Una giornata di sciopero indetta per ottobre dopo il “giallo” delle tante mozioni ritirate prima della votazione. Le toghe leccesi depongono l’ascia di guerra impugnata in tutti questi mesi e optano per una forma di protesta piuttosto blanda: le toghe incroceranno le braccia il 13 ottobre con occupazione simbolica del Palazzo di Giustizia e riconvocazione dell’assemblea per il 22 sempre di ottobre quando verrà valutata ogni ulteriore iniziativa di protesta.
Un “finale” sorprendente giunto dopo vari interventi e proposte di astensione discusse nell’aula magna della Corte d’Appello. Ci sono stati più interventi con diverse mozioni. Ognuna di esse prevedeva delle forme di astensioni: ad oltranza quella dagli avvocati Umberto Leo e Luigi Piccinni; “a scacchiera”, ossia con dieci giorni al mese richiesta dagli avvocati Paolo Spalluto, Walter Zappatore e Maurizio Pinca. Mentre il consigliere Luigi Corvaglia aveva proposto lo stato di astensione e la denuncia all’autorità giudiziaria per verificare l’agibilità, la capienza e il rispetto delle normative in materia di sicurezza del palazzo di via Brenta.
Il colpo di scena, se così si può chiamare, è arrivato dopo mezz’ora di pausa: le varie mozioni vengono discusse per un eventuale accorpamento e si decide per un’unica mozione con una giornata di sciopero indetta per il 13 ottobre. E’ stato dato anche mandato al Consiglio dell’ordine di adottare le iniziative giudiziarie più opportune contro i provvedimenti assunti dagli uffici giudiziari e contro la tardiva approvazione dei protocolli relativi al gratuito patrocinio e alle difese d’ufficio.
Ma cosa è successo dietro le quinte prima di sfrondare le tante mozioni messe sul tavolo? Nei corridoi l’unica motivazione plausibile è che alcuni consiglieri dell’ordine avrebbero chiesto di uscire con una mozione unitaria per non rischiare di spaccare la categoria. Ma l’effetto anche sondando facebook pare essere differente. La decisione dell’assemblea ha spiazzato più di qualche collega che ha manifestato le proprie perplessità sul social network.
Come l’avvocato Anna Schiavano che ha commentato sarcasticamente: “Suggerirei per il 13 una gita allo zoo di Fasano”. “Non so proprio cosa sia successo durante la pausa. So che le altre mozioni sono state ritirate, commenta il Presidente dell’Ordine Raffaele Fatano. “Tra l’altro io mi sono allontanato dall’aula. Questa decisione comunque non mi rammarica né mi entusiasma. Per il resto la situazione rimane complessa e mi sembra fuori discussione che ci sia bisogno di qualche intervento correttivo”.
Eppure nei mesi estivi non si erano registrati significativi passi in avanti e le tematiche calde della protesta erano rimaste sempre le stesse: “i ridotti orari di apertura delle cancellerie, l’applicazione a macchia di leopardo degli accordi protocollari inerenti la gestione delle udienze; le difficoltà logistiche e quelle relative ala fruibilità degli spazi nel corso delle udienze civili e penali; i protocolli relativi al patrocinio a spese dello Stato in materia penale e civile”. Si riparte, quindi, dopo la pausa estiva con gli stessi problemi e un’intera classe forense che appare ancora più spaccata.
REPLICA DEGLI AVVOCATI, NESSUN “GIALLO”: “Nessun giallo sulle mozioni”, hanno commentato gli avvocati Walter Zappatore, Paolo Spalluto e Maurizio Pinca, sentiti a caldo subito dopo l’assemblea. “E’ vero che la nostra mozione contemplava inizialmente un’astensione cosiddetta a scacchiera da ottobre a dicembre, dovendosi constatare una situazione di stallo sui notori problemi già da tempo denunciati dall’avvocatura Leccese (ridotti orari di apertura delle cancellerie; disomogenea applicazione dei protocolli di udienza; mancata approvazione di quelli relativi al patrocinio a spese dello Stato; ecc). Ma è altrettanto vero che a seguito del confronto assembleare, abbiamo semplicemente ritenuto di poter differire tale determinazione ad altra assemblea che è stata già fissata per il 22 ottobre.
Frapponendovi un’occupazione simbolica del Palazzo di Giustizia per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla gravissima condizione in cui versa la giustizia. E dando sin da subito mandato alla Presidenza affinchè stigmatizzi le responsabilità dei dirigenti degli uffici giudiziari ed intraprenda all’occorrenza ogni più opportuna azione, se del caso anche in sede giudiziaria e formuli opportuna diffida per il grave ritardo nell’approvazione dei protocolli del gratuito patrocinio. Tanto in nome dell’unità dell’avvocatura leccese”.
F.Oli.