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Condizioni di salute incompatibili con i Diritti dell’uomo: scarcerato 61enne

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carcere-borgo-san-Nicola-(3)SQUINZANO (Lecce) – Il carcere potrebbe aggravare le condizioni di salute di un detenuto nonostante sia stato ritenuto compatibile con il regime detentivo. Incompatibili ed in palese violazione con l’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti dell’uomo. Il gip Stefano Sernia ha così scarcerato Francesco Pezzuto, 61enne di Squinzano, imputato nell’ambito dell’indagine “White Butcher” con l’accusa di essere capo promotore ed organizzatore di una associazione a delinquere finalizzata all’acquisto di cocaina. Circa 100 chili di polvere bianca in arrivo dalla Colombia che doveva sbarcare nel porto di Gioia Tauro destinata alla associazione a delinquere e, in un secondo tempo, a clan camorristici napoletani e ad altri soggetti residenti in Germania.

Nei mesi scorsi, le condizioni di salute di Pezzuto sono state valutate dal medico legale Vaglio e dalla cardiologa De Giorgi non di particolare gravità e compatibili con il carcere purché il detenuto si dedicasse a costanti controlli cardiologici e diabetologici. La particolarità del caso è proprio questa.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Paolo Spalluto e Maurizio Pezzuto, ha evidenziato che non basta che il carcere possa curare adeguatamente il detenuto malato ma si deve evitare, pur in presenza di compatibilità, che la carcerazione possa nel tempo aggravare le condizioni di salute del detenuto stesso. Al riguardo l’Italia nel trattare i detenuti cade in continue violazioni dell’articolo 3 della convenzione europea dei Diritti diritti uomo. E non si tratta del sovraffollamento delle carceri, si tratta di cure mediche da somministrare a detenuti malati insufficienti rispetto agli standard predisposti da Strasburgo. Con la conseguenza che il detenuto, proprio a causa dell’assenza di cure adeguate, si trova a vivere uno stato di angoscia ed umiliazione non compatibile con le regole convenzionali.

E’ questo in forza della sentenza depositata il 22.04.15 che ha portato ad una nuova condanna per violazione dell’articolo 3. Il gip Stefano Sernia, accogliendo l’istanza di scarcerazione, ha valorizzato questa tesi (nonostante il parere contrario del pubblico ministero) scrivendo che “in merito alla ordinaria e tempestiva eseguibilità dei controlli cardiologici e diabetologici, in regime di custodia carceraria è lecito dubitare”.


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