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Moglie aggredita davanti ai figli minori: 43enne rimane in carcere

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maltrattamenti famigliaSQUINZANO (Lecce) – Ha chiesto scusa dimostrandosi pentito per aver aggredito la moglie in casa alla presenza dei figli minori. Le scuse, però, non sono servite a fargli evitare il carcere. Il gip Giovanni Gallo ha infatti convalidato l’arresto disponendo la custodia cautelare in carcere per S.L.M., 43enne di Squinzano, arrestato venerdì sera con le accuse di maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. 

L’uomo, già arrestato in passato per fatti simili, ha giustificato la propria azione lo stato di ubriachezza in cui si trovava venerdì sera. Per ora, però, il 43enne rimane in carcere. Non è escluso che nei prossimi giorni, tramite un’apposita istanza S.L.M. possa ottenere i domiciliari in un centro di recupero.

L’arresto è avvenuto nel breve volgere di poche ore. La moglie chiama in caserma disperata e preoccupata. Il marito appare fuori controllo. E’ Ingestibile. Non era neppure la prima volta che accadeva negli ultimi giorni. Così, tra una minaccia e l’altra nei confronti della donna, l’uomo urla, demolisce mezza cucina e si dimena. Sotto lo sguardo dei figli minorenni presenti in casa. 

I militari, guidati dal maresciallo Giovanni Delli Santi, giungono prontamente. Hanno da subito il merito di spostare l’attenzione dell’uomo e di far “convogliare” su di loro la furia di S.L.M. Anche perché tra i tre carabinieri accorsi il marito violento riconosce subito il militare che 7 anni prima lo aveva arrestato. Sempre per maltrattamenti in famiglia.

Prova  con un calcio a colpirli, a piedi nudi, prendendo in pieno il cancello dell’abitazione. Sputa in faccia a due su tre e mette le mani al collo del terzo. Il tutto minacciando gli uomini in divisa di morte e nonostante il tentativo del padre – accorso pochi istanti prima dei carabinieri – di calmare il figlio. 

L’ira dell’uomo non scema neppure quando arriva in caserma. Anzi. Continua a dimenarsi e ad urlare anche nella camera di sicurezza prima di essere trasferito in carcere. La moglie, il padre e altri famigliari, durante la notte, hanno poi ricostruito il clima familiare dell’ultimo periodo costellato da gesti ripetutamente violenti, minacce e urla.

F.Oli.


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