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Sversamento in mare di acque depurate: Pendinelli scrive ad Emiliano

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Il consigliere regionale, Mario Pendinelli (Emiliano Sindaco di Puglia) ha inviato, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, la seguente lettera in merito allo sversamento in mare delle acque reflue depurate.
Caro Presidente, ho partecipato ad un incontro a Nardò di approfondimento sul tema della depurazione delle acque e sul loro sversamento organizzato dal “Centro Studi Don Milani” e dall’associazione “Movimento Impegno Civile”.
Il punto focale della questione è stato rappresentato dalla nefasta intenzione di realizzare nel comune di Nardò una condotta a mare che liberasse acque reflue depurate.
In realtà esistono molti dubbi in merito al progetto di condotta, non rispondente alle caratteristiche tecniche che contraddistinguono tali impianti ed alla concreta possibilità che, stante così le cose, nella condotta arrivino acque adeguatamente depurate.
La condotta dovrebbe superare la profondità di 50 metri e dovrebbe spingersi molto più lontano dalla costa rispetto a quanto previsto dal progetto predisposto per Nardò.
Inoltre, solo una migliore infrastrutturazione potrebbe garantire, magari con moduli di affinamento, il livello 4 di depurazione delle acque.
Mi piace, a questo punto, riportare un quesito che ha interessato la seconda parte dei lavori. Se l’acqua depurata è buona, perché deve andare a mare e non, invece, essere riutilizzata? E se l’acqua non è buona, perché deve andare a mare?
La salvaguardia ambientale è una delle più importanti questioni da affrontare perché collegata ai processi di sviluppo ed alle sempre esigenze della vita moderna; elementi che, però, non possono soverchiare la tutela della salute.
Quindi è condivisibile la preoccupazione generata dalla possibile realizzazione di tre condotte a mare nel bacino jonico: quelle di Manduria, Nardò e Gallipoli che comprometterebbero l’ambiente marino di tutta l’area con conseguenze anche per il processo turistico del litorale e di tutto il territorio.
Infine sarebbe auspicabile aprire in tempi brevi una riflessione sul processo di fusione del “parco naturale di Porto Selvaggio” con l’”area marina protetta di Porto Cesareo e Nardò” con l’obiettivo di razionalizzare al massimo livello le attività di salvaguardia, di valorizzazione e di promozione di un territorio dalla fortissima valenza ambientale e turistica.
Avviare un processo sistematico con l’attenzione rivolta ad interventi di prospettiva, consentirebbe alla Regione Puglia di dare un segnale di corretto approccio con la crescita sostenibile del suo splendido territorio”.


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