LECCE – Gli avvocati scelgono la linea morbida per proseguire la battaglia contro la disfunzione ormai cronica della macchina della giustizia. In giornata si è svolta l’assemblea presso l’aula magna della Corte d’Appello. Dopo un’assemblea infuocata le toghe leccesi hanno optato per una forma di protesta blanda. E’ passata con 55 voti favorevoli (41 i contrari e 8 gli astenuti), la mozione proposta dalla Camera amministrativa e da Afl (l’associazione forense leccese). E’ stata così “bocciata” la mozione della frangia di avvocati intransigenti che avrebbe voluto riportare nelle aule di giustizia una forma di protesta più forte: sciopero a scacchiera per tre mesi a partire da novembre. La prossima riunione è stata fissata per il 16 dicembre quando l’incontro verrà allargato al Prefetto Claudio Palomba e agli esponenti politici e degli amministratori locali per rappresentare la precaria situazione logistica in cui si svolge l’attività forense.
La votazione, però, è stata preceduta da qualche momento di tensione in cui sarebbe stata violata la democrazia a parere di alcuni avvocati. Il presidente Raffaele Fatano avrebbe fatto intendere che se non fosse passata la linea morbida avrebbe potuto anche rassegnare le dimissioni. In questo modo, per alcuni avocati, sarebbe stata condizionata la “genuinità” del voto. E in aula è scoppiata una mezza bagarre. “Non c’è stata alcun momento di tensione”, commenta il Presidente Fatano che smorza sul nascere i venti della polemica. “Ho solo ritenuto doveroso rappresentare il mio intendimento. Ora come ora bisogna anteporre l’interesse dell’avvocatura di proseguire nell’ottenimento degli obiettivi che già nell’assemblea del 16 settembre ci si era prefissati: migliorare la situazione logistica, ottenere un’altra struttura in cui trasferire parte degli uffici giudiziari”.
A distanza di anni e dopo l’accorpamento delle sedi distaccate palazzi della giustizia penale e civile a Lecce soffrono oltremodo il problema del sovraffollamento. I disagi rimangono sempre gli stessi: sussiste l’emergenza legata alle aule di udienza troppo anguste, le scarse condizioni igienico-sanitarie nei locali, gli ascensori rotti, la presenza di barriere e dulcis in fundo l’emergenza sicurezza nel Tribunale penale.
Una situazione di estrema emergenza che ha convinto il presidente della Corte d’Appello di Lecce, Marcello Dell’Anna, a prendere carta e penna e a inviare una lettera al ministero della Giustizia e della Difesa affinchè venga messo a disposizione un altro edificio per far fronte ai disagi nei palazzi di via Brenta. In ogni caso l’attenzione degli avvocati rimarrà alta. Ancora di più dopo l’udienza odierna.
F.Oli.