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Clan & Politica: la criminalità imponeva il pizzo sui manifesti elettorali nella campagna elettorale del 2012

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MANIFESTO ELETTORALELECCE – Il pizzo sui manifesti elettorali di un candidato consigliere in corsa alle comunali del 2012. L’intreccio tra criminalità & politica è contenuto nell’avviso di conclusione dell’indagine “Eclissi”. Pressioni della malavita – da intendersi estorsioni – ai danni di un noto professionista leccese candidato con la lista di “Io Sud” – da ritenersi persona offesa – costretto ad affidare la gestione della propria campagna elettorale alla criminalità. Non solo. Avrebbe anche versato al clan 1 euro e 30 centesimi per ogni manifesto con il suo volto e il suo nome. Obbligato di fatto a revocare l’incarico affidato ad un ragazzo di sua conoscenza.

Ci sarebbe l’ombra della Sacra Corona Unita sulle ultime elezioni comunali vinte dal centrodestra con la riconferma di Paolo Perrone alla carica di primo cittadino. Una forma di introito pulito del clan per rimpinguare le casse e reinvestire, in parte, il “tesoretto” accumulato nelle attività illegali. C’è traccia di questa ingerenza della criminalità nella politica cittadina in una telefonata del 25 aprile di tre anni fa intercettata dagli agenti della Squadra mobile tra il professionista candidato e Sergio Marti indagato con l’accusa di estorsione aggravata dall’aver agevolato l’associazione mafiosa.

Marti: “Pronto buongiorno…ciao…salve…sto passando perchè ho fermato adesso un ragazzo…giustamente…che gli hai dato i manifesti…non mi sembra una cosa neanche corretta…sto venendo…se stai là passo”. Successivamente il candidato avrebbe incontrato di persona Marti: “…elemosina qua non me ne serve…dice…no…va bene…tanto a Lecce non li puoi attaccare lo stesso…ho detto…gliel’ho già detto…non è che alla fine faccio il fesso loro eh!…non esiste proprio…allora poi quando lo senti…tanto poi glielo dici…gli dici…tanto se non gli attacca Sergio…le squadre sempre quelle sono…gliel’ho già detto…caso mai io te ne posso dare cinquecento…ho detto…a me elemosina non me ne devi fare…tanto i manifesti tuoi nelle marine li fai…portali a chi vuoi…ma a Lecce non li vedi…chiaro…deve pagare un euro e trenta”. 

Francesco Oliva 

 

 


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