secondo alcuni post su Facebook di cittadini di Trepuzzi, qualcuno starebbe organizzando delle “ronde” per proteggere il campo da un’eventuale visita del Perrone, nuovamente libero e, soprattutto, armato e pericoloso.









