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Dal palazzo si staccano pezzi di marmo, tragedia sfiorata alle porte del centro di Lecce

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LECCE – Dal palazzo si staccano pezzi di marmo ed alle porte del centro di Lecce si sfiora la tragedia. È accaduto pochi minuti fa in via Duca degli Abruzzi, dove i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per la caduta di grossi pezzi di marmo, staccatisi dal prospetto di una palazzina. Fortunatamente, non è stato ferito alcun passante.

Sul posto, in questo momento, sono al lavoro i vigili del fuoco del comando provinciale del capoluogo salentino, accorsi con un’autoscala per rimuovere tutti i pezzi pericolanti. Non si tratta di un episodio isolato: nei giorni scorsi, infatti, in altre zone della città si sono verificati episodi simili. Anche in quelle circostanze, per fortuna, senza alcun ferito.

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Trenta arresti all’alba: indagato anche un sindaco per concorso esterno in associazione mafiosa

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LECCE – Un pericoloso ed agguerrito gruppo criminale “emergente” – retto da una figura storica della Sacra Corona Unita – capace di imporsi sul territorio con la forza tramite attentati esplosivi esplosivi, minacce e spedizioni punitive, una delle quali sfociò con l’omicidio del giovane Mattia Capocelli. Un clan “impulsivo” e per questo motivo ancora più pericoloso.

Sebbene il nome dell’operazione prenda origine da un tipo di petardo, il blitz portato a termine all’alba dai carabinieri della Compagnia di Maglie (diretta dal capitano Giorgio Antonielli e dal suo vice, il tenente Piazza) ha avuto l’effetto di un “tornado”, poiché ha consentito di spazzare via un agguerrito sodalizio criminale, che avrebbe imposto il proprio dominio e monopolio nello spaccio di droga ricorrendo spesso all’uso della violenza.

SINDACO INDAGATO PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA

Tra gli indagati a piede libero spicca il nome del sindaco di Scorrano Guido Nicola Stefanelli, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per avere chiesto appoggio per la campagna ettorale comunale vinta nel maggio 2017 con la lista civica “La Svolta giusta”. Nonché in occasione delle elezioni politiche della primavera 2018 in favore della coalizione di centrodestra, che schierava nella circosrizione territoriale il candidato Luciano Cariddi.

In cambio – stando alle indagini dei carabinieri, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce – il sindaco avrebbe promesso agli appartenenti del sodalizio criminale l’aggiudicazione di appalti e servizi pubblici: nello specifico, la gestione del parco comunale “La Favorita”, con annesso chiosco bar, nonché la gestione dei parcheggi nel comune di Scorrano e l’aggiudicazione di commesse nell’ambito della della festa di “Santa Domenica” (che ogni anno attira a Scorrano migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, per assistere allo spettacolo offerto dalle ditte di luminarie locali), impegnandosi a superare gli ostacoli burocratici ed amministrativi connesse alle aggiudicazioni.

Lo stesso Stefanelli, stando agli investigatori, insieme ad un consigliere, sarebbe stato minacciato con un fucile a canne mozze dai componenti del clan, a causa di alcuni intoppi burocratici che stavano causando ritardi nell’aggiudicazione degli appalti. Le intimidazioni subite non sono state mai denunciate. Lo stesso primo cittadino, inoltre, si sarebbe rivolto al gruppo criminale per dirimere un contenzioso sorto con un dipendente comunale.

TRENTA ARRESTI: DICIANNOVE IN CARCERE, UNDICI AI DOMICILIARI

Le ordinanze di custodia cautelare – 19 in carcere, 11 ai domiciliari – sono state emesse dal gip del Tribunale di Lecce Tosi, su richiesta del pm Maria Vallefuoco e dell’aggiunto della Dda Guglielmo Cataldo. In carcere sono finiti: Giuseppe Amato, inteso “Padreterno, 63 anni, di Scorrano; Francesco Amato, inteso “Checco”, 28 anni, di Scorrano; Marco Cananiello, inteso “Bravo”, 21 anni, di Maglie; Antonio De Cagna, inteso “Chilla”, 47, di Scorrano; Gianpiero Gallone, 28, di Scorrano; Giuseppe Grasso, 50, di Lecce; Hamid Hakim, 29, di origini marocchine ma residente a Madone (Bergamo); Luigi Antonio Maraschio, 54, di Maglie; Salvatore Maraschio, inteso “Totò”, 25, di Maglie; Andrea Marsella, 27, di Maglie; Donato Mega, inteso “Duccio”,  37, di Scorrano; Simone Natali, 30, di Scorrano; Matteo Peluso, 27, di Scorrano; Matteo Presicce, inteso “Saulle”, 27, di Scorrano; Giorgio Rausa, inteso “Giorgino”, 24, di Scorrano; Luigi Rausa, 45, di Scorrano; Salvatore Rausa, inteso “Pizzileo”, 31, di Scorrano; Matteo Rizzo, inteso “Penna” o “Pennetta”, 22, di Scorrano; Giovanni Verardi, inteso “Briga”, 51, di Scorrano.

Ai domiciliari, invece: Daniele Antonazzo, 34 anni, di Supersano; Andrea Carrisi, 30, di Botrugno; Marco De Vitis, 43, di Supersano; Francesca Ferrandi, 26, originaria di Scorrano e residente a Madone (Bergamo); Gloria Fracasso, intesa “Bessy”, 47, di Scorrano; Giorgio Piccinno, inteso “Bambi”, 30, di Scorrano; Sarah Piccinno, 36, di Scorrano; Luca Presicce, 26, di Scorrano; Luca Rosato, 24, di Scorrano; Mirko Ruggeri, inteso “Stromeberg”, 45, di Scorrano; Franco Frisari Tamborino, 39, di Maglie.

Tra gli indagati a piede libero, come detto, tra gli altri, il sindaco Guido Nicola Stefanelli ed il suo dipendente Massimiliano Filippo, inteso “Cuoco”, 43, di Scorrano, che avrebbe svolto il ruolo di “mediatore” tra l’amministrazione comunale ed il clan “Amato”.

Gli indagati rispondono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, danneggiamento seguito da incendio, detenzione abusiva di armi e di materie esplodenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, minaccia aggravata, porto abusivo di armi, sequestro di persona e violenza privata.

IL GRUPPO CRIMINALE EMERGENTE: IL CLAN “AMATO”

Alla guida del sodalizio, stando agli accertamenti dei carabinieri, vi era Giuseppe Amato, detto “Padreterno”, già indicato oltre dieci anni fa da un collaboratore di giustizia, quale referente sul territorio di Maglie e dintorni per conto del clan “Tornese” di Monteroni, molto vicino al “Giaguaro” Corrado Cucurachi, figura storica della Sacra Corona Unita.

Di rilievo era il ruolo del figlio Francesco, punto di riferimento di un reticolo associativo composto da diversi giovani emergenti, che si muovevano secondo le sue direttive dando vita ad una banda caratterizzata dalla forza di intimidazione dei suoi appartenenti e dalle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà, sia all’interno che all’esterno.

Caratteristica del sodalizio era anche il vincolo associativo di tipo mafioso, finalizzato alla commissione di reati ed alla realizzazione di profitti e vantaggi ingiusti, anche in favore degli affiliati detenuti ed i loro familiari, nonché al controllo del territorio e delle attività commerciali e di stabilimenti balneari, destinatari di richieste estorsive.

GLI “AFFARI” E LA PERICOLOSITÀ DEL CLAN

Il “core business” del clan smantellato all’alba dai carabinieri era quello del traffico di droga, in grado di generare annualmente un volume d’affari di circa mezzo milione di euro, frutto dello spaccio di stupefacenti nel comune di Scorrano e nei paesi limitrofi, estendendosi in tutto il circondario di Maglie ed Otranto. Uno dei canali di approvvigionamento della cocaina è stato individuato in una coppia residente a Madone, in provincia di Bergamo, ma il gruppo criminale si riforniva anche nella zona di Lecce, Cavallino e nel circondario di Casarano, da consorterie criminali del posto.

Il gruppo criminale, come detto, era caratterizzato dalla spregiudicatezza e dalla violenza usata nell’imporre la propria presenza sul territorio, per estorcere somme di denaro ai titolari di esercizi pubblici, per regolare controversie interne allo stesso clan, o per “invitare” i debitori a saldare il conto relativo a qualche cessione di droga. Gli appartenenti al clan non esitavano inoltre a ricorrere alla violenza fisica, alle minacce con armi e agli attentati dinamitardi, organizzando vere e proprie spedizioni punitive nei confronti di soggetti “rivali” o percepiti come possibile “minaccia”, in grado di mettere in discussione il loro dominio. In questo contesto è maturato l’omicidio del giovane Mattia Capocelli, 28enne di Maglie, organico al clan Amato, ucciso a colpi di pistola il 24 aprile scorso durante una spedizione punitiva nei confronti del 25enne Simone Paiano, che per difendersi da un’aggressione esplose un colpo di pistola, ammazzando Capocelli.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati, in 14 perquisizioni differenti, complessivamente 4 chili e 850 grammi di sostanza stupefacente (cocaina, marijuana, hashish, mdma).

Numerosi gli episodi contestati, tra cui diversi attentati dinamitardi ai danni di vetture, abitazioni ed esercizi commerciali, nei confronti di chi era poco incline ad assecondare le richieste estorsive o a saldare i propri debiti di droga.

L’elevata pericolosità della consorteria criminale è stata dimostrata anche dal possesso di numerose armi bianche e da fuoco, oltre che dall’illimitata disponibilità di materiale esplodente che veniva fornito – insieme alle conoscenze tecniche per il confezionamento degli ordigni ad alto potenziale – dal titolare della ditta “Mega” di fuochi d’artificio di Scorrano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 6 fucili e 3 pistole, armi alterate, modificate (fucili a canne mozze) ed alcune provento di furto, oltre a numeroso munizionamento di vario calibro, mazze ferrate, tirapugni, coltelli, nonché 4 ordigni artigianali ad alto potenziale, oltre agli artifizi pirotecnici commerciali e alla polvere pirica utilizzati per il confezionamento.

Al blitz odierno hanno partecipato complessivamente 200 militari a bordo di 80 mezzi, nonché un elicottero del Nec di Bari, tre unità cinofile della Compagnia di Modugno, i carabinieri dello squadrone “Cacciatori di Puglia e del team artificieri antisabotaggio del comando provinciale di Lecce.

“Si tratta di un’operazione antimafia di particolare valenza – ha dichiarato il colonnello Giampaolo Zanchi – perché è andata a colpire un clan criminale “emergente”, che comunque non aveva nulla da invidiare alle organizzazioni storiche della Scu presenti sul territorio. Queste ultime, anzi, manifestavano rispetto nei confronti del nuovo gruppo. L’indagine, che vede coinvolto anche l’attuale sindaco di Scorrano Stefanelli, ha permesso di delineare un legame tra l’organizzazione delinquenziale ed il primo cittadino, in occasione delle ultime competizioni elettorali. L’attività investigativa è ancora in corso, d’intesa con la Procura svolgeremo ulteriori approfondimenti”.

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Corvaglia, Mario Blandolino, Silvio Caroli, Giuseppe e Gabriele Presicce, Giovanni Montagna, Pantaleo Cannoletta, Anna Grazia Maraschio, Mario Coppola e Alfonso Parente Stefanizzi.

 

 

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Dopo l’omicidio di Capocelli, era pronta la vendetta: un ordigno contro i familiari di Paiano

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di F.Oli. 

MAGLIE (Lecce) – L’inchiesta dei carabinieri del Norm di Maglie ha consentito di squarciare il velo anche sull’omicidio di Mattia Capocelli ucciso con un colpo di pistola nella notte del 25 aprile. Nell’ordinanza il gip Sergio Tosi ha ricostruito il grave fatto di sangue. Un gruppo di “ragazzi di Padreterno” – così come veniva chiamato Giuseppe Amato – tra cui Mattia Capocelli, Marco Cananiello, Salvatore Maraschio, Andrea Marsella detto “Banderas”  avrebbero convinto Simone Paiano a raggiungerli presso il “paninaro” di via Don Luigi Sturzo dove si sarebbe consumato l’omicidio. Al di là delle dichiarazioni reticenti dei testimoni, di Paiano e dei “ragazzi di Padreterno”, la mancata segnalazione del fatto alle Forze dell’Ordine, intervenute solo dopo il decesso di Capocelli, presso l’Ospedale di Scorrano, aveva fortemente insospettito gli investigatori.

L’immediato avvio delle intercettazioni telefoniche e ambientali ha consentito di ricostruire il movente dell’omicidio riconducibile ad una controversia per il controllo dello spaccio di sostanza stupefacente, e non solo, sul territorio di Maglie e paesi vicini. Nel corso delle intercettazioni ambientali eseguite all’interno dell’autovettura Fiat Punto in uso a Matteo Presicce il 26 aprile alla domanda di Giorgio Rausa, inteso “Giorgino” che chiedeva: “Ci sono io ora a Maglie..a Bravo (Marco Cananiello) gli ha detto queste cose?”, Matteo Presicce rispondeva: “No a quello del carro…dopo che ha sparato Mattia è scappato poi è tornato al carro (paninaro) con la macchina è passato e sceso ed ha detto questo e’ solo l’inizio qua ci sono  io capito? d’ora in avanti ci sono io…”, riferendosi all’affermazione fatta da Simone Paiano, dopo aver esploso un colpo di pistola nei confronti di Mattia Capocelli, ad una terza persona presente sul luogo del delitto. Da tale affermazione, secondo gli inquirenti, sarebbe emersa chiaramente la volontà, in considerazione anche di una possibile “investitura” ricevuta all’interno del carcere durante il periodo di detenzione, di Simone Paiano di voler controllare lo spaccio di stupefacenti a Maglie in evidente contrasto con la pretesa egemonica del gruppo di “Padreterno”.

La conferma a tale tesi investigativa veniva fornita dal dialogo registrato, all’interno della Fiat Punto, tra Matteo Presicce e Salvatore Rausa inteso “Pizzileo”, in cui i due, oltre a fare riferimento alle iniziative in occasione dei funerali di Mattia Capocelli, facevano effettivamente riferimento alla possibile “affiliazione”, attraverso il cosiddetto “battesimo”, di Simone Paiano con alcuni esponenti della criminalità brindisina. In particolare Rausa precisava di aver avuto sempre una certa diffidenza nei confronti di Paiano: “L’unica cosa che ho detto e l’ho chiamato coglione non mi ha mai voluto sentire mai e su  questa cosa ci siamo trovati io e lui d’accordo, io l’ho detta a Toto e lui l’ho detto a lui, l’avevo detto Toto questo parla molto non mi piace, Toto gli ho detto questo è male intenzionato, gli ho detto….…che quest’ultimo che quando è stato dentro mi hanno detto che ha fatto anche  “il giuramento” quelli di Brindisi, ha fatto il battesimo…”.

Nel prosieguo della conversazione Rausa faceva riferimento alla “spartizione del territorio” in relazione all’attività di spaccio di stupefacente precisando che l’intento di Andrea Marsella era quello di gestire lo spaccio all’interno dei locali di Maglie So io qual è il suo intento, a me l’ha già detto! Io mi occupo dei locali, e io gli ho detto con i locali come dividiamo?” e aggiungeva di avere il controllo dello spaccio in alcuni comuni che gli garantivano lo smercio di circa 150 grammi a settimana “ma io sto bene come sto con i paesi che ho, che mi sono preso 4/5 paesi, mi sono preso Sanarica, mi sono preso San Cassiamo, mi sono preso Poggiardo, mi sono preso un pezzo di Corigliano…sto bene! Ogni due giorni  sono 5 grammi, alla settimana 150”. Nella successiva conversazione Salvatore Rausa manifestava a Matteo Presicce la necessità di prendere “la gestione” di una “porzione” di Maglie in relazione all’illecita attività di spaccio attesa la mancanza di Mattia Capocelli: “Perchè ci siamo no vicino che c’è il cavallo di Troia, che c’era lui pure (Mattia Capocelli), ma adesso uno il Signore….cosa vuole mandarmi anche a me? O sbaglio? Oggi mi ha detto adesso vediamo così colà …bestemmia… mi mancano più ossa alla mano…bestemmia…ovunque facciamo le cose se vanno fatte facciamole, ma a me deve…o sbaglio Matteo?….Chi si spiega prima non fa questioni dopo! O mi dai le cose o mi dai un quartino di Maglie, sbaglio? Mi dai! Che poi non è nostro Maglie!….Non è nostro Maglie eh! Noi gli diamo una mano e loro ci danno la possibilità di fare qualcosa….ohhh!…”.

Dopo aver presenziato ai funerali di Mattia Capocelli, si registrava un dialogo all’interno della Fiat Punto in cui Francesco Amato esternava la necessità di compiere, attuando le necessarie precauzioni anche in relazione alla possibile presenza di personale di forze di polizia, delle ritorsioni nei confronti della famiglia di Simone Paiano, i cui componenti anche in via precauzionale si erano allontanati momentaneamente dal comune di Maglie, posizionando un ordigno esplosivo nei pressi della porta d’ingresso dell’abitazione dei familiari: “Ragazzi, ragazzi aspettate un secondo, Marco lo dico anche a te, Matteo per questa sera non deve scappare!!!… Ragazzi ho detto il portone di casa!!!! Ragazzi non bisogna tardare, tu oggi fai la notte allora domani, non più tardi di domani e che devo fare ragazzi!!!!… Si, si…allora fate tremare Maglie con quella cosa.. Fatela tremare… Buono, buono! Buono devo far tremare Maglie!… Cosa ci ha fatto passare questa merda di Simone (Paiano)… No cosa deve passare lui, che deve passare lui, lo strappo con le mani, non un colpo veloce per farlo morire, no, no, no, a parte che gli taglio le mani almeno spara al cazzo più e poi gliele metto nel culo, adesso vedrete!… Dobbiamo fare tanto danno, danno su danno dobbiamo fare a questi pezzi di merda…”.

Il confezionamento dell’ordigno, del peso complessivo superiore ai due chilogrammi, utilizzando la polvere di 30 cobra (grossi petardi) e una bombola di gas, era stato effettuato da Matteo Presicce che, insieme a Marco Cananiello, si diceva disponibile a posizionare e a far esplodere l’ordigno nei pressi dell’abitazione: “I 30 che tenevamo ed in più ho messo una bombola di gas!…”. La sera del 28 aprile Matteo Presicce insieme ad un complice avrebbero desistito dall’intento di posizionare l’ordigno esplosivo nei pressi dell’abitazione della famiglia Paiano in quanto quest’ultimo aveva notato la presenza di un’autovettura con colori d’istituto nelle immediate vicinanze. Successivamente provvedevano ad occultare l’ordigno in via Salvatore Portaluri a Maglie. Lo stesso veniva recuperato dalla Pg operante, anche grazie all’intervento degli artificieri, e sottoposto a sequestro penale.

Dalle conversazioni riportate emerge pertanto in maniera chiara come l’omicidio di Capocelli sia avvenuto nell’ambito di una controversia in atto per il controllo del territorio che Simone Paiano, da poco uscito dal carcere, evidentemente intendeva mettere in dubbio. La reazione del gruppo Amato, costituisce indice inequivoco della pericolosità e del carattere mafioso della organizzazione. La stessa infatti, ferita per l’omicidio di un suo aderente e ancor di più per le affermazioni di Simone Paiano, non riconoscente l’autorità del clan Amato sul territorio, subito si organizza per vendicare platealmente l’affronto subito in modo da rinsaldare la propria forza di intimidazione.

In tale ottica va anche interpretata la spettacolarizzazione del funerale di Capocelli trasformato da momento di lutto e riflessione in esibizione della potenza del gruppo mediante l’uso di fuochi d’artificio ed attestati vari di cordoglio.

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“Translation Music”, domani 26 giugno il quarto appuntamento del Festival Internazionale delle Arti

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NARDO’ (Lecce) – Domani, mercoledì 26 giugno, si terrà presso l’Oasi Tabor di Nardò “TRANSLATION MUSIC”, il quarto appuntamento dell’ottava edizione del Festival Internazionale delle Arti. A partire dalle 20:00, un appuntamento speciale dalla doppia natura: concerto-conferenza del dottor Toso con la partecipazione del dottor Carlo Angelo Licci (medico omeopata) e il dottor Giuseppe Memmi (psicologo musicoterapeuta), alterna momenti musicali con momenti di approfondimento scientifico, per far comprendere meglio l’interazione che la musica può avere a livello cellulare con il nostro essere e sentire. Nel concerto “TRANSLATIONAL MUSIC” si esibirà il dottor Emiliano Toso al pianoforte accordato a 432 Hz, usato nell’ascolto terapeutico, affiancato da Lorena Borsetti al violoncello.

Quest’appuntamento con il “Convegno in Musica” è dedicato ai concerti di TRANSLATIONAL MUSIC che fondono biologia e musica e si distinguono per la loro unicità: in questo caso l’elemento preso in analisi è la terra, intesa come genitrice assoluta, per il modo di percepire l’evento in sé, in cui ogni momento è un concentrato vibrazionale unico, che permette ai partecipanti di ascoltare, ascoltarsi e fondersi con la musica, con la natura, appunto, con la terra.

Sotto la direzione artistica del Maestro Salvatore Cordella, il Festival Internazionale delle Arti da il via così alla sua ottava edizione, in un’armonia di suoni, passioni ed emozioni. Ideato dall’Associazione International Arts Company, il Festival si propone di presentare al pubblico le iniziative e la programmazione annuale dell’Associazione e di farne apprezzare i frutti dell’intensa attività artistico-culturale. Dal 16 giugno al 7 luglio, il Festival presenterà sei unici appuntamenti in diverse location per dare risalto alle tre espressioni più tradizionali dell’arte – la musica, l’arte figurativa e la lirica – accompagnate dalle altre arti – prosa, danza, light design, arte culinaria enogastronomica – con l’obiettivo unico di far riscoprire agli spettatori le meraviglie e la bellezza delle arti.

Il tema di ogni appuntamento è ispirato alla visione personale della “Teoria degli Elementi” del Maestro Cordella e della sociologa dott.ssa Flavia Pulli: a ciascun dei cinque elementi di cui è costituita la materia – fuoco, aria, acqua, terra e metallo – corrispondono qualità e virtù e ognuno di noi può essere identificato in uno di questi elementi in base a caratteristiche psicofisiche.

Anche il metodo di insegnamento dell’Accademia dei Germogli d’Arte – nata nel 2011 dalla volontà di creare nel Salento un centro dedicato allo studio, al perfezionamento tecnico e alla crescita artistica e personale di giovani cantanti lirici – è improntato sulla teoria degli elementi ed è  finalizzato al raggiungimento del benessere psico-fisico dei cantanti e al superamento di blocchi tecnici e fisici nell’esecuzione del canto, nonché al raggiungimento del “punto zero” ovvero del punto di equilibrio, con il supporto di specialisti dell’ambito medico, il naturopata e omeopata dott. Angelo Carlo Licci e della esperta in Yoga, Cranio Sacral Terapy e Muscolar Energy Technique dott.ssa Roberta Adami.

In queste otto edizioni il Festival Internazionale delle Arti ha visto crescere il proprio successo, grazie anche al contributo degli “Amici del Festival”, da realtà nazionali – tra cui i main sponsor ConadSpinel CaffèSan PellegrinoCasta srl – alle numerose realtà territoriali, che da sempre sostengono questo progetto, fino a ogni singolo appassionato del Festival.

Questa ottava edizione – finanziata dalla Regione Puglia nell’ambito del programma straordinario 2018 in materia di cultura e spettacolo – punta anche a far scoprire il legame indissolubile e armonico tra la musica, l’arte e la natura.

 

 

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Il Salento della Caretta Caretta. Due nidi in poche ore sul litorale Ionico

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SALENTO – Come ogni anno le spiagge salentine sono pronte ad ospitare turisti e vacanzieri da ogni dove ma per fortuna lasciano spazio alla bellezza della natura e alle sorprese che può riservare. Pertanto come accade quasi ogni anno, seppur non si riesca chiaramente a prevenire i luoghi esatti, le tartarughe scelgono gli arenili salentini per deporre le uova.

Intorno alle 22 del 21 giugno scorso una femmina di “Caretta Caretta” è tornata a nidificare lungo la spiaggia prospiciente l’ecoresort “Le Sirenè”. Nella stessa mattina invece un altro esemplare ha scelto la spiaggia di Pescoluse.

“L’evento ormai non più eccezionale – spiega il direttore regionale di Legambiente e presidente del circolo di Gallipoli, Maurizio Manna – ma anzi atteso e monitorato attraverso la ricerca quotidiana delle tracce, è stato seguito da decine di turisti increduli ed entusiasti. La deposizione, durata circa un’ora, è avvenuta alla presenza degli uomini della Capitaneria di Porto di Gallipoli, che assieme ai volontari di Legambiente hanno provveduto a ispezionare la spiaggia e a delimitare l’area interessata.

Il sopralluogo e la valutazione degli esperti ha ritenuto il nido in una posizione poco sicura, poiché troppo vicino alla battigia, quindi a rischio allagamento in caso di mareggiate. Si è provveduto pertanto, dopo il conteggio delle uova, a collocarlo con le dovute attenzioni, in un’area più tranquilla e idonea, rispettandone le condizioni originarie. Accanto al nuovo nido è stato collocato un “data logger”, apparecchio in grado di rilevare i dati base fino alla fine della schiusa, prevedibile per l’inizio di agosto.

Il nido, come da prassi è stato affidato dalle autorità competenti, al Museo di Storia Naturale di Calimera, con la custodia, il monitoraggio e le azioni di comunicazione e sensibilizzazione a cura di Legambiente.

Una bella storia che probabilmente avrà un epilogo felice grazie alla collaborazione dei volontari di Legambiente ma soprattutto grazie alla sensibilità e all’entusiasmo che i cittadini hanno dimostrato dopo aver avvistato la tartaruga, un bel segnale che lascia ben sperare rispetto ai piccoli miracoli della natura.

 

Christian Petrelli

 

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Viene dalla Romania il terzino destro del Lecce, Romario Benzar

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Dovrebbe essere ufficializzato nei prossimi giorni dall’ Unione Sportiva Lecce il giocatore Romario Benzar. Il ventisettenne è già stato in nazionale romena, sia la under 17, la under 18, under 21 e nazionale Maggiore. Tra i suoi trascorsi, come club, lo Steaua Bucarest. Può essere utilizzato da mister Liverani come terzino ma anche come esterno destro di centrocampo.

La sua quotazione supera i due milioni di euro. Il club salentino sarebbe pronto a presentarlo prossimamente.

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Tragedia a Torre Chianca, Guido: “Non è ammissibile che non siano disponibili le ambulanze presso i presidi estivi”

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TORRE CHIANCA (Lecce) – “Non è ammissibile che al 25 di giugno non siano disponibili le ambulanze presso i presidi estivi comunali.” Dichiara il consigliere comunale di Lecce, Andrea Guido.
“Questa carenza gravissima, esattamente come lo scorso anno, si ripercuote sulla tutela della salute e della sicurezza di turisti e cittadini nelle marine. Ma la Regione Puglia del buon Emiliano ci aveva già abituati a leggerezze e superficialità di questo genere. E oggi, dopo la tragedia di questa mattina, rimane solo una grande rabbia e un immenso sconforto.

Ancora una volta viene a galla l’incompetenza e il mal funzionamento dell’organo regionale, nonché l’indifferenza dell’amministrazione del Presidente nei confronti delle esigenze di questa porzione di Puglia, utile per lui solo quando occorre raccogliere voti e piazzare i propri uomini fedeli nelle posizioni di potere.”

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Tragedia a Torre Chianca, muore annegato davanti agli occhi dei bagnanti: inutili i soccorsi

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TORRE CHIANCA (Lecce) – Prima tragedia in mare nell’estate 2019. Il dramma si è consumato attorno a mezzogiorno lungo un tratto di una spiaggia libera di Torre Chianca, una delle marine di Lecce, dove un uomo di 66 anni – Antonio Guido, di Surbo – è deceduto probabilmente annegato.

Tutto si è verificato in un tratto compreso tra due stabilimenti balneari. Accortisi dell’uomo in difficoltà in mezzo al mare, alcuni bagnanti (tra cui anche un migrante ed un medico lì presente) hanno cercato di prestare soccorso al 66enne, in attesa dei soccorsi.

Sul posto dopo qualche minuto sono intervenuti un’ambulanza del 118 nonché un’auto medica, i cui operatori a bordo hanno fatto di tutto per strappare alla morte il malcapitato bagnante. Purtroppo ogni sforzo da loro profuso è risultato vano.

La zona è stata raggiunta anche dagli uomini della guardia costiera di San Cataldo e dai carabinieri della Compagnia di Lecce.

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Si lancia dalla finestra del Policlinico, rimedia una frattura: “u Tannatu” tentava la fuga?

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BARI/GALLIPOLI (Lecce) – Evasione fallita o tentato suicidio? È mistero su quanto accaduto la notte scorsa a Bari, dove il gallipolino Marco Barba, di 45 anni, ex pentito della Sacra Corona Unita ed in carcere per l’omicidio del marocchino Khalid Lagraidi, si è lanciato da una finestra dell’ospedale Policlinico del capoluogo regionale, fratturandosi una gamba.

Marco Barba, detto “U Tannatu”, si trovava ricoverato nel reparto di chirurgia toracica del nosocomio barese, per un ricovero programmato.

Attorno alla mezzanotte, il gallipolino – approfittando di una finestra aperta – si sarebbe lanciato dalla finestra eludendo momentaneamente la sorveglianza dei due agenti che lo stavano piantonando. Terminato su un terrazzino sottostante, Barba è stato subito bloccato dagli agenti di custodia.

La notizia è stata diffusa da Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, secondo il quale Barba avrebbe giustificato il suo gesto con la volontà di suicidarsi, tesi alla quale il sindacato non parrebbe credere.

(foto dal sito dell’ospedale di Bari)

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Rapinarono agenzia di scommesse: in Appello sconto di pena per due

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F.Oli. 

CASARANO (Lecce) – Sconto di pena in Appello per due dei tre rapinatori che, nel gennaio del 2018, misero a segno un assalto armato ai danni del centro scommesse “Goldbet” di Casarano in viale Ferrari. I giudici hanno condannato a 3 anni e 2 mesi sia Josef Antonio Crisigiovanni, di 24 anni che Luigi De Micheli, di 27, entrambi residenti a Casarano riformando così la sentenza di primo grado con cui i due imputati, in abbreviato, erano stati condannati rispettivamente a 6 anni, 2 mesi e 1600 euro di multa e a 4 anni e 2 mesi e a 110 euro di multa per i reati di rapina aggravata in concorso e resistenza a pubblico ufficiale.

Accusa, quest’ultima, da cui i due giovani sono stati assolti in Appello perché il fatto non sussiste. In più la Corte ha concesso agli imputati le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate. Per il solo Crisigiovanni, infine, l’interdizione dai pubblici uffici non sarà più perpetua ma di cinque anni. Un terzo imputato, Michele Spennato, di 22 anni, invece, ha patteggiato 2 anni e 6 mesi.

L’assalto risale alla sera del 14 gennaio di un anno e mezzo. Per raggiungere il centro scommesse i banditi utilizzarono una Fiat Grande Punto). In due, travisati da passamontagna e con uno scalda collo, fecero irruzione nel locale e, dopo aver minacciato armi in pugno il dipendente e i clienti presenti in quel momento, si fecero consegnare circa 1500 euro. Subito dopo i due malviventi raggiunsero il complice (Spennato) alla guida dell’auto della madre.

Le incessanti ricerche avviate dai carabinieri della Compagnia di Casarano consentirono di intercettare la Grande Punto lungo via vecchia Melissano. Dopo un lungo inseguimento a forte velocità la banda venne definitivamente bloccata sulla provinciale 350 Casarano – Taurisano. In carcere finirono Crisigiovanni e De Micheli. Spennato, invece, venne confinato ai domiciliari.

Nel corso dell’udienza di convalida gli arrestati confessarono gli addebiti dichiarando di aver deciso di compiere la rapina per problemi economici. Il gip Carlo Cazzella convalidò l’arresto alleggerendo la custodia cautelare in carcere con quella più blanda dei domiciliari sia per Crisigiovanni che per De Micheli.

In appello Crisigiovanni è stato difeso dall’avvocato Cosimo D’Agostino, mentre De Micheli dall’avvocato Luca Puce.

 

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Delibere in odor di falso per il trasporto scolastico, assolti due dirigenti

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F.Oli. 

TRICASE (Lecce) – Erano accusati di aver compilato false delibere per il trasporto scolastico ma il processo si è chiuso con un verdetto assolutorio nonostante rischiassero un anno e nove mesi di reclusione. A porre la parola fine è stato il giudice Valeria Fedele. La sentenza ha riguardato Maria Rosaria Panico, 61 anni, e Francesco Accogli, 67, entrambi di Tricase, la prima nel ruolo di vice segretario (responsabile del settore Amministrazione generale e servizi al cittadino), la seconda come di responsabile del servizio del Comune di Tricase.

Secondo l’accusa, avrebbero redatto due false delibere con cui la ditta “Viaggi Sperti Fabrizio” veniva autorizzata a effettuare corse aggiuntive per il tragitto da Depressa a Tricase degli alunni delle elementari e medie a un costo complessivo di 5mila euro, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2012.

La difesa (rappresentata dagli avvocati Luciano De Francesco e Francesco Galluccio Mezio), attraverso il deposito di atti, documenti e prove, hanno evidenziato come la delibera era sempre stata una, ma che per un errore era andata a finire sull’albo pretorio anche una bozza. Per conoscere l’orientamento del giudice bisognerà attendere il deposito delle motivazioni.

F.Oli.

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Coprirono maestra accusata di maltrattamenti? Assolte due colleghe e la preside

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F.Oli.

RUFFANO (Lecce) – Si chiude con un’assoluzione con formula piena il processo a carico di due maestre e della dirigente scolastica della scuola primaria dell’Istituto comprensivo Saverio Lillo di Ruffano, accusate di falsa testimonianza. Secondo l’accusa, avrebbero coperto una maestra condannata con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione con le loro deposizioni fornite in aula nel corso del processo a carico della collega.

Ad emettere un verdetto assolutorio è stato il gup Giulia Proto, al termine del processo in abbreviato, che ha così respinto le proposte di condanna a 2 anni di reclusione invocate dal pm Luigi Mastroniani per le maestre A.M.S., 51 anni, di Ruffano e M.M.A., 63, di Taurisano, (colleghe dell’imputata) e per la dirigente scolastica M.P., 65, di Maglie.

Ballava, sempre davanti allo stesso giudice, la richiesta della pubblica accusa all’ufficio della Procura di contestare alle tre imputate il reato di omessa denuncia. In sede di discussione gli avvocati Biagio Palamà, Valerio Centonze e Giuseppe Castelluzzo hanno evidenziato come le proprie assistite, nel processo della maestra condannata, erano state sottoposte ad un pressante interrogatorio da parte del giudice tanto da andare in confusione. Per tutte presentarsi al cospetto di un Tribunale è stato un fatto insolito così come dover rispondere ad un fuoco di fila di domande. tanto che una delle imputate ammise: “Sono entrata nel pallone”. E per le ricostruzioni ritenute poco credibili il giudice dispose la trasmissione degli atti per falsa testimonianza.

Il gup, però, ha accolto la tesi difensiva e la sentenza delle due maestre e della dirigente potrebbe ora confluire nel processo di secondo grado e rappresentare un elemento a sostegno della maestra M.A., 64enne, di Montesano Salentino, condannata in primo grado a 9 mesi (l’insegnante è assistita dall’avvocato Mario Coppola).

Secondo quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale A.M.S., sentita come teste davanti al giudice monocratico della prima sezione penale nell’udienza del 23 aprile del 2014, avrebbe reso false dichiarazioni. Nello specifico la maestra, in qualità di rappresentante di classe, avrebbe negato di aver appreso dalla madre di uno studente non solo dei disagi e delle ansie del figlio ma anche dei metodi poco ortodossi adottati in classe dall’insegnante e del fatto che la collega alzasse le mani sui bambini.

M.A. avrebbe fornito una deposizione giurata ritenuta falsa nell’udienza del 19 settembre 2015. Come insegnante e collega avrebbe negato davanti ad un giudice di aver appreso dalle mamme di due alunni dei comportamenti della collega e dai bambini stessi che l’imputata alzasse loro le mani così come riferito alla polizia. La teste si sarebbe spinta anche oltre affermando di essere stata presente durante alcune lezioni della collega in cui si era sempre comportata bene.

C’è poi la posizione della dirigente scolastica. M.P., nell’udienza del 14 gennaio del 2016, avrebbe negato di aver appreso dalla madre di un alunno dei comportamenti illeciti della maestra prima del deposito dell’esposto e di averle anzi suggerito di alleggerire la portata delle accuse.

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“Contatto”: Riesame dice no al carcere per i fratelli Coluccia e Fiorito

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F.Oli.

NOHA (Lecce) – Il Riesame rigetta l’appello della Procura e dice no al carcere per i fratelli Luciano e Michele Coluccia Giuseppe Fiorito, i primi due di Noha il terzo di Cutrofiano, indagati a piede libero nell’inchiesta “Contatto”. Si tratta dell’indagine con cui i carabinieri della Compagnia di Maglie smantellarono nel settembre del 2017 un agguerrito sodalizio attivo, in particolare, nel comune di Sogliano Cavour. Nel processo di primo grado, a dicembre, Fiorita e Michele Coluccia sono stati condannati a 8 anni di reclusione mentre Antonio compare tra gli imputati con rito ordinario.

Tornando al Riesame (Presidente Silvio Piccinno, giudici Pia Verderosa e Antonio Gatto) si sono adeguati alle censure da parte della Cassazione che aveva ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza che potessero legittimare l’emissione della misura. Per Antonio Coluccia, la richiesta di carcere si basava su un’intercettazione in cui Vincenzo Antonio Cianci (uno dei principali imputati e di recente transitato nella schiera dei pentiti) riferiva in un’intercettazione che quando Antonio Coluccia sarebbe uscito dal carcere “le cose sarebbero cambiate”. Quella frase, per la difesa, si doveva considerare alla stregua di un’esternazione personale. Tra l’altro una volta scarcerato tutte le attività d’indagine non hanno mai accertato frequentazioni pericolose di Antonio Coluccia e tantomeno con Cianci. Nei confronti degli altri due indagati la stessa Cassazione, amarco, aveva ritenuto che i gravi indizi di colpevolezza non fossero sufficienti per emettere un provvedimento restrittivo. È stata così premiata la linea difensiva sostenuta in udienza dagli avvocati Luigi Greco, Donato Sabetta, Francesco Vergine, Ladislao Massari, Mario Coppola e Pantaleo Cannoletta.

Eppure l’iter giudiziario per i tre imputati è stato, da subito, lungo e complesso. Inizialmente il gip Edoardo D’Ambrosio aveva rigettato la richiesta della misura cautelare avanzata dal pubblico ministero Roberta Licci per le accuse di mafia e associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la Procura i fratelli Coluccia avrebbero continuato a controllare le attività illecite pur stando dietro le sbarre. In particolare Michele Coluccia avrebbe esercitato il potere direttivo in ordine alla ripartizione del territorio ed alla individuazione dei referenti di zona, ordinando punizioni nei confronti di affiliati responsabili di danneggiamenti ai danni dell’amministratore “amico”.

La Procura bussò al Riesame che accolse l’appello. La Cassazione, con un primo verdetto, su ricorso delle difese, annullò il provvedimento per un vizio formale (il collegio di giudici del Riesame davanti ai quali era stato discusso l’appello risultava differente dalla terna che adottò tale provvedimento). Da qui un nuovo giudizio davanti al Tribunale della Libertà; accoglimento dell’appello della Procura impugnato dalle difese in Cassazione che annulla con rinvio per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Nelle scorse ore è arrivato il rigetto del Riesame all’appello della Procura che, tecnicamente, potrebbe nuovamente impugnare il provvedimento in Cassazione. Ipotesi, per i più, da ritenersi improbabile.

 

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Da autore di rapine a prostitute a vittima di estorsione, per tre bulgari si aprono le porte del carcere

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GALATINA (Lecce) – Risalgono all’autore di due rapine ai danni di una loro connazionale e tentano di estorcergli ben 10mila euro, ma la vittima si rivolge agli agenti di polizia e per tre bulgari scatta l’arresto. Si tratta di due uomini ed una donna, C.M. di anni 43, B.N. di anni 28 e R.S. di anni 29, tutti domiciliati a Taviano, arrestati dagli agenti del commissariato di Galatina per estorsione aggravata in concorso in danno di un operaio di Collepasso, M.S di anni 33.

L’indagine ha mosso i primi passi all’indomani di due rapine subite dalla 29enne bulgara, solita esercitare l’attività di meretricio nella zona aeroportuale di Galatina, sfociate poi nella denuncia per rapina del 33enne.

La donna, però, allo stesso tempo ha avviato una sua “indagine privata” con i due connazionali, oggi arrestati, per risalire all’autore delle due rapine, rintracciandolo la settimana scorsa all’esterno del suo posto di lavoro, per poi pestarlo e minacciarlo per farsi consegnare 10mila euro in contanti.

Ottenuta la possibilità di dilazionare in due parti la somma richiesta, M.S. ha quindi chiesto aiuto ai poliziotti del commissariato galatinese, ai quali ha denunciato il ricatto subito. D’intesa con gli investigatori, coordinati dal dirigente Giovanni Bono, la vittima dell’estorsione ha così organizzato la consegna del denaro, per consentire ai poliziotti di bloccare in flagranza i tre bulgari.

Ieri pomeriggio, all’orario pattuito per la consegna dell’acconto di quanto richiesto, all’appuntamento era infatti presente anche la polizia, che è uscita allo scoperto ed ha tratto in arresto i tre stranieri, in flagranza di reato.

Nel corso delle perquisizioni eseguite nelle loro abitazioni sono stati rinvenuti 4000 euro, ritenuto provento dell’attività di prostituzione della donna. Indagini in corso per risalire all’eventuale coinvolgimento di altre persone. Per i tre bulgari si sono aperte le porte della casa circondariale di Lecce.

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Rifiuti, riapre l’info point di Sant’Isidoro

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NARDO’ (Lecce) – L’info-point e punto di distribuzione del kit dei rifiuti di via Marsala a Sant’Isidoro riapre oggi al pubblico, dalle ore 17 alle 19:30. Il servizio, attivato nelle scorse settimane di concerto tra Comune di Nardò e Bianco Igiene Ambientale e in collaborazione con la locale Pro Loco (che ha messo a disposizione la propria struttura), era stato momentaneamente sospeso dopo gli insulti e le minacce nei confronti di un incaricato di Bianco Igiene Ambientale da parte di un individuo che aveva preteso, in spregio alle regole e senza delega di alcuno, la consegna dei kit per la raccolta differenziata dei rifiuti. Nel timore di gesti violenti, l’addetto al servizio era stato costretto a consegnare l’attrezzatura. E l’accaduto, peraltro, aveva spinto altri utenti a pretendere il kit senza presentare i documenti richiesti.

Da stasera, dunque, il punto di distribuzione delle attrezzature domiciliari per la raccolta differenziata sarà di nuovo a disposizione dei villeggianti della marina (ogni martedì e venerdì, dalle ore 17 alle 19:30), che potranno rivolgersi alla Pro Loco per ritirare i bidoncini previsti dal servizio avviato nei mesi scorsi, che ha introdotto diverse novità nella raccolta, tra cui l’avvio della raccolta porta a porta della frazione organica e quindi la modifica del calendario settimanale delle raccolte domiciliari. Gli addetti di Bianco Igiene Ambientale saranno affiancati da incaricati della Pro Loco per un ottimale espletamento del servizio.

In ogni caso, è sempre operativo il punto di distribuzione a Nardò in via Gaballo n.7, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e il martedì e giovedì anche dalle ore 16 alle 18:30.

 

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Fernanda Cosi è la nuova segretaria generale dello Spi Lecce

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LECCE – Fernanda Cosi è la nuova Segretaria generale dello Spi Cgil Lecce. L’Assemblea generale provinciale del Sindacato Pensionati Italiani l’ha eletta oggi, alla presenza del Segretario generale regionale, Gianni Forte, e della Segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi. Completata anche la segreteria provinciale. Affiancherà Fernanda Cosi, oltre al confermato Abramo Toma, anche Gioacchino Marsano (fino a dicembre direttore del Patronato Inca), che prende il posto di Antonella Cazzato, recentemente eletta segretaria regionale dello Spi e ieripresente al passaggio di consegne.

Classe ’54, Fernanda Cosi nasce a Gagliano del Capo, dove a 21 anni diventa segretaria della locale sezione del Pci. Qui inizia il suo impegno politico, sociale e sindacale in difesa dei più deboli e per il riscatto delle lavoratrici e dei lavoratori. Segretaria organizzativa dello Spi dal 2011, nel 2013 è eletta responsabile regionale del Coordinamento Donne dello Spi. Attualmente è presidente del Comitato direttivo e dell’Assemblea generale dello Spi Puglia. Dal 25 giugno è segretaria generale dello Spi Lecce.

Nella sua dichiarazione programmatica, la nuova Segretaria generale ha rinnovato l’impegno “a rafforzare il radicamento del sindacato sul territorio, a partire dai valori della Cgil: autonomia, antifascismo, democrazia, libertà, tutela della Costituzione, Europa, integrazione, accoglienza, solidarietà tra lavoratori e fra cittadini, pari opportunità. Continueremo l’attività del sindacato di strada per stare sempre più vicini ai pensionati e agli anziani; lavoreremo per rendere sempre più accessibile il sistema sanitario ai cittadini più deboli, oltre che per valorizzare l’invecchiamento attivo. Forte sarà l’impegno per l’affermazione dei diritti delle donne, per la tutela della Costituzione, per coltivare la memoria storica. Lavoreremo sempre per fare più grande la nostra categoria e per fare grande la Cgil”.

Il Segretario generale dello Spi Puglia, Gianni Forte, ringrazia “Ninì De Prezzo per il suo impegno nello Spi, per il lavoro che ha fatto e per i risultati raggiunti dal punto di vista organizzativo e della capacità di promuovere tante iniziative. Siamo convinti che la nuova segretaria generale saprà raccogliere questo patrimonio e fare in modo che lo Spi e la Cgil possano crescere sempre di più e rispondere ai bisogni degli anziani”.

Valentina Fragassi saluta e ringrazia De Prezzo (“un pezzo importante della storia della Cgil) e fa gli auguri di buon lavoro alla nuova Segretaria generale ed alla nuova segreteria provinciale: “Lo Spi rappresenta un punto di riferimento per la Cgil. C’è molto lavoro da fare: una parte del lavoro è stata ben impostata durante il mandato di Ninì, con un lavoro capillare di vicinanza ai cittadini, con il sindacato di strada svolto davanti agli uffici postali e nei quartieri più poveri della città. È un modello da esportare in altre categorie ed anche in altri centri periferici”.

Ninì De Prezzo è stato il Segretario generale del Sindacato Pensionati Italiani della Cgil Lecce daldicembre 2011. Originario di Galatina, fu eletto a 63 anni. Poco più che ventenne era già responsabile sindacale del Comprensorio di Galatina. Tra i vari incarichi ricoperti: presidente del Comitato Provinciale dell’Inps, segretario organizzativo dello Spi-Cgil Lecce, segretario provinciale dei Tessili per la Cgil, segretario provinciale della Fp-Cgil. Ha iniziato l’attività come responsabile di Zona di Galatina e poi come collaboratore nella Cgil Scuola. Negli anni Ottanta è stato dirigente sindacale del comprensorio di Casarano. “La nuova segreteria saprà lavorare bene; sono certo che la nuova segreteria darà continuità al lavoro svolto in questi anni”, dice.

“Ho perseguito l’obiettivo di allargare la presenza organizzata del sindacato nei territori e di essere vicino ai cittadini ed ai pensionati attraverso varie iniziative su sanità, previdenza, invecchiamento attivo, tutela dei diritti e incremento delle pensioni più basse. Nell’ultimo periodo lo Spi di Lecce è stato impegnato periodicamente nelle piazze di diversi comuni della provincia con il suo ufficio mobile, con diverse iniziative legate al Carosello, lo spettacolo itinerante dello Spi Puglia, con il sindacato di strada e con l’iniziativa ‘Diritti in piazza’ attraverso la quale abbiamo verificato le pensioni e fatto conoscere da vicino il sindacato ai tanti cittadini che non conoscono a pieno servizi e strutture che offriamo sul territorio”.

 

 

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Concluso il primo ciclo di “Biciclettando”: alunni in vacanza con la patente del bravo ciclista

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LECCE – Chiuse le scuole, 1600 studenti vanno in vacanza con una nuova sensibilità sul comportamento da tenere in strada, soprattutto in bicicletta.

Si è concluso il primo ciclo di “Biciclettando”, il progetto di mobilità sostenibile ed educazione stradale organizzato dall’associazione Fiab Lecce Cicloamici.

“Biciclettando” fa parte di “Lecce più sicura in bici e a piedi”, il programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile per gli spostamenti casa-scuola- lavoro, nato con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che prevede il coinvolgimento oltre delle scuole Leccesi anche di quelle di Monteroni, Surbo, Cavallino, Lizzanello, S. Pietro in Lama, Lequile e San Cesario.

Un successo, per adesso, in 14 scuole elementari e 10 scuole medie con corsi pratici di abilità, manutenzione e ciclofficina, ma anche lezioni teoriche sulle tematiche ambientali e sui rischi legati all’inquinamento urbano. Tutto questo per acquisire, già da adolescenti, autonomia nel percorso casa-scuola scegliendo un mezzo “green” come la bicicletta invece del motorino o dell’auto dei genitori.

Gli alunni partecipanti hanno conseguito, inoltre, la “Patente del Bravo Ciclista”, ottenuta dopo aver superato un piccolo esame sui comportamenti stradali.

Il primo ciclo di “Biciclettando” si è chiuso, ma la corsia preferenziale è ancora aperta per le scuole che non hanno potuto aderire. Ci sarà tempo a settembre per il nuovo anno scolastico 2019-2020.

Il neo assessore al Traffico e Mobilità Marco De Matteis ha molto apprezzato il progetto e il lavoro fin qui svolto, auspicando la futura adesione di tutte le scuole del territorio.

 

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Rottamazione Ter, in arrivo 1,4 milioni di lettere

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Arrivano le lettere di risposta a chi ha chiesto di aderire alla “rottamazione-ter” delle cartelle. Agenzia delle entrate-Riscossione sta inviando a tutti gli interessati la “Comunicazione delle somme dovute”, con l’esito della richiesta di adesione e le indicazioni per procedere al pagamento dell’importo, scontato delle sanzioni e degli interessi di mora. Le prime comunicazioni sono partite nei giorni scorsi ed entro il 30 giugno 2019, come previsto dal decreto legge n. 119/2018, sarà completato l’invio che complessivamente riguarderà quasi 1,4 milioni di domande.

Per il cosiddetto saldo e stralcio, previsto dalla legge di Bilancio 2019 e riservato ai contribuenti con ISEE sotto i 20 mila euro, la risposta di Agenzia delle entrate-Riscossione alle circa 332 mila domande presentate arriverà invece entro il 31 ottobre 2019.

LA CLASSIFCA PER REGIONE, LAZIO IN TESTA. Vediamo nel dettaglio la ripartizione per Regione delle adesioni alla “rottamazione-ter” per le quali in questi giorni stanno arrivando le lettere di risposta di Agenzia delle entrate-Riscossione. In totale sono 1 milione 389 mila le domande presentate da circa 1 milione 168 mila contribuenti (alcuni contribuenti hanno presentato più di una richiesta) entro il termine del 30 aprile 2019. In testa c’è il Lazio con 236.812 domande di adesione, al secondo posto la Campania (190.179) e terza la Lombardia (185.599). A seguire ci sono Toscana (108.332), Puglia (101.442), Emilia Romagna (84.679) Piemonte – Valle d’Aosta (81.722), Veneto (81.100), Calabria (76.905), Sardegna (53.109), Liguria (40.032), Abruzzo (35.174), Marche (33.740), Umbria (28.259), Friuli – Venezia Giulia (18.298), Basilicata (15.987), Trentino – Alto Adige (9.418) e infine Molise con 8.122 dichiarazioni di adesione.

IN CHIARO GLI IMPORTI DOVUTI. Agenzia delle entrate-Riscossione invia le “Comunicazioni” tramite Pec ai contribuenti che in fase di adesione hanno comunicato un indirizzo di posta elettronica certificata, mentre a tutti gli altri mediante lettera raccomandata. Con la “Comunicazione”, l’Agenzia informa sull’accoglimento o l’eventuale rigetto della adesione alla rottamazione-ter, su possibili debiti che, per legge, non possono rientrare nella definizione agevolata, sugli importi da pagare e sulle scadenze di versamento. La Comunicazione contiene inoltre i bollettini di pagamento in base alla scelta effettuata in fase di adesione (fino a un massimo di 18 rate). Se il piano di dilazione prevede più di 10 rate, la Comunicazione di giugno conterrà i primi 10 bollettini di pagamento mentre i rimanenti saranno inviati successivamente, prima della scadenza dell’undicesima rata. Una copia della Comunicazione sarà disponibile, a partire dalla prima settimana di   luglio, nell’area  riservata del portalewww.agenziaentrateriscossione.gov.it.

LE TIPOLOGIE DI COMUNICAZIONE. Agenzia delle entrate-Riscossione ha predisposto diverse comunicazioni per differenti tipologie di casi. La prima (AT – Accoglimento totale della richiesta) comunica che i debiti contenuti nella dichiarazione di adesione presentata sono interamente “rottamabili” con il calcolo di quanto dovuto; (AP – Accoglimento parziale della richiesta) riguarda quei contribuenti che hanno importi da pagare per debiti “rottamabili” ma hanno anche debiti non “rottamabili”; il terzo caso-tipo (identificabile con le lettere AD) è riservato alle adesioni con debiti “rottamabili” per i quali nessun importo risulta dovuto; ancora, un quarto tipo (identificabile con le lettere AX) si riferisce ai contribuenti che hanno debiti “rottamabili” per i quali non devono pagare nulla, mentre hanno un debito residuo da pagare per debiti non “rottamabili”. Un’altra tipologia (identificabile con RI) riguarda le adesioni alla definizione agevolata che vengono rigettate in quanto i debiti indicati nella dichiarazione di adesione non sono “rottamabili” e quindi l’importo deve essere pagato senza agevolazioni.

Infine, Agenzia delle entrate-Riscossione ha predisposto anche una specifica comunicazione “23” rivolta a quei contribuenti che, avendo aderito alla precedente “rottamazione-bis” e essendo in regola con il versamento delle rate previste entro il 7 dicembre 2018, usufruiscono per legge dell’accesso automatico alla “rottamazione-ter”, così come ai contribuenti che hanno aderito alle precedenti “Definizioni” e risultavano risiedere in uno dei comuni del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici del 2016 e del 2017. La comunicazione “23” contiene il ricalcolo del debito residuo ancora dovuto e i bollettini con le nuove scadenze delle 10 rate previste dalla legge.

ALTRE COMUNICAZIONI. È fissato al 31 luglio 2019 il termine entro il quale l’Agenzia dovrà inviare la “Comunicazione delle somme dovute” per le domande di adesione alla definizione agevolata dei carichi affidati alla riscossione a titolo di risorse proprie dell’Unione Europea e di imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione.

COME PAGARE. È possibile pagare presso la propria banca, agli sportelli bancomat (ATM) abilitati ai servizi di pagamento Cbill, con il proprio internet banking, agli uffici postali, nei tabaccai aderenti a Banca 5 SpA e tramite i circuiti Sisal e Lottomatica, sul portale di Agenzia delle entrate-Riscossione e con l’App Equiclick tramite la piattaforma PagoPa e, infine, direttamente agli sportelli. Inoltre, come previsto dal DL n. 119/2018, le somme dovute a titolo di definizione agevolata potranno essere versate anche mediante compensazione con i crediti commerciali non prescritti, certi liquidi ed esigibili maturati per somministrazioni, forniture, appalti e servizi nei confronti della Pubblica Amministrazione. Per avvalersi del servizio di addebito diretto su conto corrente, è necessario presentare la richiesta di attivazione del mandato alla banca del titolare del conto almeno 20 giorni prima della scadenza della rata, nel rispetto delle procedure e degli adempimenti previsti dal sistema interbancario. Per esempio, per la scadenza del 31 luglio 2019, il servizio andrà richiesto entro l’11 luglio. Nel caso il servizio venga richiesto oltre tale data, l‘addebito diretto sul conto corrente sarà attivo dalla rata successiva. In quest’ultimo caso il pagamento della rata in scadenza il 31 luglio 2019 dovrà essere eseguito con una delle altre modalità. Si ricorda che il mancato o insufficiente o tardivo versamento (oltre la tolleranza di cinque giorni prevista per legge) anche di una sola rata determina l’inefficacia della definizione agevolata.

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Disinfestazione blatte al via dal 5° luglio: il calendario degli interventi a Lecce

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LECCE – L’Amministrazione Comunale sta provvedendo da tempo ad assicurare interventi di deblattizzazione nelle caditoie stradali, nelle reti fognarie comunali, sui bordi dei marciapiedi, nei giardini comunali e, più in generale, su tutto il territorio comunale comprese le marine leccesi.

A tale proposito l’ATI Pan.Eco – Del.Co Disinfestazioni e l’Acquedotto Pugliese Spa effettueranno, durante il periodo che va dal 01 Luglio 2019 al 30 settembre 2019, trattamenti concomitanti antiblatte con prodotti a bassissima tossicità per l’uomo e per gli animali.

L’Assessorato all’Ambiente ha sensibilizzato rispettivamente l’Acquedotto Pugliese SpA, in qualità di gestore della fognatura nera cittadina, e l’ATI Pan.Eco. – Del.Co. Disinfestazioni srl, in qualità di gestore del servizio di deblattizzazione per conto dell’Amministrazione Comunale, alla prevenzione e al contenimento dell’infestazione con interventi puntuali e congiunti di monitoraggio e deblattizzazione.

Il calendario operativo degli interventi di deblattizzazione è il seguente:

– 05 Luglio 2019

– 02 Agosto 2019

– 06 – 20 Settembre 2019

La prevenzione nella lotta alle blatte consiste in pratiche e accorgimenti necessari per evitare che le blatte si insedino negli edifici utilizzando come vie di transito le condotte e canalette degli impianti elettrici, di riscaldamento, scarichi delle acque ecc.; pertanto si rende necessario che i cittadini, anche sulla base dell’Ord. Dir. N. 589 del 29/04/2016 (Provvedimenti per la prevenzione e il controllo della infestazione da blatte nel territorio comunale di Lecce), provvedano ad effettuare la deblattizzazione delle reti fognarie e delle fosse settiche private nonché delle griglie di raccolta delle acque attinenti le parti private di pertinenza, durante la settimana precedente gli interventi da parte degli Enti Pubblici, come da calendario.

Solo la sinergia degli interventi potrà garantire il raggiungimento degli obiettivi auspicabili.

 

 

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Notte della Taranta, flashmob in piazza Sant’Oronzo per la nuova edizione: Davide Bombana il nuovo coreografo

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LECCE – É Davide Bombana il coreografo del Concertone della Notte della Taranta in programma a Melpignano (Lecce) il prossimo 24 agosto. L’annuncio è stato dato a Lecce in una conferenza stampa nella sede di Intesa Sanpaolo, preceduta da un coinvolgente flash mob di 12 ballerini del Corpo di Ballo de La Notte della Taranta in piazza Sant’Oronzo. Nome di spicco della danza internazionale, celebri le sue parti danzate nel Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker diretti da Jansons, Metha e Muti ed eseguite dai primi ballerini dell’ Opera di Stato di Vienna, Bombana realizzerà le coreografie del Concertone diretto dal maestro Fabio Mastrangelo nella festa dell’estate pugliese che ospiterà la cantante Elisa e il rapper Gué Pequeno.

La pizzica con la sua forza espressiva sarà la protagonista del progetto di valorizzazione di 4 oasi del Mezzogiorno d’Italia promosso da Intesa Sanpaolo e Legambiente con la collaborazione della Fondazione La Notte della Taranta. Alla presentazione del progetto Rigeneri AMO la natura hanno partecipato,  l’assessore regionale al Turismo Loredana Capone, il presidente della Fondazione La Notte della Taranta, Massimo Manera, il Direttore Regionale Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Intesa Sanpaolo Francesco Guido,  il direttore creativo del marchio Yezael Angelo Cruciani e Nunzio Cirino Groccia della segreteria nazionale di Legambiente. L’obiettivo è difendere l’ambiente e la natura e rendere accessibile a tutti,  i luoghi individuati da Legambiente. L’Italia è ricca di paesaggi che emozionano e di uno straordinario patrimonio di biodiversità, che rende il nostro Paese il più ricco d’Europa. E’ per queste ragioni che Legambiente e Intesa Sanpaolo hanno deciso di condividere una campagna straordinaria di raccolta fondi in occasione della ventiduesima edizione de La Notte della Taranta, che quest’anno diventerà ecosolidale.

Grazie al contributo di tutte le persone che decideranno di partecipare a “Rigeneri AMO la Natura”, infatti, sarà possibile riqualificare, con progetti semplici e concreti, quattro aree pregiate dal punto di vista ambientale in Puglia, Calabria, Campania e Basilicata. Ognuna con una sua storia da raccontare:

La Baia di Torre Squillace, nel comune di Nardò (Puglia), al centro della zona di protezione dell’area marina protetta di Porto Cesareo, da rendere fruibile con percorsi guidati per scoprire la storia della Torre e del patrimonio naturale che la circonda;

Le Dune di Sovereto, a Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone (Calabria), con habitat naturalistici e sentieri da ripristinare;

L’Oasi dei Variconi, a Castelvolturno, in provincia di Caserta (Campania), meta di tantissimi amanti del birdwatching, devastata da un incendio doloso;

La Zona di protezione speciale “Costa Ionica Foce Varone”, a Pisticci, in provincia di  Matera (Basilicata), ricca di dune, spiagge, fauna da osservare ma non accessibile alle persone disabili;

“Rigeneri AMO la Natura”, vuole essere anche un viaggio tra bellezze diffuse di un’Italia meno conosciuta e spesso, per questo, trascurata.

L’Italia con le sue spiagge meravigliose e le sue tradizioni è un paese da riscoprire insieme, difendere e promuovere, come fa da ventidue anni La Notte della Taranta con le sue radici popolari e il linguaggio universale della musica.

Il progetto parte con il viaggio della Notte della Taranta nelle filiali di Intesa Sanpaolo in 4 città del Sud: 27 giugno a Matera Capitale della Cultura (piazza Vittorio Veneto), 4 luglio a Reggio Calabria (via Nicola Miraglia), 11 luglio a Bari (da via Sparano a via Abate Gimma), 18 luglio a Caserta (piazza Generale Amico).

Tutti potranno contribuire al progetto di salvaguardia ambientale acquistando la t-shirt ufficiale dell’edizione 22 de La Notte della Taranta disegnata da Angelo Cruciani, direttore creativo di Yezael. Al centro della t-shirt bianca c’è un grande tamburello dove i sonagli sono le lune. Primitiva ed esplosiva come una danza di Magritte la ruota di Lune culmina con quella della notte più attesa dell’estate: la Taranta. La maglia di Cruciani è un manifesto in difesa della natura e sarà indossata dai musicisti dell’Orchestra Popolare nel Concertone di Melpignano.

La partnership con Intesa Sanpaolo ha consentito di accrescere l’offerta del Festival con concerti e percorsi di conoscenza della pizzica organizzati nelle filiali del Sud Italia del gruppo bancario.

Francesco Guido, direttore regionale Campania, Puglia, Calabria e Basilicata di Intesa Sanpaolo

“La Notte della Taranta è la migliore espressione della vocazione turistica del Salento, un esempio illuminante del connubio fra la valorizzazione di una importante tradizione culturale e il conseguente sviluppo turistico ed economico del territorio. Il sostegno che Intesa Sanpaolo ha accordato ancora a questa iniziativa è strategico sia con il suo ruolo di motore di crescita del territorio, sia con la volontà di rappresentare un riferimento stabile anche in termini socio-culturali. La sensibilità nei confronti dell’ambiente non è più soltanto una manifestazione di educazione civile ma anche di cura del patrimonio naturale in chiave di prospettiva economica perché il turismo si fonda su paesaggi incontaminati e preservati così come sulla valorizzazione delle traduzioni e del patrimonio artistico e culturale. Intesa Sanpaolo riconosce infatti nel turismo una delle leve fondamentali per irrobustire lo sviluppo economico del Mezzogiorno. Allo stesso tempo, in termini più generali, auspichiamo che questa iniziativa ambientalista con la quale Intesa Sanpaolo ha voluto connotare la sua sponsorizzazione della Notte della Taranta sia utile per far maturare velocemente la coscienza che il rispetto dell’ambiente avviene anche attraverso la circular economy, su cui abbiamo stanziato un plafond di 5 miliardi, che interpretiamo non come una delle possibili opzioni di processo produttivo connotate da responsabilità sociale ma come autentica nuova rivoluzione industriale capace di generare nuova e più equa ricchezza”.

 

Nunzio Cirino Groccia, segreteria nazionale di Legambiente

Con questa raccolta fondi che ci vede impegnati insieme a Intesa San Paolo e che sarà legata alla 22 esima Notte della  vogliamo coinvolgere i cittadini a fare quest’estate un gesto solidale e di amore per la natura e il territorio, “salvando” quattro oasi dislocate in Campania, Basilicata, Calabria e Puglia. Luoghi che ben raccontano in sintesi la bellezza della nostra Penisola, ma anche le grandi potenzialità legate ad un percorso di valorizzazione e fruibilità che si può mettere in campo in queste aree, attraverso interventi ad hoc che abbiamo al centro la sostenibilità e la piena fruibilità. Siamo convinti che tutelare e rendere fruibile la natura significa garantire oggi alle future generazioni, sempre più attente alle questioni ambientali come dimostra l’impegno di Greta Thunberg e dei Fridays for Future, la possibilità di vivere respirando aria pulita, di riscoprire il proprio territorio, e di dar avvio anche a nuove azioni territoriali “virali” e green. Questo è anche il filo conduttore che caratterizza Rigeneri AMO la Natura. Con i fondi raccolti sarà, infatti, possibile riqualificare, con progetti semplici e concreti, quattro aree pregiate dal punto di vista ambientale”.

 

Loredana Capone, assessore Industria turistica e culturale, Gestione e valorizzazione dei beni culturali Regione Puglia

La questione ambientale e del cambiamento climatico sono centrali nell’agenda politica della Regione Puglia che sarà la prima Regione in Italia a vietare la plastica monouso in spiaggia, in anticipo di due anni rispetto alla direttiva comunitaria che la bandirà dal 2021. L’ambiente e gli ecosistemi sono beni inviolabili del pianeta e come tali devono essere tutelati e valorizzati e il  progetto Rigeneri AMO la Natura rappresenta uno straordinario modello innovativo di collaborazione tra pubblico, privato e volontari che concorrono a valorizzare la fruizione del patrimonio culturale naturale del Sud Italia. La peculiarità dell’ambiente e la sua vivibilità determinano il grande successo del turismo sostenibile. La “tendenza naturale” è chiara: una riconversione virtuosa verso le tematiche del turismo lento, esperienziale e identitario. In una logica di sviluppo turistico sostenibile, dunque, le aree di intervento scelte da Legambiente  e condivise da Intesa Sanpaolo e Fondazione La Notte della Taranta, vanno incontro ai trend ed alla domanda, mantenendo salda la vocazione territoriale di esaltare la bellezza dei luoghi ancora tutti da scoprire.

 

Massimo Manera, presidente Fondazione La Notte della Taranta

 “Conoscere oggi il significato della parola Ambiente vuol dire  agire: non più solo messaggi da lanciare ma azioni che possano  incidere sulle scelte della società, richiamare l’attenzione sul nostro futuro, stimolare il cambiamento.  Con Intesa Sanpaolo e Legambiente mettiamo in campo un progetto concreto che le cittadine e i cittadini potranno verificare passo dopo passo. Quando l’intervento sarà ultimato porteremo la musica e la danza nelle 4 oasi salvate con uno spettacolo eco solidale aperto a tutti”.

 

The post Notte della Taranta, flashmob in piazza Sant’Oronzo per la nuova edizione: Davide Bombana il nuovo coreografo appeared first on Corriere Salentino.

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