LECCE – “Un disturbo dello spettro psicotico in tossicodipendente” per il quale Gioele Greco dovrebbe essere ricoverato in un Centro Clinico dell’amministrazione penitenziaria. Agli atti del processo “Network” è allegata la perizia d’ufficio dello psichiatra e criminologo Domenico Suma sulle condizioni di salute del collaboratore di giustizia e la sua compatibilità con il regime carcerario.
Lo specialista, nominato dal gip Alcide Maritati, ha visitato il pentito leccese nel carcere di Teramo dove il 28enne si trovava detenuto mesi fa. Il quadro emerso tratteggia Greco come un ragazzo affetto da diverse patologie nonostante la giovane età. Il periziando, scrive lo psichiatra, “manifesta scarso adattamento alla condizione carceraria poiché si intrecciano con le inferenze di abbandono verso la propria famiglia”. Alla luce della storia e dei sintomi clinici riferiti Gioele Greco”, sottolinea Suma, “deve essere sottoposto a regime di continua alta sorveglianza”. Ecco perché lo psichiatra imponeva una strategia di gestione che doveva prevedere: una continua sorveglianza e monitoraggio dei sintomi, una valutazione degli effetti della terapia, un conseguente adeguamento dei dosaggi e una contestuale valutazione dell’evoluzione clinica.
Alla luce degli esiti della perizia il gip Maritati dispose anche la misura cautelare proseguisse in una idonea struttura sanitaria penitenziaria. Le dichiarazioni del collaboratore, i memoriali scritti in tutti questi mesi possono essere inficiati dalle condizioni di salute di Greco? L’interrogativo è lecito e, con ogni probabilità, la Procura di Lecce attende un riscontro alle dichiarazioni di un pentito affetto da gravi patologie così come accertato da una perizia medica.
F.Oli.