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L’intervento dell’avvocato: “Giustizia penale, a quando la riforma delle riforme?”

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AVVOCATILECCE – “Non mi è mai stato ben chiaro come mai, i nostri rappresentanti al Parlamento ed al Governo, scelgano sempre i periodi festivi e vacanzieri (estate, natale e inizio anno) per mettere al voto le novità legislative più delicate. Per anni, abbiamo assistito alle varie riforme della sanità pubblica proposte e votate sempre nei mesi estivi mentre le riforme della scuola erano collegate ai periodi natalizi.

Chi crede nel complottismo (io no, però, a volte è difficile vivere senza guardare “il dietro le quinte”) penserà che tutto ciò accade perché, in questi momenti, i cittadini sono meno attenti, meno sensibili, meno interessati a tali macro problemi perché concentrati, piuttosto, sulle dinamiche dell’ombrellone o del colore del pigiama da impacchettare e mettere sotto l’albero di natale.

Premesso che io ritengo tutti i cittadini italiani degni del massimo rispetto, anche quando votano gli stessi soggetti di cui poi amano lamentarsi al bar, anche quando preferiscono leggere la “Rosa” e non qualsiasi quotidiano che parli di tutto anche di politica, anche quando, con un’evidente contraddizione in termini, dichiarano che “il miglior modo per cambiare le cose è non votare”, a me pare, comunque, che il problema vero non sia che queste riforme siano trattate in periodi vacanzieri, quanto, piuttosto, che esse siano numerose e ripetute nel tempo.

Insomma, mi e vi chiedo: avevamo davvero bisogno che si mettesse di nuovo mano al processo penale? Che fosse necessario impegnare, per tanti mesi, la Commissione Giustizia della Camera, tante commissioni tecniche composte da professionisti, magistrati, docenti di altissima specializzazione, per riproporre, alla fine un testo che tratta, per l’ennesima volta, di giustizia riparativa, dei rimedi per le nullità dei provvedimenti di archiviazione, della riserva di incidente probatorio nell’accertamento tecnico non ripetibile, dell’incentivo al decreto penale di condanna ed abbreviato, dell’abbassamento del valore di ragguaglio della pena detentiva con la pena pecuniaria, delle limitazioni dell’impugnabilità delle sentenze di patteggiamento in Cassazione, dell’impugnazione davanti alla corte di appello del non luogo a procedere, dell’esposizione introduttiva, della partecipazione a distanza, della tipizzazione della sentenza, del nuovo paradigma dei motivi di appello, dello scrutinio di inammissibilità del giudice a quo, del concordato in appello, della soppressione del ricorso personale in Cassazione, degli aumenti delle sanzioni per i ricorsi in Cassazione inammissibili, dell’ampliamento dell’accoglimento del ricorso senza rinvio, del limite al ricorso in Cassazione in caso di doppia conforme, del controllo sui tempi dell’esercizio dell’azione penale o sulla richiesta di archiviazione, nonché sulla tempestività dell’iscrizione nel registro degli indagati?

Per lo più temi già modificati, riformati, mutati, migliorati o peggiorati negli anni passati con altre leggi o con interventi correttivi della Corte Costituzionale.

Io, confesso,non ne avevo affatto bisogno, quanto meno non ne ho avevo e non ne ho soprattutto pensando a tutte le altre, numerose, recenti e meno recenti, riforme del processo penale che hanno creato solo maggiore confusione ed incertezza.

Chiariamo: è sempre utile che le leggi mutino con il mutare della società, altrimenti saremmo ancora sottoposti all’oscurantismo medievale ma, tuttavia, mi pare che questa “stagione delle riforme” sia permanente e non lasci più il passo alla parimenti essenziale “stagione della certezza”.

TANIA RIZZO

L’avvocato Tania Rizzo

Forse, si dovrebbe lavorare per giungere alla riforma delle riforme: la riforma della cultura giudiziaria per cui si dovrebbero solo ed esclusivamente applicare le norme già esistenti, magari piccoline, senza sanzione, ma già esistenti come quella che impone termini precisi alle procure per svolgere indagini; o quella che dice che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi; o quelle che dicono che nei processi penali con bambini questi devono essere ascoltati immediatamente e, possibilmente, solo una volta da un giudice (aggiungo io: specializzato) e con la partecipazione della difesa dell’imputato; o, ancora, andrebbero applicate con serietà le norme sull’udienza preliminare e sui cosi detti “riti alternativi” a cui l’imputato può accedere.

Forse, si dovrebbe lavorare per permettere a tutti di accedere liberamente alla Corte di Cassazione, terzo grado di giudizio, anche ai cittadini che non sono poveri ma non sono neppure ricchi, che si trovano nella fascia economica di mezzo e non possono usufruire del patrocinio a spese dello stato ma non hanno, neppure, la disponibilità economica per pagare sanzioni economiche pesantissime se, per caso, il loro avvocato cassazionista (può capitare anche ai migliori…) porta a casa un’inammissibilità”.

Avvocato Tania Rizzo, Coordinatore Giovani Avvocati A.I.G.A. Puglia


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