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Estorsioni per mano del clan? Un imprenditore conferma, l’altro nega

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OPERAZIONE NETWORKCAVALLINO (Lecce) – Un imprenditore ammette il secondo nega di aver ricevuto richieste estorsive. In giornata sono state ascoltate in videoconferenza le presunte vittime del clan Verardi smantellato nell’ambito dell’indagine “Network” nel troncone processuale in cui alcuni imputati hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario. Dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale è stato sentito il titolare di una sala giochi di Cavallino che ha ammesso di aver subito un’estorsione compiuta direttamente dal pentito Alessandro Verardi: 10 mila euro la somma consegnata in contanti.

La vittima ha raccontato di aver prelevato i soldi da casa e di averli consegnati a Verardi nella sua sala giochi. Mentre il titolare di un bar di Torre dell’Orso non ha confermato di aver ricevuto richieste di mazzette ma di aver subito pressioni ad alzare il prezzo dei prodotti della sua attività.  Un terzo testimone, invece, non si è presentato in aula. Il processo è stato aggiornato al prossimo 15 febbraio quando verranno sentiti in video conferenza i testi del pubblico ministero Alessandro Verardi e Giuseppe Manna. In abbreviato, invece, ha scelto di essere giudicato la stragrande maggioranza degli imputati tra cui il neo collaboratore di giustizia Gioele Greco.

F.Oli.


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