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Violenze sulla fidanzata e stalking ai suoceri: nuovi guai per Francesco Piccolo

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AULA DI TRIBUNALE 2LECCE – Dovrà comparire per l’ennesima volta in un’aula di Tribunale Francesco Piccolo, il 38enne originario di Galatina ma da tempo residente a Lecce, recentemente condannato in primo grado a dieci anni ed otto mesi di reclusione con l’accusa di violenza sessuale ai danni di un’amica. Nelle scorse ore per l’ex maresciallo dell’aeronautica, ormai in congedo, il gup Antonia Martalò ha disposto il rinvio a giudizio con l’accusa di violenza sessuale aggravata, stalking, maltrattamenti in famiglia ai danni della ex e di minacce e molestie nei confronti dei genitori e della sorella della vittima.

Per questi fatti Piccolo è stato arrestato il 5 gennaio scorso dagli agenti della Squadra mobile di Lecce che eseguirono un’ordinanza a firma del gip Alcide Maritati su richiesta del pubblico ministero Stefania Mininni. La ex convivente, una 41enne di Lecce, si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Cantelmo chiedendo un risarcimento di 150mila euro. Anche i genitori della donna si sono costituiti nel giudizio assistiti dall’avvocato Rocco Rizzello. Per il padre e la madre sono stati chiesti 20mila euro ciascuno.

L’indagine ha fatto luce sulle angherie subite dalla donna, fino a pochi mesi fa, commessa in un negozio. Rapporti sessuali non consenzienti, stalking, giornate in cui la donna sarebbe stata costretta a rimanere rinchiusa in casa e a non uscire sotto la minaccia di morte: “Io ti ammazzo, davanti ai poliziotti stessi ti accoltello”. Sotto tiro sarebbero finiti anche i suoceri minacciati che “sarebbero stati uccisi se avessero ostacolato la relazione con la figlia”. Nonostante questo clima di forti tensioni tra le pareti domestiche la donna avrebbe continuato a condividere lo stesso tetto temendo seriamente per la propria incolumità. Fino a qualche mese fa quando la 40enne decise di denunciare Piccolo dando il via alle indagini. L’imputato è assistito dagli avvocati Fabio Lazari e Vincenzo Matranga. I legali sono convinti di poter dimostrare l’innocenza del 38enne in aula evidenziando come i fatti finora ricostruiti debbano essere rivalutati in un’ottica diametralmente differente.

F.Oli. 


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