CASARANO (Lecce) – La Corte di Cassazione annulla la condanna a 30 anni di carcere nei confronti di Tommaso Montedoro, 39 anni, di Casarano, in passato ritenuto luogotenente del boss Vito Di Emidio. Gli ermellini hanno stabilito che sarà di nuovo la Corte d’Assise d’Appello a pronunciarsi in merito al suo presunto coinvolgimento nell’omicidio del macellaio di Matino Rosario De Salve assassinato l’11 marzo del 1998. E’ stata così accolta la tesi difensiva dell’avvocato Mario Coppola e del professore Federico Grosso che hanno sostenuto come D’Emidio si dovesse ritenere inattendibile così come le dichiarazioni di altri pentiti che inchiodarono Montedoro. Non appena verranno depositate le motivazioni della Corte e il carteggio tornerà a Lecce, verrà fissata la data dell’udienza.
Già tre anni fa la Suprema Corte annullò due ergastoli nei confronti di Montedoro ma anche di Augustino Potenza, anch’egli di Casarano. Entrambi rispondevano del duplice omicidio dei coniugi Fernando D’Aquino e Barbara Toma uccisi la sera del 5 marzo del 1998 nella masseria fra Casarano e Collepasso. Montedoro, invece, era accusato anche dell’esecuzione di De Salve e dei tentati omicidi di Massimo Trovè, Davide Buttazzo ed Antonio Trinchese del 17 febbraio del 1998 a Martano.
I giudici della Corte d’Appello di Taranto pronunciarono sentenza di assoluzione per tutti gli episodi escluso l’omicidio di De Salve per il quale furono inflitti 30 anni al 39enne. Gli avvocati hanno così nuovamente impugnato il verdetto davanti alla Cassazione ed ora il processo verrà nuovamente celebrato a Lecce. Al momento il 39enne si trova agli arresti domiciliari dove sta scontando una condanna a 14 anni di reclusione incassata in primo grado nel processo in abbreviato scaturito dall’operazione “Tam Tam”. Nel corso della sua requisitoria il procuratore agginto Antonio Donno aveva invocato una pena a 18 anni e 8 mesi di reclusione.
F.Oli.