BOLOGNA – Maxi sequestro della Dia di Bologna, che ha apposto i sigilli a beni per oltre un milione e mezzo di euro, riconducibili ad un leccese e ad un monzese, entrambi residenti a Bologna: secondo le indagini, i due avrebbero reimpiegato i proventi derivanti dal traffico di stupefacenti nell’apertura di attività commerciali nel capoluogo felsineo.
Il maxi sequestro ha interessato i beni di Giuseppe Indovino, 44enne leccese già noto alle forze dell’ordine, e di Luigi D’Ercole, di Monza. Gli agenti della squadra mobile di Bologna, in esecuzione del provvedimento del Gip Mirko Margiocco, oltre a diversi rapporti finanziari accesi in 21 banche, hanno sequestrato anche l’intero compendio aziendale di due società, con sede a Bologna: “I Sapori della Taranta Srl” e “Lu furnu te la taranta Sas”, un ristorante in via San Donato e un forno, specializzati in prodotti tipici pugliesi. Sequestrato anche un immobile di proprietà di D’Ercole.
Gli investigatori della Direzione investigativa antimafia e della squadra Mobile hanno svolto accertamenti patrimoniali mirati anche nei confronti di familiari e conviventi dei due, per documentare una netta sproporzione tra il patrimonio reale e quanto dichiarato.
Il Gip di Bologna ha accolto l’ipotesi investigativa, confermando che il leccese Indovino, oltre ad aver impiegato i proventi illeciti per costituire “I Sapori della Taranta” (tra l’altro costituita mentre era in carcere) e il forno, avrebbe interposto nelle attività altre persone fidate e prive di precedenti, per salvaguardare e mettere al sicuro i propri investimenti.
Per D’Ercole, oltre alla sproporzione tra redditi disponibili e ricchezza accumulata, è stato documentato il reimpiego di capitali illeciti, con ogni probabilità in parte frutto del traffico di sostanze stupefacenti. Il Gip ha nominato un amministratore giudiziario per garantire la continuità delle attività commerciali cautelate. In corso, in queste ore, mirate perquisizioni in case ed attività commerciali riconducibili ai due indagati, come disposto dai pm Francesco Caleca e Domenico Ambrosino.