LECCE – Lieve riduzione di pena in Appello per Giuseppe Naccarelli nel processo sul presunto scandalo sui palazzi di via Brenta. L’ex dirigente del servizio finanziario del Comune di Lecce è stato condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione con l’accusa di falso. Disattesa così la richiesta del vice procuratore generale Nicola D’Amato che aveva invocato la conferma della condanna di primo grado a tre anni di reclusione.
La Corte, (Presidente Vincenzo Scardia), ha assolto l’imputato, assistito dagli avvocati Stefano De Francesco e Francesco De Iaco, da un episodio di falso. I giudici hanno anche annullato a carico dell’imputato l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. E’ stata invece accolta la richiesta di risarcimento invocata dal Comune di Lecce (assistito dall’avvocato Andrea Sambati) che si era costituito parte civile mentre è stata rigettata quella della Selmabipiemme. La difesa di Naccarelli, in attesa del deposito delle motivazioni, ha già annunciato che intende ricorrere in Cassazione.
In primo grado il 20 maggio scorso il giudice della prima sezione monocratica, Stefano Sernia, condannò il solo Naccarelli a tre anni di reclusione mentre vennero mandati assolti sempre per lo stesso reato Piergiorgio Solombrino , ex dirigente dell’ufficio tecnico e Roberto Brunetti, tecnico dell’ufficio Patrimonio di Palazzo. Quel giorno il giudice però emise un’ordinanza con cui stabiliva che Naccarelli non avrebbe potuto gestire l’affaire autonomamente e soprattutto all’insaputa dell’allora sindaco Adriana Poli Bortone.
Il giudice riqualificò il reato di truffa in concorso in abuso d’ufficio e peculato e rimando gli atti al procuratore aggiunto Antonio De Donno. Ed è stato così incardinato un secondo processo in cui compaiono sul banco degli imputati oltre all’ex primo cittadino anche Massimo Buonerba, l’ex consulente legale della Poli; Ennio De Leo, ex assessore al Bilancio del Comune di Lecce, Pietro Guagnano, legale rappresentante della Socoge; Maurizio Ricercato; Fabio Mungai, rispettivamente amministratore delegato e dirigente della Selmabipiemme e Vincenzo Gallo, funzionario della stessa. L’istruttoria procede a singhiozzo.
Nell’udienza dello scorso 10 luglio venne sollevata la questione dell’incompetenza territoriale di Lecce a favore di Milano e furono presentate anche memorie per eccepire il problema della nullità del capo d’imputazione per eccessiva genericità. Fu però dato il via libera alla costituzione di parte civile del Comune di Lecce. L’udienza del 2 ottobre scorso, invece, è stata rinviata perché uno dei giudici del collegio era ammalato e il processo è stato aggiornato al 6 novembre quando (salvo ulteriori imprevisti) dovranno essere sciolte le questioni preliminari.
Francesco Oliva